Lo sapevate? In Sardegna esistono tante “rocce parlanti”: ecco quali sono

Esistono in Sardegna una miriadi di sorprendenti sculture naturali, i tafoni. Sapete dove si trovano e qual è la loro storia? Vi diamo un'anticipazione: una di loro è stata addirittura citata da Omero nell'Odissea
Esistono in Sardegna una miriadi di sorprendenti sculture naturali, i tafoni.
Sono delle vere e proprie “rocce parlanti”, realizzate dal vento e dall’acqua sulla pietra. Nel tempo, questo lavoro della Natura ha fatto raggiungere alle rocce forme tra le più svariate: animali, essere umani, mostri, edifici.
E queste pietre lavorate dal tempo sono diventate famose nella nostra Isola, andando a caratterizzare i luoghi di appartenenza. Non a caso, i tafoni hanno svolto un ruolo fondamentale anche nella favolistica regionale.
Vediamone alcuni, tra i più famosi. A Orune troviamo “Sa Monza” ( la monaca) accanto all’omonimo nuraghe, a Palau “l’Orso” ( che viene citato addirittura nell’Odissea di Omero), ad Arzachena “Il fungo”, a San Teodoro “La Tartaruga” ( famosa anche perché venne decapitata nel 1993 da un turista incivile), a Castelsardo “L’Elefante”, a La Maddalena “Il polpo”.

PH F. Presutti
Alberto Caocci, nel suo libro “La Sardegna” ( Edizioni Mursia) fa anche un interessante riferimento al tafone come elemento di arredo urbano. Prende ad esempio la città di Nuoro, dove ai margini di uno strapiombo sorge una di queste “rocce parlanti” dall’aspetto di un mostro antidiluviano. Accanto a lei, sorge la piazza Caduti del lavoro e il monumento in bronzo realizzato dallo scultore Longu. Risultato? Un grande effetto d’insieme.

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