Boa e pitoni lasciati per strada: grande aumento dei serpenti abbandonati. La parola al veterinario Loi: «Scarsa informazione»

Cosa pensereste se vi trovaste davanti per strada un boa constrictor regolarmente acquistato? E un pitone reale? La colpa? Dei proprietari che, invece che scegliere la via dell’abbandono, potrebbero contattare le associazioni giuste. Ne abbiamo parlato con il dottor Simone Loi, veterinario esperto in esotici, e con la sua fidanzata Ludovica Fantuzzi, appassionata del mondo
Il mondo dei rettili è poco conosciuto, ammantato di stigmi vecchi come il mondo e sottovalutato – si pensi a quante specie in natura estinte possono continuare a sopravvivere grazie alla passione dei terraristi. Poi, c’è sempre chi viene animato, nell’acquisto di animali esotici, dalla voglia di “fare notizia” e questo produce degli effetti assurdi. Soprattutto, esattamente come accade per cani e gatti, quando arriva il tempo delle vacanze.
Ma di quali effetti parliamo? Be’, l’abbandono di alcune specie senza alcun cenno di sicurezza. E allora abbiamo Pogona vitticeps – i classici draghi barbuti – che vagano per le strade dei centri abitati, boa constrictor chiusi in secchi dell’immondizia, pitoni reali o addirittura moluri – che diventano molto grandi – che si aggirano spaesati per le strade. Ma non solo: ci sono anche casi di malagestione: come Bolla, boa pieno di ascessi che lotta tra la vita e la morte grazie ai volontari che l’hanno preso in carico, e altri serpenti chiusi in vaschette minuscole e riscaldati con stufette.
Di questo e della terraristica in generale abbiamo parlato con Simone Loi, veterinario esperto in esotici che gira la Sardegna per visite e convegni affinché un po’ di sensibilizzazione al tema ci sia.
«Purtroppo è un fenomeno molto diffuso sia per quanto riguarda gli animali convenzionali che non convenzionali ed esotici» spiega dottor Loi. «Per quanto riguarda gli animali da terrario, questi spesso vengono abbandonati perché magari il proprietario si ritrova con un animale che è molto diverso da ciò che aveva idealizzato. Solo che quasi sempre i rettili, gli anfibi, gli invertebrati sono visti come animali di serie B, strani, o addirittura pericolosi per l’incolumità pubblica e questo genera un interesse mediatico piuttosto pericoloso che tende a screditare noi terraristi e additarci come pericolosi per la salute pubblica. Per quanto riguarda gestioni e conduzioni sbagliate di questi animali, purtroppo è un fenomeno molto diffuso a causa di cattiva informazione da parte di commercianti senza scrupoli o spesso mancato “studio” da parte di chi vende e compra o adotta. Spesso chi compra o adotta non si affida neanche a noi veterinari esperti in medicina di queste specie. Ricordiamoci che questi animali, come ho detto su, non sono “cani alternativi” quindi hanno bisogno di attenzioni particolari dalla costituzione dell’ambiente dove saranno stabulati all’alimentazione. Segni di malattia in queste specie sono inoltre difficili da capire per il proprietario medio e dunque è possibile rinvenire situazioni come quelle di Bolla nella pratica clinica di queste specie.»
Insomma, rimarca Loi, i veterinari esperti devono fare informazione su tutto, in modo che chi compra sappia se è il caso di prendersi cura di un animale o se meglio lasciare perdere.
«Io personalmente per ogni mio cliente mi impegno a fornire un servizio praticamente 24/7 e una formazione pratica durante la mia visita clinica con i propri animali perché so quanto è complicato, soprattutto agli inizi, capire cosa ci sta comunicando un animale così diverso da noi e difficile da comprendere. Qualche manualità in più imparata a visita, la guida alla comprensione di queste specie, può sicuramente aiutare l’animale a ricevere una terapia più tempestiva per un’eccellente prognosi e semplifica enormemente il lavoro di noi veterinari.»
Ma i pregiudizi sono tantissimi e lo stigma che ammanta i serpenti, ad esempio, rei di essere considerati pericolosi senza nessuna possibilità di poter dimostrare il contrario, è bella viva nella società di ora, che accetta cani e gatti – e qualche altro animale considerato “carino” e “coccoloso” – ma più in là non ha il coraggio di guardare.
«Da 20 anni ormai che sono dentro al mondo della terraristica sono stato additato innumerevoli volte come “scellerato” o “criminale” solo perché il mio animale domestico aveva le squame al posto dei peli, non “dimostra affetto”, come se fosse fondamentale avere qualcosa in cambio per poter amare un altro essere vivente diverso dalla nostra specie, o perché si ha difficoltà a concepire il terrario come ambiente idoneo e sicuro per questi animali» spiega dottor Loi. «I rettili non sono “cani alternativi”. Vanno amati e rispettati per ciò che sono.»
In più – chiarisce l’esperto – i rettili son da sempre animali di serie B: «Quindi non mi sentirei di dire che proprio tutti siano menefreghisti. Per quanto riguarda il mondo associazioni, moltissimi ne sono all’oscuro e purtroppo se non si è dentro il settore non si riesce a venire a conoscenza della loro esistenza. Quindi direi che tutto gira intorno a una cattiva informazione e al fatto che questi sono animali complessi da comprendere e considerati di serie B.»
Eh sì, perché non tutti sanno che esistono associazioni serie che si occupano della ricerca di adozione di animali che devono cambiare casa – per un problema o per un altro. Quindi, con un po’ di informazione in più, forse, si eviterebbero bestioni che arrivano a cinque metri di lunghezza che vagano per le strade, rischiando la morte e anche spaventando a morte chiunque ne abbia la fobia.
Ma da cosa deriva la demonizzazione di alcune specie, tra cui le serpi? Simone Loi, con la fidanzata Ludovica Fantuzzi – che condivide questa passione –, allevano tantissimi serpenti: a entrambi abbiamo chiesto cosa porti le persone ad averne paura senza conoscerli o, più precisamente, senza conoscere le specie legali in Italia, assolutamente innocue.
«Di sicuro in parte è colpa della nostra cultura. Per quanto l’Italia sia un paese laico c’è comunque una forte impronta religiosa che vede questi animali come simbolo del male» risponde Loi. «Ci sentiamo di dire solo una cosa, la conoscenza è il più valido antidoto contro la paura. Se davvero si imparasse a conoscere questi animali si riuscirebbe a capire che non c’è nulla da temere, anzi sono animali affascinanti, oserei dire perfetti dal punto di vista evoluzionistico, che esistono sul pianeta da molto prima dell’apparizione della nostra specie.»
«Se ne sentono di tutti i colori su questi animali, c’è chi li definisce animali “satanici” per motivi religiosi, chi li ritiene viscidi e ripugnanti, chi dice che sono animali pericolosi perché la notte si stendono vicino al padrone per “prendergli le misure”… quanti di noi hanno sentito questa storia almeno una volta nella vita? Io decisamente troppe!» scherza, amaramente, Fantuzzi. «Ovviamente sono tutte false credenze e stigmatizzazioni. Io credo che nessuno di noi nasca con la fobia dei serpenti, semplicemente sono paure che vengono inculcate e alimentate dal contesto culturale fin da quando si è bambini. Basti pensare che nei cartoni animati o nelle favole per rappresentare “il cattivo” si sceglie spesso proprio un serpente. È interessante notare però che non sempre è stato così! In un mio pomeriggio di lettura e studio personale scoprii che nelle culture pre-cristiane il serpente era un animale rispettato a cui era associata addirittura una valenza sacra. Infatti sappiamo tutti che ciclicamente i serpenti fanno la muta e, in breve, questo veniva associato al ciclo lunare, al ciclo mestruale delle donne e di conseguenza al potere di generare vita. Il serpente, ciclicamente, muta la sua pelle e “rinasce” diventando così un simbolo di metamorfosi e di rinascita. Scoprire che in tempi così antichi questi animali avessero una connotazione così positiva mi lasciò senza parole. Spero che anche nella modernità di oggi si possa tornare ad apprezzare la bellezza di questi animali, troppo spesso incompresi.»
E intanto, alcuni propongono una soluzione alternativa che potrebbe risolvere parte dei problemi: una sorta di patentino per chi vuole detenere un esotico, con corso obbligatori da affrontare per comprendere al meglio esigenze e costi.
«Sarebbe un sogno!» commenta Loi. «Magari esistesse un servizio così. Oltre che tutelare ancora di più il benessere animale sarebbe un ottimo mezzo per far desistere molti dall’acquisto impulsivo. Si riuscirebbe senz’altro a comprendere meglio questi animali e non esisterebbero più “terraristi della domenica”. Il settore sicuramente ne gioverebbe tantissimo sotto tantissimi aspetti. Tra le ricadute positive avremmo senz’altro un notevole miglioramento dell’opinione pubblica sul tema rettili, sicuramente si limiterebbero di molto fenomeni di abbandono e rilascio incontrollato in natura e poi, non da poco, si creerebbero nuovi posti di lavoro senz’ombra di dubbio.»
Il consiglio del dottor Loi? Be’, tantissimo studio sulle necessità della specie, sulla terraristica/acquariofilia e su cosa sia un terrario/acquario prima della compravendita.
«Questo sta anche alla base della medicina di queste specie, quindi se avete dubbi o perplessità non abbiate paura a rivolgervi al vostro veterinario esperto di fiducia. Chi esercita la professione ed è esperto in medicina di queste specie è il primo che vi saprà consigliare come impostare l’ambiente per questi animali e la loro alimentazione e di certo conosce tutte le attrezzature che servono allo scopo in maniera molto dettagliata sapendovi, ovviamente, indirizzare anche nella scelta e acquisto per la salute del vostro animale. Ricordate che quando acquisite un animale siete voi i garanti del suo benessere, lui dipende in tutto e per tutto da voi e merita una vita nel pieno rispetto delle sue necessità. Non ci sono animali di serie B, tutti meritano una vita lunga e in salute e anche le visite mediche! La prevenzione è la chiave per poter tenere con successo queste specie.»
E per quanto riguarda la gestione ambientale e dell’alimentazione in queste specie?
«Fondamentale» chiarisce Loi, perentorio. «E durante la visita clinica l’anamnesi ambientale è la parte preponderante della visita. Tutti i segni di malattia, spesso appena percettibili, di questi animali dipendono la maggior parte delle volte in gran parte anche da quello. Ippocrate diceva “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, ecco non esiste niente di più vero per queste specie. Saper gestire ambiente e alimentazione, a nostro vantaggio soprattutto durante stati di malattia di questi animali, è la chiave per essere ottimi clinici esperti in medicina di queste specie. Ormai sono sempre più del parere che la gestione di questi animali non è più prerogativa del terrarista/allevatore/commerciante. Come si può non guidare il cliente per aiutarlo in una gestione più consapevole dell’animale durante uno stato di malattia per poterlo portare alla guarigione? Credo sia nostro compito e dovere guidare passo passo il proprietario, non basta solo somministrare una terapia farmacologica, la terapia è anche ambientale e non basta nemmeno consigliare una lettura. La medicina di queste specie è molto di più. Si tratta proprio di prescrivere, oltre al farmaco, pure una terapia ambientale e/o alimentare! Impostando terrari e sapendo consigliare determinati prodotti più utili allo scopo piuttosto che altri. La terraristica in questi ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante ed è ormai sempre più semplice creare degli ambienti perfetti e sicuri per la detenzione delle specie da terrario. Con la terraristica anche la medicina di queste specie ha fatto enormi passi in avanti, non esiste più improvvisazione e ormai si fa pratica clinica agli stessi livelli degli altri animali convenzionali. Ormai, come si suol dire, non siamo più qua a lucidare le squame del paziente rettile!»
E per quanto riguarda la specializzazione in animali esotici? Be’, Loi è chiaro: argomento complesso.
«È stato istituito, grazie all’appoggio del Consiglio di Specializzazione Veterinaria Europea, l’European College of Zoological Medicine. Questo comprende diverse aree specialistiche tra cui: medicina aviaria, medicina erpetologica, medicina dei piccoli mammiferi, sanità della popolazione degli animali selvatici e sanità degli animali da zoo. Il college consente di essere riconosciuti come veterinari specialisti dopo aver frequentato un periodo di minimo 3 anni di training con uno specialista e aver superato un rigorosissimo esame. Insomma è un po’ il sogno di tutti noi esotologi credo, un grandissimo privilegio che spero di poter avere anche io in futuro per quanto riguarda la branca della medicina di rettili e anfibi!»

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