La Barbagia ispira un horror: tra Demone Cervo e atmosfere spettrali, Pitzalis e Porceddu portano a galla le nostre paure
Un tuffo ne “L’Amara nevicata”, storia horror ambientata in Barbagia.
Uno è scrittore e sceneggiatore, Giacomo Pitzalis, l’altro disegnatore, Luigi Porceddu, e insieme hanno dato vita a una storia a fumetti horror, dalle tinte gotiche e dalle atmosfere cupe. Il luogo che la ospita? Non è il Maine del celebre King ma nemmeno qualche montagna innevata – si sa, gli alberi e l’inverno sono una combo micidiale per chi soffre d’ansia ma ama i racconti che fanno venire la tachicardia – senza nome, ma è la Barbagia, fulcro interno della nostra meravigliosa Isola.
Questo a testimonianza che, sebbene i due si trovassero a Torino all’epoca dell’idea, non hanno mai dimenticato quanto intensa, morbosa e meravigliosamente funeraria sia l’aura che permea le antiche tradizioni sarde, quelle che si tramandano a calor’e fogu da decine di anni, sempre sottovoce, sempre con quel timbro roco che fa venire i brividi. Poi Porceddu è tornato nella sua Thiesi, Pitzalis è ancora in Piemonte, ma entrambi sono figli di Sardegna.
Del resto, si dice che chi nasce nell’Isola ne sia legato e non importa sotto quale cielo si trovi, una parte del cuore sarà in quell’aspro lembo di terra, tra ginepri secolari e odore di mirto selvatico.
Ne “L’Amara nevicata” – edito Leviathan Labs – tutto questo e di più: perché il Demone Cervo torna alla riscossa, per la prima volta messo nero su bianco.
«L’Amara Nevicata nasce come storia breve, dalle tinte horror in cui ho ricercato uno stile che richiamasse in maniera esplicita tutta una serie di autori fondanti per il genere, da Lovecraft, a Blackwood, passando per Poe con una spruzzata di Stephen King, che non guasta mai» spiega Pitzalis, 31enne originario di Guasila. «La decisione personale di trasformare il racconto a parole in quello per immagini è stato forse un caso, legato al fatto che da Leviathan Labs cercava delle storie a fumetti. Io e Luigi, poi, ci siamo contestualmente conosciuti dal vivo, a Torino, e da lì, pian piano, ho capito che questo racconto era nelle sue corde, sia a livello grafico che, soprattutto, “esperienziale”.»
Una conoscenza avvenuta inizialmente online, come chiarisce Porceddu, 36enne, all’epoca a Torino per studiare: «Abbiamo iniziato a sentirci online diversi anni fa, fin quando ci siamo trovati per caso a Torino poco prima della pandemia. Dopodiché, ci siamo nuovamente sentiti solo via web, per cui la storia, nata dalla testa di Giacomo, è stata sviluppata a distanza ma mantenendoci in contatto ogni giorno, sia nei mesi di prove e ricerca grafica, sia nella realizzazione vera e propria delle tavole. È una storia diversa dalle altre forse perché gli aspetti leggendario e folkloristico sono spesso tipici di un racconto ambientato in Sardegna, ma in realtà sono solo lo sfondo di una storia umana d’amore, abbandono, emigrazione e ritorno.»
Ma parliamo della figura leggendaria presente: «Il Demone Cervo è una figura che ho “rubato” da una storia pubblicata sulla rivista Natura ed Arte del 1894 scritta da, rullo di tamburi, Grazia Deledda» chiarifica Pitzalis. «Si tratta di un essere diabolico che adesca i cacciatori o, più generalmente, gli sprovveduti. Una sorta di Sirena Ungulata, non me ne voglia Omero, che attrae a sé gli uomini. Per poi farli sprofondare nelle nurras, le gole nel terreno coperte dalla neve.»
Nel 2021 poi i due giovani fanno il salto: sottopongono alla casa editrice Leviathan Labs il progetto di una storia a fumetti: «Mi risposero dicendomi che al momento non cercavano progetti se non per “Giallo”,» spiega Pitzalis «la rivista horror che avrebbero lanciato di lì a poco.»
Ma “L’Amara Nevicata” non è uscita tutta insieme: è difatti una storia composta da 42 tavole.
«Giallo, invece, raccoglie al suo interno progetti brevi dell’orrore provenienti, come ispirazione e atmosfere, da ogni posto d’Italia. Per cui abbiamo optato per “tagliare” il nostro racconto in 3 punti differenti, avendo quindi 3 uscite spalmate in altrettanti numeri.»
Ma cosa può aspettarsi chi si imbatte in questa opera?
«Mi auguro che il lettore recepisca il mio concetto di orrore, non per forza che lo condivida, ma almeno che riesca a vederlo e, nella più luminosa (o buia) delle ipotesi, che si ponga alcune domande, che rifletta su quanto ha letto in relazione a se stesso. La storia affronta, a suo modo, molte tematiche differenti, passando dal pessimismo più cosmico all’inganno delle “catene”, come le chiamava Pirandello, che attanagliano la vita di ognuno» sono le parole dello sceneggiatore. «Non so, al 100% cosa il lettore debba aspettarsi, ma so quello che NON deve aspettarsi: di rilassarsi.
Spero proprio che gli venga l’ansia, anzi.»
Altra domanda che viene da chiedersi è quanto sia stato difficile ambientare una storia horror tra le montagne della Barbagia.
«Non è stato difficile per diversi motivi» parla Porceddu. «Il primo è sicuramente il mio vissuto. Io vivo in un paesino, non in Barbagia certo, ma l’estetica del paese sardo di montagna è ben radicata nel mio immaginario, con le sue stradine e vicoletti che si perdono tra le casette. Il silenzio e la sensazione di cristallizzazione del tempo che si ha in paese durante l’inverno si presta molto a un racconto horror, ancor di più se ci si sposta nelle campagne che possono essere tanto inquietanti nella stagione fredda quanto rassicuranti durante la primavera. Ma quando arriva il gelo, la nebbia e la neve, protagonista assoluta della storia, per un appassionato di horror e come me, tutto diventa piacevolmente oscuro e sinistro. Una menzione d’onore la devo fare al black metal, che con le sue atmosfere mi ha accompagnato come sottofondo durante la realizzazione delle tavole.»
E proprio la Deledda, simbolo letterario sardo, ha sbrogliato la matassa della ricerca del materiale: «Per costruire questa storia, ho ricercato in prima battuta online qualcosa che abbracciasse le leggende sarde» dice Pitzalis. «Ho scoperto della storia del Demone Cervo di Oliena, e del fatto che grazia Deledda ne scrisse su una rivista insieme ad altri racconti del focolare. Sempre online, grazie al sistema bibliotecario sul web, sono riuscito proprio a reperire quel numero, potendo leggere direttamente le parole della Deledda. Bingo!»
Come reperirlo, allora? Be’, semplice: “L’Amara Nevicata” è una storia a fumetti che, a partire dal numero 8, uscirà sulle pagine di Giallo, magazine ispirato alle atmosfere cinematografiche di Dario Argento, Mario Bava e Lucio Fulci, dedicato agli incubi e a quei rigurgiti spettrali che arrivano dalle profondità del mondo folk horror italiano. Ogni volume, che ha cadenza trimestrale, è composto da settanta pagine spillate in bianco e nero, con team artistici sempre differenti. Giallo”esce in fumetteria, oltre essere ordinabile dal sito dell’editore.
Giacomo Pitzalis e Luigi Porceddu: panoramica sulla loro carriera
GIACOMO: Mi chiamo Giacomo Pitzalis e ho frequentato per due anni, 2014 e 2015, il Corso di Fumetto tenutosi al Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari. Nel 2015 ho partecipato al contest bandito dal sito Verticalismi, Pilot, con le prime tavole della mia personalissima storia, The Badness, come sceneggiatore e ideatore. Dal 2016 al 2020 ho fatto parte dell’Associazione Culturale Chine Vaganti e nel 2018 sono stato scelto tra i 10 vincitori del concorso A caccia di storie indetto da Lucca Crea, Book on a Tree e la Fondazione Nazionale Carlo Collodi. Nello stesso anno, ho autoprodotto il fumetto Acluofobia – Nel Buio, sempre in veste di sceneggiatore.
Nel 2020 ho preso parte, insieme ad altri scrittori e disegnatori, alla realizzazione del libro illustrato Cagliari 1970 – Tracce oltre la Leggenda, edito da Catartica Edizioni, oltre ad essere tra i semifinalisti del Lucca Project Contest 2020.
Nel 2023, per l’editore Leviathan Labs, esce su Giallo #8 la prima parte de L’Amara Nevicata, storia a fumetti da me sceneggiata e disegnata da Luigi Porceddu.
LUIGI: Ho iniziato a fare vignette satiriche per alcune riviste e blog di politica internazionale ai tempi dell’università, cosa che mi ha spinto nel 2017 ad autoprodurre una raccolta che ho intitolato Pezzi di Mondo. Nel 2018/2019 ho frequentato il Corso di Fumetto del Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari e, dopo quasi un decennio fuori dalla Sardegna, sono tornato con la voglia di restarci e provare a raccontarla a mio modo dedicandomi al fumetto, pubblicando con Cabu Abbas Edizioni nel 2019 una storia in sardo basata su una leggenda del mio paese natale, Thiesi, intitolata Su ‘Oe Cun Sos Corros de Atalzu. Nel 2021 è uscito per BeQ Entertainment il corto animato Lo Specchio Di Lorenzo, su cui ho lavorato come character designer. Lo stesso anno ho iniziato a disegnare per Sardan – I 7 re di cui ho disegnato la conclusione del n° 7 e i numeri 9 e 10. Nel 2023 è uscita la prima parte de L’Amara Nevicata sulla rivista Giallo di Leviathan Labs, scritta da Giacomo Pitzalis e, appunto, disegnata da me.
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