Nata prematura, non le riconoscono un problema e sviluppa una disabilità: la storia di Anna Conigiu

Anna Maria, nata prematura e salvata per un pelo, ha infatti una gamba più corta dell’altra di ben 6 centimetri per una lussazione all’anca sinistra non riconosciuta. Questo problema negli anni le ha portato anche problemi alla schiena, al ginocchio e alla gamba sana, compromettendo la sua serenità e molte attività quotidiane, tra cui il lavoro
«In pochi capiscono quanto una situazione simile condizioni la vita di tutti i giorni, soprattutto quando si è bambini. Ero “quella malata”, “quella che non poteva fare le cose che facevano gli altri”. Ciò mi ha creato un’insicurezza e un imbarazzo verso il mio problema fisico che mi porto dietro tutt’oggi: certi timori del passato tornano spesso a farmi visita, influiscono nelle scelte quotidiane. Hai sempre paura che gli altri vedano in te prima quel tuo difetto fisico e poi la tua persona.»
La vicenda di Anna Maria Conigiu, villagrandese 48enne, ha il sapore agrodolce del “se avessero fatto” o “se avessero vagliato tutte le ipotesi”: ad oggi, ha un figlio ventenne e prova a condurre una vita normalissima, ma avrebbe potuto non avere nessun limite se all’epoca della sua nascita un problema risolvibilissimo non fosse stato preso con leggerezza. Anna ha infatti una gamba più corta dell’altra di ben 6 centimetri. Questo problema negli anni le ha portato anche problemi alla schiena, al ginocchio e alla gamba sana, compromettendo la sua serenità e molte attività quotidiane.
Ma andiamo per ordine.
Anna nasce prematura, a sei mesi e mezzo. Pesa un chilo e duecento grammi, è troppo gracile. I medici pensano che sia lei che la mamma siano in pericolo di vita, quindi le viene dato lo stesso nome della madre, Anna, con l’aggiunta di Maria, probabilmente per una preghiera di salvezza. La bimba viene portata d’urgenza a Cagliari, lì trascorre due mesi in incubatrice. Inaspettatamente, questa prima fase passa: Anna e la mamma sono salve, possono tornare a casa, ma il destino non ha intenzione di mollare la presa e qualche mese dopo spunta un altro problema.
«Iniziai a provare a camminare a 11 mesi. Barcollavo, zoppicavo. Per i medici però era tutto normale. Quando avevo un anno e mezzo, venni ricoverata a Nuoro. Nessuno sapeva realmente cosa avessi, infatti mi ingessarono entrambe le gambe e provarono a procedere per tentativi.»
Ma la mamma, sfinita dalle continue prove senza nessun miglioramento, porta la piccola a casa per poi fare rotta verso Cagliari. Lì le viene detto che non c’è nessun problema, sicuramente tutta questa situazione – dicono – era dovuta a un’infezione che si sarebbe risolta da sola, mano a mano che la piccola Anna fosse cresciuta.
«Ma il mio zoppicare aumentava e a 9 anni venni ricoverata a Cagliari. Dopo aver messo la gamba in trazione, dissero che avevo una lussazione all’anca sinistra. Insomma, se riconosciuta per tempo, si sarebbe risolta grazie all’ausilio di un divaricatore ma… be’, era troppo tardi. Non potevano fare nulla, così ci spiegarono esortandoci a fare un salto al Rizzoli di Bologna.»
6 le operazioni che la bambina deve affrontare durante gli anni successivi. «Mi hanno aiutata,» spiega «ma non hanno risolto il problema.»
Nella spirale di insicurezze e timori, Anna comunque si costruisce una vita. Si ritira da scuola in quarta superiore, sconfortata dal fatto che molti professori non capissero la difficoltà di ricoveri, problemi e cose varie. «Il percorso scolastico fu molto faticoso e rimase un cruccio per me.»
Si sposa, malgrado il matrimonio duri poco, e ha un figlio, che ama immensamente.
«Anni difficili, ma che ho cercato di superare con l’appoggio della mia famiglia e delle persone che amo: ecco, le persone che mi vogliono bene hanno fatto la differenza.»
Poi corona anche un sogno: prende coraggio e si diploma alle serali, con un ottimo risultato.
«Grazie a questo diploma tanto agognato ho realizzato un sogno: lavorare come assistente alla maestra all’asilo delle suore. È stato un anno intenso e carico di belle emozioni: io amo i bambini e lavorare con loro è stato bellissimo. Sono certa: è il lavoro giusto per me!»
Anna è anche truccabimbi e animatrice, infatti.
Ma purtroppo ad oggi Anna fatica a trovare di nuovo lavoro: la mancanza di occupazione generale prende per mano la sua disabilità e rende le cose ancor più difficoltose. L’invalidità, riconosciuta inizialmente al 90%, è scesa al 67%, senza diritto di pensione e la villagrandese è molto preoccupata per il futuro.
«Mi sono sempre adattata a fare qualunque cosa: cantieri comunali, assistenza agli anziani… ma ora è difficile. Vorrei trovare il mio posto nel mondo, trovare un lavoro che mi permetta di vivere tranquillamente e chissà, magari proprio nel mio campo!»

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