Tortolì, terra di bellezze naturali e di storie straordinarie, celebra un evento di grande rilevanza: il centesimo compleanno di Luigia Saccone, una donna che incarna la forza, la saggezza e l’amore per la propria comunità.

Arrivata nell’Isola nel lontano 1946, in un periodo di profondo cambiamento e ricostruzione postbellica, Luigia ha assistito e contribuito attivamente alla trasformazione di Tortolì nel corso dei decenni. Dalla gestione dell’hotel di famiglia al coinvolgimento nelle attività della comunità locale, la sua vita è stata un esempio di dedizione e passione per la propria terra.

La mattina del suo centesimo compleanno, Luigia ha preso parte alla messa nella Cattedrale di Sant’Andrea, un momento di spiritualità e riflessione che ha reso omaggio alla sua lunga e significativa esistenza. Al termine della cerimonia, è stata accolta a casa sua da una sorpresa speciale: la visita del sindaco di Tortolì Marcello Ladu, accompagnato da una piccola delegazione di cittadini e amministratori che le ha consegnato una targa ricordo.

Questo gesto simbolico rappresenta l’affetto, la stima e il rispetto che l’intera comunità di Tortolì nutre nei confronti di Luigia, riconoscendo il suo ruolo fondamentale nella tessitura del tessuto sociale locale.

La sua storia è un tesoro prezioso da custodire e tramandare, un esempio luminoso di come la volontà e la passione possano superare ogni ostacolo e illuminare il cammino delle generazioni a venire.

Mentre Tortolì celebra questo straordinario traguardo, ci uniamo tutti nel congratularci con Tzia Luigia per questo grande traguardo.

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Chiunque abbia passeggiato lungo le affascinanti scogliere granitiche di Orrì, in Ogliastra, avrà notato quelle linee più chiare che attraversano le rocce come delle vere e proprie venature. Si tratta dei cosiddetti filoni aplitici, un fenomeno geologico affascinante, testimonianza di antichi processi magmatici avvenuti milioni di anni fa.

Foto di La Monica nel gruppo GEOsiti della Sardegna

Questi corpi rocciosi filoniani di natura granitica si sono formati quando il magma residuo, ancora fuso, ha trovato spazio per infiltrarsi nelle fessure delle rocce circostanti – fenditure spesso create dal raffreddamento del granito stesso o da movimenti tettonici.

Si tratta di intrusioni magmatiche secondarie, che si inseriscono in fratture della roccia preesistente. Nel caso dei filoni aplitici, queste fratture si sono verificate in rocce granitiche già consolidate, probabilmente in concomitanza con grandi eventi geologici come la roto-traslazione che ha portato la Sardegna dalla sua originaria posizione presso i Pirenei a quella attuale nel Mediterraneo.

I filoni aplitici si distinguono per la loro struttura microgranulare: i cristalli che li compongono sono molto piccoli, al punto da risultare difficili da osservare a occhio nudo. La loro composizione è tipicamente ricca di quarzo, feldspati (ortoclasio e plagioclasio) e mica, con una presenza minima di minerali femici (quelli contenenti ferro e magnesio).

In alcuni casi, questi filoni si presentano come vere e proprie intrusioni di quarzo, depositatosi all’interno delle diaclasi – le spaccature nella roccia granitica – rendendo ancora più evidente il contrasto tra il colore chiaro del quarzo e il granito circostante.