In Sardegna un tempo c’era il prolago sardo, che somigliava agli odierni pika asiatici e americani

Nonostante potesse sembrare un grosso ratto senza coda, il prolago non era un roditore bensì un lagomorfo, dunque appartenente allo stesso gruppo che comprende lepri, conigli e pika
«Tra circa 800.000 e poco meno di 2000 anni fa in Sardegna e Corsica era molto comune una specie di mammifero endemica, il prolago sardo (Prolagus sardus). Questo animale poteva raggiungere 25 centimetri di lunghezza e un peso di circa 800 grammi, aveva una coda cortissima e orecchie corte e rotonde. Nonostante l’aspetto vagamente simile a quello di un grosso ratto senza coda, il prolago non era un roditore bensì un lagomorfo, dunque appartenente allo stesso gruppo che comprende lepri, conigli e pika. Il prolago sardo è l’ultimo di un antico lignaggio un tempo diffuso in tutta Europa con numerose specie, il genere Prolagus è attestato in Sardegna già durante il Neogene, attorno a 3,5 milioni di anni fa.»
A fornirci queste informazioni su tempi lontani è il dottor Daniel Zoboli, paleontologo dell’Università di Cagliari.

Figura 1. Ricostruzione ideale di prolago sardo (D. Zoboli)
«Si tratta di una specie molto diffusa, tanto che i suoi resti si trovano comunemente in centinaia di siti (principalmente grotte) della Sardegna e della Corsica» continua Zoboli. «Questo animale veniva inoltre regolarmente consumato dalle popolazioni del Mesolitico e Neolitico tanto che per un sito della Corsica è stata stimata la presenza di circa 150.000 individui! Questa grande quantità di resti ha permesso di avere un’idea abbastanza chiara della sua anatomia, sono infatti numerosi gli studi scientifici ad esso dedicati.»
La specie era nota a livello paleontologico, spiega l’esperto, ma c’erano ancora dubbi sulla sua posizione sistematica
«Solitamente si collocava la specie nella famiglia degli ocotonidi, oggi rappresentata da numerose specie del genere Ochotona (noti come pika o lepri fischianti) che vivono nelle montagne dell’Asia e del Nord America. Alcune caratteristiche anatomiche hanno però portato alcuni paleontologi a inserirla in una famiglia separata, quella dei prolagidi, o in alternativa nella sottofamiglia dei prolagini all’interno della famiglia degli ocotonidi. Ora un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports del gruppo Nature, nato dalla collaborazione di diversi istituti tra cui l’Università di Bologna e quella di Cagliari, ha permesso di fare un po’ più di luce sulla questione. Attraverso lo studio di una porzione di DNA mitocondriale abbiamo confermato che le linee evolutive del prolago e dei pika odierni si sono separate attorno a 30 milioni di anni fa e dunque supportano la collocazione in due famiglie distinte. L’analisi del paleo-dna ha dato dunque un importante supporto alla paleontologia e questo studio è un buon esempio di come discipline molto diverse possono unirsi per indagare sul passato delle specie oggi scomparse.»

Figura 2. I pika sono piccoli mammiferi della famiglia degli ocotonidi oggi diffusi in Asia e Nord America.
Hanno partecipato allo studio: Valerio J. Utzeri, Luca Fontanesi, Samuele Bovo, Anisa Ribani, Elisabetta Cilli, Francesco Fontani, Adriana Latorre, Giorgio Gruppioni e Donata Luiselli (Università di Bologna), Daniel Zoboli e Gian Luigi Pillola (Università di Cagliari), Massimiliano Orsini (Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie) e Andrey Lissovsky (Accademia delle Scienze russa)

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