La patata di Gavoi: preziosa biodiversità sarda da preservare e orgoglio della cucina barbaricina

Nonostante i cambiamenti nel panorama agricolo, la fama delle patate di Gavoi ha resistito nel corso del tempo.
La rinascita della patata di Gavoi: un tesoro nascosto tra le vallate del Gennargentu.
Fino agli anni ’30 del secolo scorso, la patata di Gavoi rappresentava un elemento fondamentale del paesaggio agricolo della regione della Barbagia, nel cuore del massiccio del Gennargentu. Coltivata nei fertili terreni delle vallate, a un’altitudine di circa 700 metri, questa varietà locale si distingueva per le sue caratteristiche uniche e il suo ruolo di primo piano nell’alimentazione e nella cultura di questa zona remota e affascinante della Sardegna. La sua presenza si faceva sentire nei campi, nelle case e nelle tradizioni popolari, contribuendo a definire l’identità di Gavoi e dei suoi abitanti. La sua coltivazione, intensa e radicata nel tempo, aveva raggiunto livelli significativi, come testimoniano i dati del Catasto del 1929, quando si contavano ben 671 ettari dedicati alla coltivazione di questa patata, con una produzione di circa 6000 quintali nello stesso anno. Un vero e proprio patrimonio agricolo, che rappresentava un’importante risorsa economica e culturale per la comunità locale.
Tuttavia, con il passare degli anni, questa tradizione ha subito un drastico declino. Le varietà commerciali di patate, più facilmente adattabili e produttive, hanno progressivamente preso il sopravvento, sostituendo la patata di Gavoi nelle coltivazioni intensive. La ridotta produttività di questa varietà e le frequenti virosi che affliggevano i tuberi hanno contribuito alla sua progressiva scomparsa dai grandi terreni agricoli, lasciando spazio a produzioni più commerciali e standardizzate. Nonostante ciò, la patata di Gavoi non è scomparsa del tutto. Oggi, questa varietà antica viene ancora coltivata in alcuni orti familiari, come testimonianza di un patrimonio agricolo e culturale che si vuole preservare. La sua presenza si manifesta anche nella cucina tradizionale, dove viene utilizzata per preparare piatti tipici e riscoperti, mantenendo vivo il legame tra passato e presente.
La storia della patata di Gavoi è un esempio di come le tradizioni agricole possano essere messe da parte in nome della produttività, ma anche di come esse possano essere riscoperti e valorizzate, contribuendo a mantenere viva l’identità di un territorio. La sua vicenda è un richiamo alla tutela delle varietà locali, spesso dimenticate dall’omologazione commerciale, e rappresenta un patrimonio da preservare per le future generazioni. La sua storia ci ricorda quanto siano importanti le radici agricole di un territorio, e quanto il rispetto e la riscoperta delle varietà tradizionali possano arricchire non solo il patrimonio culturale, ma anche l’agricoltura del domani.
Descritta nelle varietà come la “Rossa di Gavoi” e la “Furistera di Gavoi”, queste patate erano caratterizzate da forme e colori distintivi. La “Rossa di Gavoi” presentava tuberi sferici con pasta di colore giallo intenso e buccia di colore ocra dorata, mentre la “Furistera di Gavoi” aveva tuberi ellittici appiattiti con pasta candida e buccia di colore ocra chiara.
Nonostante i cambiamenti nel panorama agricolo, la fama delle patate di Gavoi ha resistito nel corso del tempo. Eventi come “Ospitalità nel cuore della Barbagia a Gavoi” celebrano ancora oggi questa tradizione, offrendo il caratteristico pane di patate e vendendo i tuberi nei “magasinos” locali. La coltivazione delle patate di montagna continua, mantenendo vive le radici storiche e culturali della comunità, e il pane di patate “cohone cun fozza” rappresenta uno dei prodotti più tipici e identitari di Gavoi.
Gavoi fa parte della rete Associazione Città della Patata, che ha l’obiettivo di sostenere e sviluppare la qualità delle produzioni e dei territori nei quali il tubero più famoso al mondo è il vero protagonista della vita sociale, culturale ed economica. Un imprescindibile fattore identitario da tutelare e promuovere.
[Foto e info: Biodiversità Sardegna-Laore/Associazione Città della Patata].

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