Per le antiche vie del centro storico di Jerzu si possono ammirare undici murales che ritraggono le tradizioni rurali del paese, di recente realizzazione.

In un percorso non casuale, lo spettatore incuriosito è portato ad addentrarsi fino agli angoli più nascosti, agli scorci più remoti e sconosciuti, valorizzati da nuovi colori e forme, da stili moderni e da incantevoli paesaggi, da suggestivi ritratti e da antichi ricordi di cultura jerzese. Le pareti delle antiche case vestite a nuovo sono diventate delle tele su cui dipingere la memoria storica ed educare al bello chi ora si ferma a guardare incuriosito il vecchio centro storico, che ora non appare più abbandonato a sé stesso.

Tutto questo lavoro è il frutto dell’evento fortemente voluto dal Comitato per la valorizzazione del centro storico di Jerzu, promosso anni fa da Anna Maria Cerina e Gisella Contu. Un lavoro che finalmente dopo tanto tempo è stato portato a compimento. Fondamentale il supporto dell’amministrazione comunale e della Pro Loco.

Gli artisti che hanno impreziosito con la loro arte il paese provengono da diverse zone della Sardegna. Fra di essi citiamo: Marinella Careddu di Tertenia, Danilo Carta di Austis, Francesco Argiolu proveniente da Ballao, Michela Casula da Laconi, Fulvio Cocco da Selargius, Michele Gerra da Serramanna, Angelo Loi da Siniscola, Sandro Marchi da Gavoi, Antonio Milleddu da Cagliari, Fernando Mussone da Illorai, Mauro Patta da Atzara e Antonio Orru da Sanluri. I Murales sono in tutto 12, uno di essi è stato realizzato insieme da due artisti.

In una parete della via Manno si può ammirare un uomo a cavallo mentre, salendo verso l’antico centro storico, una parete della via Garibaldi è impreziosita da un murale che ritrae un suggestivo panorama del paese e “su carradori”, un antico mestiere. In uno scorcio, all’incrocio con la via Marconi, è ritratto ciò che rappresenta la ricchezza del paese, mentre in un piccolo scorcio del portico Josto in via Cavour, è ritratta la macinatura dell’uva. Salendo invece verso la chiesetta del centro storico, ci s’imbatte in un meraviglioso murale moderno che ritrae i culurgiones, tipico piatto del paese, mentre poco più sotto uno splendido murale azzurrino impreziosisce una parete del centro storico. Di fronte alla chiesetta sono ritratte tre anziane comari e in via Italia, nel cuore del centro storico, è dipinto uno splendido ritratto di una vecchina in costume.

Tra gli sguardi stupiti e incuriositi della popolazione, gli artisti con i loro murales sono stati accolti con favore e meraviglia. La popolazione jerzese si è dimostrata molto ospitale e tutti hanno dimostrato interesse, il mondo della scuola che con i suoi allievi si è recata per le vie del centro storico ad ammirare le nuove e suggestive opere d’arte.

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Indiana Pipps e la valle della memoria perduta, storia italiana pubblicata su Topolino 2203 del 1998 e disegnata dal celebre Bepi Vigna, ha tra i protagonisti nientepopodimeno che il celebre rettile-mostro baunese Su Scultone, che leggenda narra fosse stato ucciso da San Pietro.

Ma veniamo alla storia: Indiana Pipps fa una scoperta sensazionale ma tre misteriosi individui lo catturano. Nel frattempo, al sicuro a Topolinia, Topolino apre una lettera di Indiana che lo invita a raggiungerlo di tutta fretta proprio per renderlo partecipe della sua scoperta. Così il celebre topo dei fumetti approda in Sardegna, ma Indiana non ricorda nulla dei giorni precedenti. Ma come mai quest’amnesia? Questa la domanda dei due che si mettono quindi a investigare. Topolino e Indiana, dopo aver trovato nella tasca dell’archeologo un biglietto, giungono a Brunculungupuntu. Dopo che due pastori si rifiutano di dar loro informazioni, si rifugiano in un bar: mai decisione fu più saggia perché lì i due incontrano Kay Calvin, una reporter in cerca del famosissimo zoologo Olaf Oblung, giunto nell’Isola alla ricerca del temutissimo Scultone. Kay chiede proprio a Indiana perché sa che è stato proprio lui l’ultimo a vederlo, sebbene lui non ricordi ancora niente.

La reporter, Topolino e Indiana allora si mettono in viaggio. Lungo la valle trovano un indizio che svela che Indiana è stato lì, su questo non c’è dubbio. I tre, nella gola, sbattono su alcuni massi e perdono conoscenza. Si risvegliano in una valla paradisiaca, portati lì proprio dai pastori con cui avevano parlato poco tempo prima. Lì c’è anche lo zoologo che spiega loro che la tranquillità di quel posto, unita al fatto che non lo conoscesse nessuno, ha fatto sì che molte specie proliferassero indisturbate. Il professore quindi dà l’opportunità – dopo aver dato ai presenti degli occhiali speciali – di vedere il leggendario Scultone, e spiega anche il motivo dell’amnesia: chi guarda l’animale negli occhi senza gli occhiali, perde gli ultimi ricordi. I pastori non avevano svelato il mistero fino a rendersi conto che l’interesse delle persone era puramente scientifico, continua a parlare il professore, ma quando andranno via i ricordi di tutti verranno cancellati per preservare quel posto bellissimo e i suoi abitanti.

La reporter, però, a caccia di scoop, fa una foto all’animale e corre via verso la conferenza che ha indetto per svelare a tutti la verità. Ma prima della conferenza, quando il rullino viene portato a sviluppare, i due pastori, in accordo con il fotografo, scambiano la foto dello Scultone con quella di un asino. Quindi alla conferenza c’è solo… un bel po’ di risate!

Tornano quindi tutti alla valle e si sottopongono allo sguardo dell’animale leggendario, così dimenticano tutto e decidono di stare un po’ in spiaggia per rilassarsi, mentre dall’alto i pastori – con lo Scultone – li guardano, divertiti.