Villagrande, dicembre 2004: nella tragica alluvione, muoiono la piccola Francesca e sua nonna Assunta
Centinaia le persone che hanno sfiorato la morte con un dito. Per nonna Assunta e la piccola Francesca l'alluvione non ha dato scampo.
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È il pomeriggio del 6 dicembre 2004 quando il cielo della costa orientale dell’isola si fa plumbeo e decide di piangere tutte le sue lacrime. Di lì a poco anche gli abitanti di Villagrande faranno lo stesso, malgrado ancora non lo sappiano. C’è odore di tragedia, in quell’aria cupa che sa di morte e devastazione, e tutti, naso al cielo e non per guardare le stelle, possono sentirlo, possono annusarlo, possono temerlo. Ben presto la situazione appare chiara in tutta la sua gravità. Sul terreno in poche ore si deposita uno spesso manto di grandine, la pioggia – incessante e senza limiti – si occupa del resto.
I metereologi, nei tempi successivi – quando una tragedia è ormai avvenuta e rimane solo da chiedersi perché –, individuano come causa l’incontro di una corrente di aria fredda con una di aria calda, entrambe di proporzioni notevoli. Epicentro della perturbazione, la montagna che sovrasta il paesino dell’Ogliastra.
In un anno non siccitoso cadono 700 millimetri di pioggia, ma in quella sera infernale e nei giorni seguenti ne cadono 640 millimetri. La massa d’acqua, condita con massi e sabbia, precipita verso giù, travolgendo Villagrande senza che gli abitanti siano pronti. Dalla parte alta e in discesa, trascina via auto, rompe muri e spoglia portando via tutto ciò che trova nel suo cammino. È così che sono morte la piccola Francesca, tre anni e mezzo, e sua nonna Assunta, trasportate via dalla furia di un’onda fangosa.

Foto Remo Natali
Le persone si rifugiano nei piani superiori – in modo da sentirsi al sicuro –, sbucano passerelle di fortuna tra le case. Tutti tentano, in un modo o in un altro, di mettersi in salvo. Pianti e grida, richieste di aiuto e preghiere a quel cielo che vomita acqua senza dare il tempo di mettersi in salvo.
Chi è in paese trema. Chi non c’è tenta di arrivare presto dai propri cari. Centinaia le persone che hanno sfiorato la morte con un dito. Qualcuno parlerà poi di Apocalisse, e in effetti, in quella sera di dicembre la fine del mondo c’è stata: l’odore del Natale imminente è stato spazzato via da una tetra sensazione di morte.
Villagrande riscopre il suo passato: riqualificato lo storico abbeveratoio di via Roma

Torna a nuova vita uno dei luoghi simbolo della memoria collettiva di Villagrande.
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Torna a nuova vita uno dei luoghi simbolo della memoria collettiva di Villagrande. Sono terminati i lavori di riqualificazione dell’area dell’antico abbeveratoio di via Roma, spazio storico che per generazioni ha rappresentato un punto di incontro e socialità per la comunità.

L’intervento ha restituito decoro e valore all’area grazie al ripristino della storica fontana, alla realizzazione di nuove aiuole e all’installazione di due statue in ferro, elementi che arricchiscono il contesto urbano con richiami artistici e identitari. A completare il progetto, un murales di grandi dimensioni, ispirato a una fotografia degli anni Quaranta e Cinquanta, che racconta visivamente la vita e le tradizioni del paese.

I lavori sono ormai conclusi; resta soltanto da effettuare lo spostamento di un palo dell’illuminazione pubblica, ultimo passaggio prima della completa apertura dell’area ai cittadini. Un intervento che guarda al futuro senza dimenticare il passato, restituendo alla comunità un luogo carico di significato e rafforzando il legame tra storia, memoria e spazio urbano.
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