Muore a 86 anni Grazia Marine: fu la carceriera di Silvia Melis

Nel 2013, dopo sette anni di detenzione a Badu 'e Carros, per i suoi problemi di salute era stata scarcerata e sottoposta agli arresti domiciliari nella sua casa di Orgosolo
È giunta alla fine la vita di Grazia Marine, la donna di Orgosolo coinvolta nel sequestro della giovane tortoliese Silvia Melis nel lontano 1997. La sua morte, avvenuta all’età di 86 anni, è stata segnata da una lunga malattia, che l’ha tenuta ricoverata all’ospedale San Francesco di Nuoro.
Grazia Marine, figura chiave nell’oscuro episodio del sequestro di Silvia Melis, aveva fatto scalpore nei titoli di giornale nel corso del processo che ne seguì gli eventi. La donna fu condannata a 25 anni e sei mesi di reclusione con una sentenza definitiva.
Il sequestro di Silvia Melis aveva sconvolto l’opinione pubblica e gettato nel terrore la piccola comunità sarda. Il rapimento era avvenuto il 17 novembre 1997, e la vicenda aveva destato preoccupazione e indignazione a livello nazionale.
Durante il processo, Grazia Marine emerse come la “carceriera” della giovane vittima. La sua figura divenne simbolo di un’oscura connessione con il crimine, incanalando la rabbia della comunità contro di lei. La sentenza di condanna a 25 anni e sei mesi di reclusione sembrava segnare la fine di una vicenda dolorosa, ma la storia di Grazia Marine prese una piega inaspettata nel 2013.
Dopo sette anni trascorsi dietro le sbarre nel carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros, venne scarcerata a causa dei suoi gravi problemi di salute. La sua condizione richiese cure che non potevano essere fornite adeguatamente nel contesto carcerario. Così, la donna fu posta agli arresti domiciliari nella sua casa di Orgosolo.
Questo capitolo finale della sua vita rappresenta la conclusione di una vicenda intricata e dolorosa. La morte di Grazia Marine porta con sé riflessioni sulla giustizia, sulla pena e sulla complessità delle vicende umane.

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