Il profondo desiderio di maternità e le 9 fecondazioni assistite andate male: la parola alla scrittrice Emma Fenu
Alle donne nella sua stessa situazione consiglia l’amore per la vita e la positività sempre.
Scrittrice. Studiosa di storia e letteratura delle donne. Insegnante di scrittura creativa ed emotiva e counselor. Amante delle antiche leggende sarde. Curatrice di un portale che parla di letteratura con voce di donna – la stessa che, maltrattata e seviziata, lei difende diffondendo consapevolezza – ma che è rivolto anche agli uomini.
Emma Fenu è nata nell’Isola, la stessa che sente dentro di sé come le scorresse nel sangue, ma si trova in Danimarca per esigenze lavorative. Nei suoi romanzi e saggi, la Sardegna si respira a pieni polmoni.
Ma è anche una donna cui il destino ha negato il suo desiderio più grande.
«A 29 anni circa ho iniziato a cercare un figlio sospendendo l’assunzione della pillola. Lo desideravo da anni, ma ho voluto dedicarmi ai miei studi, essendo giovane e ritenendo importante investire sulla mia formazione di persona per essere una Donna completa e una madre migliore» racconta. «O almeno tentare di esserlo.»
Ma è chiaro sin da subito che non sarebbe stato semplice… eppure, non c’erano motivi particolari per cui non si riuscisse a concepire.
«Dopo un anno di tentativi, ho iniziato con vari esami, anche piuttosto invasivi: nonostante una lieve endometriosi e un precedente intervento per la rimozione di una cisti, nulla sembrava d’ostacolo a un concepimento naturale. Mi suggerirono di rilassarmi e passarono altri due anni.»
E poi arriva una nuova strada, la fecondazione assistita, ossia una tecnica medica piuttosto invasiva che ha, come obiettivo, il favorire la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo.
«È una decisione arrivata tardi perché nel frattempo ho divorziato, mi sono innamorata, risposata e sono espatriata prima in Medio Oriente poi in Danimarca» racconta la Fenu. «Ai miei 39 anni abbiamo deciso con entusiasmo di affidarci alla procreazione medicalmente assistita.»
Ma quando la prima va male Emma Fenu e il marito Pietro non si danno per vinti, nonostante la tristezza. «Eravamo tristi ma consapevoli che c’è una percentuale di fallimento. Il mese dopo ho iniziato un altro ciclo, con l’appoggio dei medici.»
Ma purtroppo il fato continua a non essere clemente.
«Ho fatto 9 fecondazioni assistite. Il momento più duro è stato metà percorso e l’ultimo tentativo,» spiega «ossia i momenti in cui abbiamo deciso di crederci fortemente, di pensare che sarebbe stata la volta buona. Anche questo atteggiamento di fiducia e ottimismo è un consiglio dei medici.»
E come affrontano una situazione simile due persone che ci avevano ardentemente creduto? Be’, inizialmente con dolore e rabbia – spiega la scrittrice. «Successivamente ancora con dolore, ma soprattutto con l’accoglienza dell’altro, sentendoci uniti.»
Forse, dice, ne farà un’altra, dato che ha embrioni crioconservazioni. «Non lo so» ammette.
E per l’adozione? Sì, la Fenu ci aveva pensato.
«Certo, l’adozione è stata la prima scelta ma per questioni legate prima al fatto che vivevano da meno di tre anni in Danimarca, poi dal fatto che il lavoro di Pietro non garantisce stabilità, abbiamo optato per la procreazione medicalmente assistita. E ho accantonato il percorso di adozione: molti riescono a portare avanti entrambe le strade; per me, decisione totalmente personale, sarebbe stato troppo impegnativo per continuare una vita serena, nel rispetto del mio corpo e della mia anima.»
Alle donne nella sua stessa situazione consiglia l’amore per la vita e la positività sempre.
«Direi loro di non disperare, perché la vita non dà sempre ciò che chiediamo, è ingiusta e crudele, ma se apriamo gli occhi al mondo c’è qualcosa solo per noi che ci aspetta. E di mollare o non mollare ascoltando solo il proprio cuore, il partner e il medico: tutti gli altri sono ininfluenti. Decidete e non giustificatevi. E non perdete mai il sorriso.»
E, riguardo la domanda spinosa sul diritto all’aborto – anche perché chi è contro questo diritto importantissimo spesso parla di chi i figli li desidera, ma non arrivano –, la Fenu è perentoria: «Da Donna che ha avuto aborti spontanei, da Donna che ha cercato un figlio oltre i propri limiti, sono favorevole all’aborto. La vita mi ha insegnato il rispetto, l’accoglienza, la difesa dei diritti. E se amo la vita, non voglio che nessuna muoia in un aborto clandestino.»
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