«Mai sentita l’esigenza di diventare madre»: la parola a Sabrina Caredda, imprenditrice arbataxina

È tabù parlarne, come se le libertà di scelta personali non siano da difendere sempre e comunque, ma ancora nel 2023 c’è chi pensa che una donna che non desidera figli sia “incompleta” e “a metà”. Ne parliamo con Sabrina Caredda, che non ha mai sentito l'esigenza di diventare mamma
È tabù parlarne, quasi come se le libertà di un essere umano – e di una donna nella fattispecie – non siano da difendere sempre con unghie e denti, ma è un concetto che si fa largo sempre più, sebbene osteggiato da tanti: non tutte le persone sono uguali e desiderano camminare negli stessi percorsi delle altre, non tutte le persone hanno le stesse ambizioni, brame o sogni. Sta di fatto che le donne che oggi, nel 2023 – 2023, eh, mica nel Medioevo –, non hanno mai desiderato mettere al mondo dei figli perseguendo questa scelta di vita in maniera consapevole vengono spesso considerate “a metà”. A metà, poi… ma a metà di cosa? Quando? Perché?
«Mai sentita l’esigenza o il desiderio» spiega Sabrina Caredda, imprenditrice e artista arbataxina, da anni impegnata nella promozione turistica ogliastrina. «Quando alle superiori si parlava tra compagne di famiglie numerose io strabuzzavo gli occhi. Forse perché sono uno spirito libero o forse anche perché non ho mai avuto fortuna in amore. I figli si fanno come espressione d’amore non per costringere una persona a stare con te a tutti i costi.»
Certo che pressioni, per le donne dai venticinque ai quaranta, ce ne sono a iosa ma la Caredda non si è mai fatta intimidire: «Ho un carattere forte, non mi è mai importato granché il giudizio degli altri, specie sulle mie scelte di vita.»
Come spiega l’imprenditrice, la frase più gettonata per “convincere” una persona a “cambiare idea” è una: «“Guarda che poi da vecchia resterai sola” mi dicevano… ma a me viene solo da pensare a quanti anziani con figli vengono portati in struttura o lasciati da soli in casa. Io invece penso un’altra cosa: se ci si comporta bene col prossimo non si resta mai soli nemmeno da vecchi.»
E via tra “saranno i bastoni della vecchiaia”, “sono le gioie più grandi della vita”, “senza sei incompleto” e chi più ne ha, ne metta. Ma appunto, com’è giusto che sia, una cosa bellissima per una persona per un’altra sarebbe un incubo: e allora perché non rispettare le esigenze, evitando giudizi e consigli non richiesti?
Certo, come afferma, in tante sono state obbligate dal peso della società ad andare contro i propri desideri, per svariati motivi.
Il miglior modo per seguire se stessi, senza perdere il filo del proprio cammino? La Caredda è perentoria: «Semplice! Imparare ad usare la propria testa a prescindere dal giudizio degli altri. Posso accettare consigli, mai imposizioni di qualunque tipo esse siano e da chiunque arrivino. Non ti sto bene? Gira e vai! La vita è mia, non tua.»
«Sarei più disposta all’adozione,» aggiunge «ma allo scopo di aiutare dei bimbi sfortunati, non per sentirmi “mamma” ad uso esclusivo. Mi sento “mamma” anche quando “sottovoce” mi occupo dei ragazzini de biginau. Chissà se da grandi si ricorderanno di me… forse più del pane con nutella che gli feci trovare in piazza dopo avermi aiutata a fare piccoli lavori di abbellimento per il loro stesso paese.»
Intanto, la Caredda è zia di tre bellissimi nipoti: «Due femmine che ho visto nascere e un maschio, e guai a chi me li tocca. Assistetti ai parti anche per scoprire se l’emozione del momento mi avrebbe fatto cambiare idea sulla maternità… in realtà così non è stato. Ci sono donne madri e donne che lo diventano.»

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