In Sardegna c’è un carcere spagnolo del ‘600 perfettamente conservato e visitabile. Ecco dove si trova

Si tratta del carcere aragonese di Seui, che è ancora oggi perfettamente conservato e visitabile.
Nel cuore della Sardegna, in Ogliastra, c’è un carcere di origini spagnole che risale alla metà del XVII secolo.
Si tratta del carcere aragonese di Seui, che è ancora oggi perfettamente conservato e visitabile, soprattutto in occasioni di festività importante, come per “Su Prugadoriu”, la festa dei morti che si svolge ogni anno in paese.
“Il carcere spagnolo, situato in via Cesare Battisti, sorge nella metà del 1600, rimane funzionante in epoca sabauda e fino al 1975 come carcere mandamentale della Repubblica italiana – si legge nella pagina internet del Comune di Seui -. Pertanto può essere considerato l’emblema dell’amministrazione di giustizia nella Barbagia di Seulo degli ultimi 300 anni. Su un adattamento di una casa di civile abitazione, si presenta con una struttura a pianta quadrata disposta su tre livelli, ognuno con un ingresso, più un parziale sottotetto detto “su staulu farzu” e un cortile per l’ora d’aria. Può essere suddiviso idealmente tra parte abitativa, (cucina, camera da letto del carceriere e staulu farzu) e parte detentiva (ufficio del carceriere, cella femminile, cella di rigore e cella maschile).
“Le condizioni di detenzione dovevano essere particolarmente drammatiche, sia per i detenuti della cella di rigore, che era pavimentata in terra battuta e priva di finestre per il ricambio dell’aria, che per i detenuti della grande cella maschile, come ancora oggi testimoniano le scritte e le suppliche lasciate sulle volte nel corso del tempo – si legge ancora -. Il museo è unico nel suo genere, perché fa rivivere le drammatiche condizioni di vita dei carcerati, al tempo in cui il sistema poliziesco e giudiziario veniva applicato nell’isola dai feudatari. Interessanti, inoltre, i risultati degli studi che riguardano gli interventi del medico sui carcerati e quelli sulle pozioni e i rimedi che il farmacista preparava e forniva per conto del Comune. La lista delle erbe e delle piante è di notevole interesse e rappresenta uno spaccato di vita, non solo carcerario, ma dall’intera comunità seuese visto che, i preparati farmaceutici venivano somministrati a chiunque ne avesse bisogno. Il Comune pagava sia per le persone in condizioni di assoluta miseria sia per gli “ospiti” del carcere”.
(FOTO E INFO: COMUNE DI SEUI).

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