Il mistero della lapide di Barberina Piccolina al cimitero monumentale di Sassari: conoscete la sua storia?

Una minuscola sepoltura nel cimitero monumentale di Sassari con un'epigrafe: "A Barberina Piccolina, la quale bastò a se stessa". Vi raccontiamo la sua storia.
La singolarità della minuscola sepoltura è rappresentata della epigrafe, dietro cui si cela una storia quasi ormai del tutto dimenticata. Ringraziamo Marco Atzeni dal gruppo “Cimitero monumentale di Sassari” per foto e informazioni.
“Barberina Piccolina nacque a Sassari nel 1833 in una famiglia benestante dedita alla burocrazia. Il padre Angelo Luigi lavorava immerso nei fascicoli dell’ufficio del regio patrimonio, mentre la mamma Chiara Maria Oggiano era la figlia d’un notaio. Barberina, fin da bimba, s’abituò al fatto che pochi la chiamassero correttamente. Per molti era Barbarina (con la “a”), mentre altri pensavano che il curioso cognome fosse il nome. Quel cognome, in realtà, aveva radici liguri, infatti, quando a metà ‘800 papà Angelo Luigi andò in pensione, la famiglia prese dimora anche a Genova, in via Alessi, nell’antico quartiere di Portoria.

Foto da Cimitero Monumentale di Sassari
Barberina aveva due fratelli, Antonio e Salvatore, che tra Liguria e Toscana ricalcarono la carriera impiegatizia del padre, ma soprattutto c’era la sorella più grande, Francesca Rosa, che aveva sposato a Sassari il potente colonnello Giuseppe Tharena. Purtroppo, nel 1869, proprio l’adorata sorella morì a Genova. Il padre di Barberina non resse al lutto, mentre lei, con l’animo a pezzi, adottò i nipoti, rimasti orfani. Barberina, all’epoca quasi quarantenne, non aveva figli suoi e, tra l’altro, sorseggiando il tè ribadiva alle amiche di non volere un uomo a fianco.
Passarono così i decenni, morti ormai entrambi i suoi genitori, i due fratelli maschi e il cognato, Barberina, ancor più ritirata, continuò a dedicarsi ai nipoti, divenuti giovani adulti. Gestiva pure il denaro arrivatole proprio dai due fratelli che, come lei, non ebbero discendenza. Nell’inverno del 1893, si spense silenziosa in un appartamento della graziosa palazzina di via Roma 22, dove viveva in affitto. Aveva 59 anni. Fu sepolta al cimitero monumentale di Sassari, da sola, come fu in vita, e non poteva sapere che il suo nome particolare e le poche parole volute sulla lapide dagli adorati nipoti l’avrebbero resa immortale, suscitando l’interesse di generazioni di sassaresi che da 130 anni vi passano davanti domandandosene il significato.
L’epitaffio recita enigmatico: “A BARBERINA PICCOLINA, LA QUALE BASTO’ A SE STESSA, DECEDUTA IL DI’ 8 FEBBRAJO 1893, I NIPOTI RICONOSCENTI”. Se volete, passateci, e ditele che ora conoscete la sua storia”.

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