Il semaforo di Punta Falcone: un gioiello abbandonato con vista sulla Corsica

La storia del punto più settentrionale dell’isola, dalla regolamentazione del traffico navale alla dismissione della rete costiera nazionale, oggi totalmente abbandonato
La creazione del semaforo è stata una risposta alla tragedia del naufragio della fregata francese Sémillante nel 1855. Dopo quasi un secolo di attività, il semaforo è stato dismesso con l’introduzione di nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Oggi la struttura è ridotta a uno scheletro.
Situato sulla collina di Punta Falcone, offriva una visuale spettacolare sullo stretto e sulla Corsica, come raccontano bene gli amici di www.sardegnaabbandonata.it
Il semaforo di Punta Falcone, costruito per dirigere il traffico navale sulle Bocche di Bonifacio, ha continuato a funzionare fino all’introduzione delle nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’area circostante si affollò con l’installazione di batterie antiaeree e antinave.
Dopo quasi un secolo di servizio, il semaforo fu pensionato con la dismissione della rete costiera nazionale. Oggi, la struttura è ridotta a uno scheletro fatiscente, spogliata di mobilio e tracce umane, ma offre ancora una vista panoramica sulle Bocche di Bonifacio e sulla Corsica. La sala centrale e la vecchia asta semaforica sono murate, ma la terrazza sovrastante offre una vista mozzafiato sulla zona circostante.

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Lo sapevate? La Sardegna vanta una delle coperture boschive più estese d’Italia e d’Europa

La Sardegna, con oltre un milione di ettari di foreste, rappresenta un vero tesoro verde tra i più vasti non solo d’Italia ma anche d'Europa.
Forse non tutti sanno che la Sardegna vanta una delle coperture forestali più estese non solo d’Italia, ma dell’intera Europa. Si tratta di un vero patrimonio naturale, frutto della storia e dell’eredità ecologica lasciata dai nostri antenati. Le leccete, le sugherete e le pinete litoranee che caratterizzano il paesaggio sardo non sono soltanto elementi di bellezza paesaggistica, ma rivestono un ruolo ecologico e ambientale fondamentale.
La superficie forestale complessiva dell’isola ammonta a circa 1.300.000 ettari. Di questi, oltre 626.000 ettari sono classificati come “bosco”, con una prevalenza di foreste ad alto fusto che superano i cinque metri di altezza e coprono oltre il 10% del suolo. Le formazioni boschive più diffuse sono le leccete, che si estendono per oltre 255.000 ettari, seguite dalle sugherete, che occupano circa 152.000 ettari. Un ruolo importante lo ricoprono anche i querceti caducifogli, con circa 88.000 ettari, e le pinete mediterranee, che coprono oltre 34.000 ettari.
Accanto alle aree forestali vere e proprie, le cosiddette “altre terre boscate”, come gli arbusteti, rappresentano un’ulteriore risorsa: ben 558.000 ettari, pari a quasi la metà del totale nazionale. Questo immenso polmone verde ha anche un impatto cruciale sulla salute del pianeta: si stima infatti che i boschi sardi immagazzinino circa 20 milioni di tonnellate di carbonio. Un solo ettaro di bosco mediterraneo è in grado di assorbire in media tra 1,6 e 1,9 tonnellate di carbonio all’anno, contribuendo in modo significativo alla lotta contro il cambiamento climatico.
La gestione sostenibile di questo patrimonio è un tema centrale. Oltre il 65% della superficie forestale della Sardegna è di proprietà privata, un dato che rende indispensabile la collaborazione tra istituzioni pubbliche e soggetti privati. Questa sinergia è fondamentale non solo per la tutela delle foreste, ma anche per la prevenzione degli incendi e per promuovere uno sviluppo ambientale equilibrato. Proteggere questi numeri significa proteggere il futuro verde della nostra isola. Fonte Agenzia Regionale Forestas.

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