«La Sardegna? Un paradiso»: la parola all’ucraino Pavlo Lupiychuk, da anni in Ogliastra
Si chiama Pavlo Lupiychuk, ha trent’anni ed è nato in Ucraina, ma si è presto innamorato follemente della Sardegna: «La Sardegna, l’isola delle meraviglie… questo posto che potrei paragonare al paradiso terrestre mi è entrato subito nel cuore. Mi innamoro sempre di più di quest’Isola, alla fine è diventata casa mia.»
«Dopo aver vissuto in Sardegna, non so se c’è un posto nel mondo dove preferirei stare. Sto pensando di visitare anche altri Paesi, ma più per fare esperienza, magari anche lavorativa. Non sarebbe male fare qualche stagione all’estero. Voglio anche che la guerra nel mio Paese finisca al più presto, così potrei incontrare di nuovo i miei parenti, i miei amici e rivedere il Paese dove sono nato. Però sinceramente, dopo aver vissuto in Sardegna, non so se mi trasferirei: mi trovo bene qui.»
Si chiama Pavlo Lupiychuk, ha trent’anni e vive e lavora a Tortolì-Arbatax. Ama l’Isola ma il suo cuore è diviso tra questo lembo di terra e quello che gli ha dato i natali, l’Ucraina così – in questo difficile periodo storico – massacrata.
Facciamo un tuffo nel passato. In Italia, e più precisamente a Cagliari, arriva per la prima volta a 17 anni. Un’esperienza bellissima, così la descrive, e chissà se in quel lontano 2010 immaginava che proprio in questo posto dall’accento duro, forte, e dai capolavori naturalistici avrebbe messo poi radici, non dimenticando mai la bellezza della sua Ucraina.
«Dopo qualche anno, poiché mia madre lavorava già in Sardegna, ha fatto la richiesta per il ricongiungimento familiare, così ho avuto la possibilità di rimanere in Sardegna» racconta. «Studiando all’università, in Ucraina, potevo venire a stare in Sardegna solo d’estate. Dopo aver finito gli studi, però, mi sono potuto trasferire qui. In Ucraina tornavo ogni tanto, ma questo prima del lockdown da Covid19.»
È dal lontano 7 marzo 2020 che Pavlo – come racconta, con una punta d’amarezza – non torna nella sua terra d’origine, poi invasa dalla Russia.
La scelta di stare in Ogliastra arriva, seppur forse in maniera inconsapevole, nel 2015: il trentenne e alcuni amici, nel 2015, visitano Tortolì e Arbatax e ne rimangono affascinati. «Mi era piaciuta tantissimo, avevo dei bellissimi ricordi. Poi nel 2019 ho visto l’annuncio dell’Arbatax Park Resort, c’era un posto. Sapendo parlare più lingue, ho deciso di provare e sono stato assunto. Sono molto grato all’azienda e alle persone che ho conosciuto nel Resort, qui ho trovato la passione e la soddisfazione per il mio lavoro.»
«Potrei paragonare tutta la Sardegna a un paradiso,» aggiunge «perché così mi sembra davvero.»
La nostalgia per la sua Ucraina arriva spesso, soprattutto da quando la guerra imperversa: «Non avrei mai potuto immaginare potesse accadere una cosa simile» ammette. «Provo molta preoccupazione per i miei cari, per i parenti e gli amici e molta rabbia per il fatto che qualcuno si permetta di entrare nella mia terra, quella dove sono cresciuto, per uccidere, rubare e seminare il male. Spero che riusciremo presto a vincere contro la tirannia e una delle ultime dittature rimaste per portare la pace non solo in Ucraina ma in tutto il mondo. Ricordatevi: “Dopo la notte buia arriva sempre il sole, come il bene vincerà sempre contro il male!” Lo spero, lo aspetto e ci credo tantissimo: la pace arriverà al più presto.»
Ma facciamo un ulteriore passo indietro: quando arriva nell’Isola, Pavlo si mette subito a studiare la lingua. «Mi sentivo integrato e accolto, però ero consapevole del fatto che ancora interagissi solo con persone ucraine e poco con persone di qui. Dopo aver superato l’esame di lingua italiana sono diventato più sicuro di me stesso e ho iniziato a stringere amicizia anche tra i ragazzi italiani: mi sono sentito molto accolto. Dopo aver superato la barriera linguistica, ho iniziato a sentirmi più come a casa.»
Diversi i lavori che fa: manovale nei cantieri, macellaio – lavori che, peraltro, gli permettono di imparare la lingua appieno, passo dopo passo. «Dopo anni di lavoro, ho imparato di fare anche le cosiddette “Cordule” o “Trecce di Agnello”, e credo di potermi mettere in competizione con i migliori che lo sanno fare» afferma. «Nel 2019, dopo essere entrato a lavorare nel Arbatax Park Resort, ho deciso che questo è il lavoro dei miei sogni, è una meraviglia.»
Le difficoltà? Ci sono sempre, chiarisce. Tra documenti e altre cose, spesso, soprattutto inizialmente, si sente sfinito. «Essendo una persona solare, per me la vita è già una gioia. Avevo un livello di vita più alto, potevo vivere vicino al mare: tutto questo era già molto per me: sono molto grato ai miei genitori che mi hanno dato la possibilità di vivere una vita su questo pianeta.»
Lingua e lavoro: questi gli ostacoli più grandi, ma Pavlo non si perde mai d’animo e vede in ogni nuova difficoltà una sfida: «Cercavo sempre di fare tesoro delle esperienze che facevo, ho dimostrato pian pianino a me stesso che non c’è nulla di impossibile.»
Un solo, grande dolore minaccia a un certo punto di buttarlo giù: la morte del suo migliore amico, che purtroppo si toglie la vita: «La cosa più difficile in assoluto da affrontare.»
E intanto, l’amore per l’Isola lo custodisce nel petto, tra cuore e anima.
«Vorrei parlare un po’ della Sardegna. La Sardegna, l’isola delle meraviglie… questo posto che potrei paragonare al paradiso terrestre mi è entrato subito nel cuore. Mi ha stupito con la sua storia, con la cultura, con le tradizioni e in particolare con le sue tantissime spiagge dall’acqua cristallina, così belle e diverse l’una dall’altra. Un posto incantevole fin dal primo sguardo» spiega. «Mi innamoro sempre di più in Sardegna, alla fine è diventata casa mia. La sua natura incontaminata, i suoi luoghi, i boschi, le caverne, anzi tutta l’Isola è estremamente naturale e intatta: questo per me è essenziale per un posto dove vorrei tornare e dove, magari, potrei persino rimanere per sempre. Un’esperienza davvero magica. Potrei parlare per ore del cibo sardo, una tradizione culinaria che non ha nulla da invidiare a nessun altro posto. I malloreddus, la bottarga, le panadas, le sebadas, i formaggi sardi, i salumi, persino i dolci sardi: al solo pensiero mi viene voglia di mangiare. La Sardegna è il posto dove vorrei sempre tornare, o meglio, dove vorrei rimanere.»
Le discriminazioni, spiega, sono solo all’inizio e perlopiù legate al fatto di non riuscire a parlare italiano correttamente: «I primi anni si sentiva molto, però sono riuscito a integrarmi, sono riuscito a superare le mie paure e i miei difetti. Cercavo sempre di migliorare e di riuscire a far diventare amici le persone a cui magari stavo all’inizio antipatico. Essendo una persona sincera e onesta, ero sempre contro la violenza e le discriminazioni, cercavo sempre di aiutare i più piccoli e i più deboli. Un’altra grandissima esperienza è stata la mia partecipazione al progetto dell’Associazione Vele Corsare di Tortolì, insieme all’Erasmus+, che ha coinvolto altri 25 giovani da diversi Paesi che alla fine sono diventati miei grandissimi amici. Il tema del nostro corso era “La discriminazione e come combatterla”. Abbiamo riscontrato moltissimi casi di soprusi e, facendo moltissime attività, abbiamo capito come accettare e voler bene a chi ti sta intorno. Spero che tutti nel mondo un giorno riescano a superare queste barriere e voler bene alle altre persone così come sono: può essere che siamo tutti diversi, ma secondo me la diversità è ciò che ti fa diventare unico e tutti lo siamo.»
Per migliorare sul versante integrazione, Pavlo dà una lezione importante: «Basterebbe essere un po’ più aperti alle persone, organizzare dei programmi per permettere alle persone di conoscersi meglio e di condividere le esperienze, le tradizioni, lo spirito. Programmi come quello a cui ho partecipato grazie alle Vele Corsare, insomma, ma a livello locale, con persone da altri Paesi che vivono in Sardegna e in Italia, non dividendole in gruppi ma cercando di unirle tutte le une alle altre, con le loro diversità. È stata per me una bellissima esperienza visitare il municipio con il nostro gruppo di Erasmus+: l’allora Sindaco Cannas ci ha accolti e ci ha dato la possibilità di sentirci ancora di più parte della società. E bisogna sempre trattare gli altri come vorresti essere trattato.»
E i pregi di Italia e Ucraina?
«Pregi dell’Italia? Il livello di vita, la qualità del cibo, la cucina italiana, la pizza (il mio cibo preferito), e la natura bellissima. In particolare, il pregio dell’Italia è la Sardegna! Dell’Ucraina? Il popolo molto unito, il cibo e la natura.»
E speriamo che Pavlo possa presto tornare ad abbracciare i suoi parenti e i suoi amici in Ucraina, quando tutto il male che sta devastando quel pezzo di mondo finirà e potrà, finalmente, regnare la pace.
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