Chiara Gambella, veterinaria esperta in animali esotici. Un consiglio? “Prima informarsi e poi acquistare”

La sua vita è composta da visite a pazienti particolari: abbiamo criceti, conigli nani, cincillà ma anche pitoni reali, pogone, gechi, ratti domestici, petauri. I consigli di Chiara Gambella, veterinaria esperta in animali esotici, a chi si vuole avvicinare a questo mondo affascinante ma particolare e difficile da gestire.
Classe 1986. Segni particolari? Grande amore per tutti gli animali – ma proprio tutti, eh. Professione? Be’, non può che essere veterinaria esperta in esotici: la quotidianità della 37enne Chiara Gambella, sassarese, è composta da visite a pazienti, ehm, particolari… abbiamo criceti, conigli nani, cincillà ma anche pitoni reali, pogone, gechi, ratti domestici, petauri, e chi più ne ha, ne metta.
Il mondo dell’esotico, sul quale tanta è la disinformazione, necessita di figure come la sua.
«Avevo cinque anni» racconta Gambella «quando dicevo che avrei fatto l’oculista degli animali, poiché era l’unica figura medica che avevo conosciuto. Sono cresciuta circondata da animali e con una gatta, Isotta, che aveva un anno più di me, morta quando io avevo 18 anni».
Una passione nata molto presto, la sua, e che nel tempo è cresciuta divenendo un mestiere, complice lo zampino della famiglia: «I miei nonni amavano gli animali: quello materno ha sempre avuto cavalli, quello paterno veniva da una famiglia che aveva sempre vissuto a contatto con gli animali in campagna, quindi diciamo che poi per me è diventata una scelta naturale. Ma senza l’appoggio dei miei genitori, che mi hanno permesso di studiare anche al di fuori dell’Italia, probabilmente non sarei riuscita a raggiungere questo risultato».
Sì, perché non si diventa veterinari esperti in esotici in maniera semplice, laureandosi semplicemente in Medicina e Chirurgia: «Purtroppo la facoltà ai tempi non faceva corsi per indirizzarti sugli esotici, io ho fatto la gavetta da una veterinaria che si occupa solo di esotici ed è entrata a far parte della SIVAE (Società Italiana Veterinari Animali Esotici) in cui oggi ricopre il ruolo di Delegata Regionale per la Sardegna. Poi sono partita per Madrid dove ho conseguito un Master di Medicina e Chirurgia degli animali esotici e lì sono rimasta a lavorare per 14 mesi per due dei docenti del master».
Adesso la Gambella, rientrata in patria, lavora a Sassari, a Nuoro, a Oristano, a Olbia e – sporadicamente – anche a Tortolì.
Viene da chiederle quante situazioni spiacevoli legate a questo mondo così speciale le capitino di fronte agli occhi, tra pitoni e boa abbandonati nel cuore di grandi città, petauri ritrovati a vagare in mezzo al sole in ogni dove, stabulazioni errate, disinformazione e anche ignoranza. Gli animali esotici, del resto, sono appunto particolari, provenienti da zone con climi e umidità differenti rispetto a quelle italiane. Spesso bisogna acquistare spot o tappetini riscaldanti, ma anche luci che simulino quelle del sole. Spesso hanno anche un’alimentazione particolare, composta da insetti vivi. E spesso vengono maltrattati – e ricordiamo che maltrattamento non è solo picchiare o uccidere un animale, ma anche non fornirgli le condizioni di vita.
«Direi che, a parte il dispiacere iniziale per un animale che soffre, penso sempre che il mio compito sia di aiutare i proprietari a capire dove stanno sbagliando» spiega, con la dolcezza che la contraddistingue. «Chiaramente ci vuole della compliance anche da parte loro.»
Per chi si vuole approcciare a questo mondo, è perentoria: «Ci sono molte persone che prima comprano – o adottano – e solo dopo si preoccupano delle conseguenze. Ecco direi che la cosa più importante sia quella di fare esattamente il contrario, prima bisogna informarsi sulla tipologia di animale che si vuole acquistare, quindi necessità alimentari, di stabulazione, di interazione con noi. Solo dopo consiglio di comprarlo.»
I pazienti della Gambella sono quindi vari, ma per lei tutti speciali: «Amo qualsiasi animale,» racconta «anche quelli con il carattere più difficile».
E, quando le si chiede quale sia stato l’animale più raro, particolare, che abbia visitato, risponde sicura: «A Madrid, una scimmia della specie Callicebus Caquetensis… è stata ricoverata per circa un mese ed era amo diventate grandi amiche!».
E speriamo che i neofiti – chi si approccia a questo mondo per la prima volta – ascoltino i consigli della Gambella: prima informazione, poi acquisto, e mai il contrario.

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