I sardi Piras e Pistidda a caccia di fantasmi nella Necropoli Su Crucifissu Mannu: «Abbiamo parlato con il custode»

Gavino Pistidda e Francesco Piras a caccia di fantasmi nella Necropoli de Su Crucifissu Mannu, poco lontano da Porto Torres.
Non vogliono essere chiamati ghostbusters, ma sono appassionati di paranormale e di entità particolari chiuse – intrappolate o lì per scelta – in luoghi speciali, di solito antichi.
Francesco Piras e Gavino Pistidda, i due sassaresi a caccia di fantasmi con la loro associazione Infinito Mistero Paranormale, hanno fatto una spedizione alla Necropoli de Su Crucifissu Mannu, complesso di Domus de Janas scavate in un banco di roccia calcarea poco lontano da Porto Torres. Nella Necropoli, usata dal Neolitico Recente fino al Bronzo Antico, sono state rinvenute 22 tombe.
«Il sito» raccontano «si presenta come un’unica struttura suddivisa in diversi vani. Le nostre indagini hanno suscitato così tanto interesse che abbiamo deciso di portare con noi un esterno, del quale per motivi di privacy non faremo il nome e che non si vedrà nel video che abbiamo caricato sul nostro canale di YouTube.»
Ma vediamo cos’è successo. Iniziano le riprese e – come raccontano – un bellissimo tramonto, che poi lascerà il posto a una notte rischiarata da una bellissima luna piena, dà inizio a questa spedizione paranormale.
«Tutte le indagini» precisano «sono state fatte con attrezzature professionali: telecamere con visore notturno Sony e rilevatore IR, rilevatori di onde elettromagnetiche (K2), Spirit pod, Echovox e microfoni professionali ad alta frequenza Zoom, che rilevano ciò che ad orecchio nudo non si riesce a percepire.»
Appena iniziano a esplorare il sito, i due notano qualcosa.
«Abbiamo iniziato ad avere i primi riscontri dal K2. Dopo diverse domande, abbiamo capito di essere all’interno di una vecchia abitazione. Abbiamo quindi fatto la fatidica domanda: “Ti stiamo dando fastidio?” e “Si!” è stata la risposta, piuttosto decisa. Abbiamo chiesto anche se fosse il caso di andare via da quella stanza e subito la risposta è stata la stessa: sì. Abbiamo deciso di rispettare l’entità, quindi siamo usciti da quel vano.»
Diversi ambienti ma nessun riscontro dal K2 o dalle altre apparecchiature.
«Siamo arrivati a uno spazio molto grande, collegato ad altri. C’era un vecchio affresco, rappresentante delle corna, antico simbolo di fertilità. Qui abbiamo iniziato a comunicare con qualcuno di molto legato al sito, che pareva vegliare su di esso – abbiamo pensato a un sacerdote. Gli abbiamo chiesto se fosse uomo o donna, ricevendo come risposta la prima, se abitasse lì e se effettivamente fosse il custode di quel luogo magico. Alla domanda se stessimo dando fastidio, abbiamo ricevuto un no: abbiamo pensato allora di proseguire con le curiosità. Nel frattempo la sensazione era quella di non essere soli e quando abbiamo chiesto “C’è qualche altra entità all’interno di questa Necropoli?”, ci è stato risposto in maniera affermativa.»
Piras e Pistidda arrivano allora nella parte principale del sito.
«Era la più bella e suggestiva. Si presentava in un grande ambiente senza nessuna copertura, al centro un pilone sicuramente un tempo reggeva la copertura. Continuiamo a fare domande, ma parliamo sempre con il custode della Necropoli, sebbene le apparecchiature mostrino diverse altre anomalie.»
Piras e Pistidda pensano che la spedizione sia finita, ma domandano comunque se sia possibile tornare: tutte le apparecchiature si illuminano e la risposta è positiva.
«Ci siamo quindi imposti di tornare per una seconda indagine» dicono. «Probabilmente era tanto tempo che aspettava di parlare con qualcuno.»

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