Alla scoperta del mondo ortottico: come controllare il benessere dei nostri occhi

“Studio ortottico”: vi è mai capitato di leggere questa scritta al di fuori di un ambulatorio? Ma sapete di cosa si tratta? Abbiamo chiesto di parlarcene alla dottoressa e specialista in ortottica Michela Demuro.
Azzurri, verdi, marroni: per molti gli occhi sono forse l’aspetto più affascinante del viso, ma sono anche e soprattutto il punto di origine del nostro modo di percepire il mondo. La profondità, lo spazio, il luogo in cui ci troviamo, per avere accesso a tutte queste preziose informazioni è necessario che partano proprio dagli occhi e, più in generale, dal nostro sistema visivo. Ecco perché ci hanno sempre insegnato a prendercene cura nel migliore dei modi. Se li sentiamo troppo secchi usiamo un collirio, se ci imbattiamo in un orzaiolo diamo il via agli impacchi con camomilla, se notiamo una difficoltà visiva eccoci dall’oculista. Ma avete mai fatto una visita ortottica?
L’ortottica è una branca dell’oculistica, specializzata nello studio di due cose in particolare: strabismo e occhio pigro. Se state pensando di non avere niente a che fare con queste patologie e volete smettere di leggere l’articolo perché siete certi che l’argomento non vi riguardi, aspettate un attimo perché non è affatto così.
Il perché ce lo spiega la Dottoressa Ortottista Michela Demuro: “La prima cosa da sapere è sicuramente che lo Studio Ortottico può e deve essere frequentato anche a livello preventivo. Ho iniziato la mia carriera da specializzata in ortottica a ventidue anni e mi sono subito resa conto che quasi nessuno sapeva dell’esistenza di questo mondo. Tutti conoscono l’oculista, quasi nessuno conosce l’ortottista. Così, nel corso degli anni ho dedicato tempo a seminare informazioni che potessero far comprendere l’importanza della visita ortottica a livello preventivo. Esistono delle problematiche, come quella dell’occhio pigro, sulle quali è possibile intervenire solo ed esclusivamente in giovane età, in questo caso da zero a otto anni, ovvero nel periodo di sviluppo del sistema visivo”.
Fermi tutti: sappiamo la vera definizione di occhio pigro? Contrariamente a quello che si pensa, quando parliamo di occhio pigro facciamo riferimento ad una difficoltà visiva, cioè un occhio che non raggiunge i dieci decimi, e non alla “palpebra calante”. Bene, ora che abbiamo chiara questa definizione possiamo andare avanti.
“L’occhio pigro si manifesta nel momento in cui la corteccia visiva si addormenta perché il cervello la “spegne”, eliminando così l’immagine di uno dei due occhi per consentire una “sopravvivenza” nelle attività quotidiane. In questo modo la vista si concentrerà solo sull’occhio buono – ci spiega la specialista – Per risolvere questa difficoltà bisogna intervenire stimolando la lavorazione dell’occhio pigro ponendo una benda sull’occhio buono, così che questo sia costretto a lavorare”.
“Ma la prevenzione non si ferma ai bambini. A questo proposito mi viene in mente lo strabismo latente, che non conosce età: ognuno di noi potrebbe possederlo senza esserne a conoscenza. Questo potrebbe restare latente per sempre oppure manifestarsi improvvisamente con sintomi all’apparenza preoccupanti come la visione doppia – continua la dottoressa Demuro – Ovviamente, se da un giorno all’altro la nostra vista si sdoppiasse, subito pensereste a qualcosa di gravissimo, quando invece non lo è affatto. Ecco perché è importante individuarlo prima, così da prevenire questa difficoltà”.
Qui entriamo all’interno di un altro aspetto che viene trattato da l’ortottista: la riabilitazione della diplopia, quella che comunemente chiamiamo “visione doppia”, che avviene attraverso l’utilizzo di particolari lenti prismatiche capaci di correggere l’angolo di deviazione, spostando così lo sguardo su un unico punto definito.
Tra le cose più comuni, vogliamo porvi una domanda: quante volte vi è capitato di provare mal di testa dopo tante ore passate a studiare sui libri o lavorare davanti al pc? Magari, la vostra prima soluzione è stata quella di pensare ad un mal di testa da stanchezza e optare per un medicinale. Ciò che non sapete, è che magari l’origine di quel mal di testa è dato da un deficit di convergenza, cioè dalla difficoltà di rivolgere lo sguardo di entrambi gli occhi sullo stesso punto. Lo stesso deficit può manifestarsi nei bambini attraverso la difficoltà nel colorare rispettando i bordi, leggere una frase e andare a capo senza perdere il segno oppure può essere scambiato per dislessia quando si ha una difficoltà di lettura perché le lettere potrebbero accavallarsi, come ci racconta la dottoressa Demuro.
“A partire dai quattro o cinque anni d’età, i bambini iniziano ad avere difficoltà a livello scolastico, nella lettura o nel disegno e spesso vengono indirizzati, come primo approccio, dal logopedista quando magari in alcuni di questi casi il problema alla base è proprio il deficit di convergenza, di conseguenza qui l’approccio primario dovrebbe essere invece con l’ortottista, per poi ottenere un risultato ottimale anche con la riabilitazione del logopedista. Proprio per questo, nel mio studio di Tortolì la collaborazione con il logopedista va in parallelo – ci spiega l’ortottista – Ovviamente anche l’autostima del bambino risentirà di queste difficoltà, è quindi importante intervenire quanto prima per risolvere la situazione. Ricordiamo che, i muscoli degli occhi si allenano esattamente come tutti gli altri muscoli del corpo, quindi il deficit di convergenza si risolve con specifici esercizi ortottici da fare a casa per almeno dieci minuti al giorno”.
Già, quindi parliamo di un piccolo sforzo che se fatto costantemente e seguendo tutte le indicazioni della dottoressa, da un lato risolve completamente la difficoltà visiva e dall’altra aiuta il nostro bambino a recuperare piena autostima.
La dottoressa Demuro, spostandosi tra il suo Studio Ortottico Ogliastra, inserito all’interno dello Studio Polispecialistico Sardinia di Tortolì amministrato da lei, il Centro Medico Asso di Nuoro e la Clinica Tommasini di Jerzu (dove collabora con l’equipe chirurgica di eccellenza del Centro Vista di Cagliari), esegue esami strumentali come quello del campo vi0sivo, in cui studia le vie ottiche e la sensibilità della retina, l’esame di topografia corneale per controllare la mappa della cornea e quello di tonometria per misurare la pressione dell’occhio che, se troppo alta, uccide le cellule visive fino a portare alla cecità.
Nel corso degli ultimi anni, il mondo dell’ortottica ha raggiunto grandi traguardi tanto che la professione dell’ortottista è stata finalmente regolamentata dalla legge sotto ogni aspetto e sempre più persone si affidano a questi professionisti. Tra le cose più importanti rese possibili da questo cambiamento troviamo la possibilità di poter valutare la necessità di lenti correttive classiche e/o prismatiche nel caso di diplopia.

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