Sconfigge la leucemia e realizza i suoi sogni. La sarda Francesca Rossi: «Sono sempre io, solare e forte»

La farmacista sarda aveva solo 11 anni quando si è ammalata di leucemia mieloide acuta. «Stavo per entrare in prima media, il giorno in cui avrei dovuto essere in classe iniziavo la mia prima chemio.» La sua storia
“Ognuno ha la sua croce” si dice in Sardegna, intendendo proprio la complessità del percorso di ogni individuo. Le sue battaglie, i suoi traguardi, i combattimenti, le gioie e i dolori. A volte si aggiunge “C’è chi ce l’ha di legno, e chi di ferro” proprio perché forse qualche cammino è più duro di altri. La vita è bella, preziosa e la spettacolarità di ogni nuova alba dimostra quanto sa essere meravigliosa e fonte di inizi; talvolta, tuttavia, è anche dura. Ma dà – è giusto dirlo – spesso la possibilità di rialzarsi anche dopo le cadute più dure, quelle che sbucciano le ginocchia.
Abbiamo parlato spesso delle persone che, in battaglia sin da bambine, sono rinate dalle proprie ceneri. È bello chiamarle guerriere e non perché abbiano un’armatura di bronzo o delle armi, ma perché hanno avuto il coraggio e la tenacia di fare come le fenici.
Tra queste, c’è la farmacista 28enne Francesca Rossi, nata a Roma, trasferita dapprima a Perdasdefogu e poi a Muravera ma ora a Milano da qualche mese per motivi di lavoro.
«Per tutti sono Fra o Franceschina» spiega, con dolcezza. «Parlarne è difficile,» spiega «ma perché, nonostante sia stata una parentesi importante, io l’ho superata. Sono io. Certo, molte cose sarebbero state diverse se non mi fosse accaduto tutto ciò, ma sto bene. Oggi sento di voler raccontare questa storia proprio per far passare questo messaggio: si può stare bene, l’anima può guarire insieme al corpo.»
Sì, perché la farmacista sarda ha 11 anni quando, a settembre 2005, si ammala: leucemia mieloide acuta, con trapianto necessario. «Stavo per entrare in prima media, il giorno in cui avrei dovuto essere in classe iniziavo la mia prima chemio.»
Solare, sognatrice, dalla tempra forte: Franceschina è cresciuta presto, rafforzando i tratti del suo carattere ma allo stesso tempo mantenendosi sempre salda su se stessa. I suoi valori, i suoi sogni, i suoi traguardi: mai nulla ha messo al buio quella che era lei, allegra per natura, combattente per destino.
«All’inizio i medici mi tenevano all’oscuro di cosa stesse succedendo, ma ci parlai subito e spiegai che anche se ero poco più che una bambina volevo sapere cosa mi stava accadendo.»
Sì, la determinazione della ragazzina fa centro e i medici non hanno altra scelta: a Francesca non si possono nascondere le cose.
«All’inizio non andò così, come dissero: andai in remissione completa al primo ciclo di chemio. Ma purtroppo, dopo 6 mesi dallo stop delle terapie, la malattia si ripresentò e dopo un paio di cicli di chemio, feci il trapianto di midollo, donato da mia sorella Veronica, il 2 Aprile del 2007.»
Non si butta mai giù, Franceschina. «Anche in ospedale sono sempre stata solare, non mi sono mai abbattuta e ho lottato con tutte le mie forze» spiega.
«La parte più difficile è stato il reinserimento a scuola dopo essermi assentata così tanto. Con grande difficoltà e impegnandomi sempre a mille, nonostante abbia saltato le medie, mi sono diplomata allo Scientifico di Muravera» afferma, con orgoglio.
«Ora sono una ragazza qualunque, con tanti sogni nel cassetto, alcuni si sono già realizzati mentre altri mi sto impegnando affinché vedano la luce.»
«Bisogna avere tanta fiducia» conclude, rivolgendosi a chi è nella sua stessa situazione «perché i medici possono aiutarci, sia durante la terapia che dopo. Io sono tanto affezionata a loro, per esempio. E soprattutto mi sento di dire che dopo, anche se con difficoltà, possiamo diventare chi vogliamo nella vita. Non importa né la stanchezza e né il sentirsi inevitabilmente, ogni tanto, diversi: non lo siamo. Siamo solo… speciali!»

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