Arbatax, trovata una tartaruga morta alla Capannina
Si tratta di un evento triste, specialmente perché solo pochi mesi fa un esemplare di tartaruga marina era stato liberato nella spiaggia di Ponente
Stamattina è stata trovata una tartaruga marina morta, a riva sulla prima spiaggia della Capannina di Arbatax.
Parecchie persone che stavano passeggiando lungo la spiaggia hanno notato il corpo senza vita dell’animale e hanno immediatamente contattato le autorità competenti.
Si tratta di un evento triste, specialmente perché solo pochi mesi fa un esemplare di tartaruga marina era stato liberato nella spiaggia di Ponente, dopo essere stato curato per diversi mesi nel centro di recupero Cres del Sinis.
L’episodio serve a ricordare l’importanza della salvaguardia della fauna marina.
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Le more, i dolcissimi frutti del rovo selvatico: è tempo di raccoglierle e gustarle
Questo è proprio il periodo giusto per coglierle e gustarle. A voi come piacciono? Colte e mangiate oppure preparate come marmellata?
E’ periodo di more, deliziose, ricche di zuccheri e vitamine, molto apprezzate fresche e mature (colore scuro) o in marmellate o in yogurt. Frutti aggregati (frupe dette more) ciascuno contenente un semino, difficili da conservare. I pigmenti dei frutti sono utilizzati come coloranti per gli alimenti; inoltre frutti e foglie hanno proprietà astringenti e antiinfiammatorie. Il decotto di radici ha azione antireumatica ed è usato in gargarismi come disinfettante del cavo orale.
Le more hanno un contenuto nutrizionale ricco di fibra alimentare, 𝐯𝐢𝐭𝐚𝐦𝐢𝐧𝐚 𝐂, 𝐯𝐢𝐭𝐚𝐦𝐢𝐧𝐚 𝐊, 𝐚𝐜𝐢𝐝𝐨 𝐟𝐨𝐥𝐢𝐜𝐨 – una vitamina B, e il minerale essenziale 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐚𝐧𝐞𝐬𝐞. Il 𝑹𝒐𝒗𝒐 𝒔𝒆𝒍𝒗𝒂𝒕𝒊𝒄𝒐 (spesso chiamato anche “comune” benché sia più propriamente il nome del 𝑅.𝑓𝑟𝑢𝑡𝑖𝑐𝑜𝑠𝑢𝑠) è uno dei “rovi da more” noto diffusamente come: 𝑅𝑜𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒, 𝑟𝑜𝑣𝑜 𝑐𝑎𝑛𝑖𝑛𝑜 𝑜 𝑟𝑜𝑣𝑜 𝑑𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑒.
Si tratta di un arbusto spinoso delle ʀᴏꜱᴀᴄᴇᴇ, i cui frutti, come per il rovo comune, sono noti come 𝙢𝙤𝙧𝙚:
ha lunghi fusti scanalati ricurvi e spinosi e rami ricadenti o striscianti, che la pianta usa non solo per arrampicarsi ma anche come strategia difensiva. La presenza di questa pianta è indicativa di terreni profondi e leggermente umidi. È considerata infestante perché tende a diffondersi rapidamente e si eradica con difficoltà: non sono efficaci né il taglio né il fuoco (e persino gli erbicidi darebbero scarsi risultati, nella sciagurata ipotesi di voler usare questi prodotti inquinanti).
Tollera poco l’ombra degli alberi, e diffonde ai margini dei boschi e lungo i sentieri, nelle siepi e nelle macchie, tendendo a formare vere 𝙗𝙖𝙧𝙧𝙞𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙣𝙩𝙧𝙖𝙣𝙨𝙞𝙩𝙖𝙗𝙞𝙡𝙞, soprattutto quando vegeta in associazione con la vitalba e la 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘣𝘳𝘢𝘨𝘩𝘦 (salsapariglia) può creare dei grovigli spesso a danno della vegetazione arborea che viene in pratica aggredita e soffocata (situazioni spesso sintomo di un 𝙙𝙚𝙜𝙧𝙖𝙙𝙤 𝙗𝙤𝙨𝙘𝙝𝙞𝙫𝙤). Fonte Agenzia Regionale Forestas.
Foto di A. Boi, A. Saba
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