In Sardegna è stato trovato il cranio di una scimmia nana di 700mila anni fa
Sul Monte Tuttavista di Orosei sono stati trovati tantissimi resti di animali vissuti anche 700mila anni fa, spesso caratterizzati da "nanismo". Il caso più eclatante è quello legato al cranio di una piccola scimmia: ecco perché
In Sardegna è stato trovato il cranio di una piccola scimmia risalente a circa 2 milioni di anni fa
Sul Monte Tuttavista (versante di Orosei) sono stati trovati tantissimi resti fossili di animali databili sino a
circa 2 milioni di anni fa. Alcune di queste specie erano caratterizzate da “nanismo insulare”, come ad
esempio una piccola scimmia.
Il vero “Jurassic Park sardo” è testimoniato nel territorio di Orosei (Baronie). Qui, sul Monte Tuttavista,
sono stati trovati tantissimi resti fossili di animali vissuti sino a oltre 2 milioni anni fa, a volte caratterizzati
da un processo evolutivo noto come “nanismo insulare”: bovidi, cinghiali e una iena, tutti relativamente più
piccoli rispetto alle specie ancestrali del continente. Uno dei fossili più interessanti è probabilmente quello
del cranio di Macaca majori, un piccolo macaco endemico della Sardegna.
Circa 6 milioni di anni fa (durante il Messiniano) la connessione tra l’Oceano Atlantico e il Mediterraneo
vennero a mancare a seguito di un sollevamento dell’area iberico-marocchina. All’epoca lo Stretto di
Gibilterra non esisteva e il bacino del Mediterraneo e l’Atlantico erano connessi attraverso due canali, uno
situato nell’attuale Marocco e uno posto nella parte meridionale della Penisola Iberica.
La chiusura di questi
passaggi comportò l’isolamento del Mediterraneo che in breve tempo si ridusse ad alcuni grandi laghi
salati. Durante questa fase nota ai geologi come “Crisi di salinità del Messiniano” molte specie di animali
terrestri poterono colonizzare aree precedentemente irraggiungibili come isole, tra cui l’area dell’odierna
Sardegna. E’ probabilmente durante questa fase che giunsero in Sardegna alcuni degli antenati delle specie
ritrovate nel Monte Tuttavista, tra cui forse anche quello del primate Macaca majori (l’arrivo di
quest’ultimo potrebbe essere avvenuto in tempi successivi, durante il Pliocene). Questa specie di scimmia,
appartenente alla famiglia dei cercopitecidi (Cercopithecidae), era molto simile all’attuale bertuccia del
Nord Africa (Macaca sylvana o Macaca sylvanus) che oggi popola anche l’area di Gibilterra (è l’unica
scimmia presente allo stato selvatico nel continente europeo).
La scimmia sarda era un po’ più piccola della moderna bertuccia e si differenziava da questa anche in alcune proporzioni del cranio e dai denti. Queste specie era diffusa in tutta l’Isola come indicano i fossili ritrovati sia nella Sardegna settentrionale (Capo Figari, Golfo Aranci) che in quella meridionale (Is Oreris o S’Orreri, Fluminimaggiore). Non è chiaro quando questo primate si estinse. Alcuni studiosi dei primi del 900, come il francese Dehaut, avevano ipotizzato una sua presenza sino al periodo nuragico, come suggerito da alcuni bronzetti raffiguranti figure che ricordano delle scimmie (ad esempio la lampada con figura antropoide ritrovata nel territorio di Baunei). In realtà i dati paleontologici e l’assenza di dati archeozoologici indicano più probabilmente che questa specie sia scomparsa durante il Pleistocene forse a seguito di cambiamenti ambientali.
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