La storia di Giulio Speranza, carabiniere 22enne: morì per difendere 20 ostaggi durante una rapina a Ingurtosu
Speranza, giovanissimo, sfidò i malviventi durante una rapina e morì, insieme al capo delle guardie della miniera Vincenzo Caddeo.
Per commemorare e ricordare il sacrificio del giovane carabiniere nel 75esimo anniversario della sua morte, è stato organizzato a Ingurtosu un evento.
Giulio Speranza (classe 1925, originario di Belluno) a soli 22 anni morì da eroe, adempiendo alle parole contenute nell’atto di giuramento e divenendo anche rappresentante dei valori contenuti nella Costituzione italiana. Fu lui, insieme al capo delle guardie della miniera Vincenzo Caddeo che intervenne durante la rapina del 9 febbraio 1948, accaduta all’interno della direzione della miniera di Ingurtosu, in cui sfidó i malviventi (appartenenti ad una banda riconducibile al fenomeno del banditismo sardo), per difendere i 20 impiegati presi in ostaggio e le paghe dei minatori.
Giulio, per il suo coraggio e attaccamento al dovere, viene decorato con medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria. Non solo. Gli è stata intitolata la caserma carabinieri di San Gavino Monreale e una pubblica via a Sois (Belluno).
Durante l’evento tenutosi il 14 maggio, il maresciallo Gianluca Passalacqua, che ha anche scritto un testo storico alla memoria del Carabiniere Speranza, ha consegnato all’amministrazione Comunale di Arbus una foto del Carabiniere Giulio Speranza ed una targa in suo ricordo, che verranno inserite nella sala consiliare del Comune di Arbus.
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