Tra i gelati più buoni di Los Angeles anche quello della sarda Simona Vacca
Un po’ di Sardegna negli USA: la gelataia 32enne Simona Vacca, imprenditrice in California, è tra i tre semifinalisti della competizione internazionale Los Angeles Gelato Challenge. «Ho portato un gelato che riassumesse le mie due case, la Sardegna e la California»
Tra i tre semifinalisti della Los Angeles Gelato Challenge anche Simona Vacca, gelataia 32enne originaria di Orosei ma imprenditrice in California.
«Mi mandarono un messaggio al numero americano a marzo, pensavo si trattasse di pubblicità. Con una ricerca sul web però mi sono resa conto che è una competizione internazionale, qualcosa di straordinario per dare visibilità alla nostra professione, all’artigianalità del gelato italiano e, perché no, anche alle singole gelaterie in gara» dichiara la 32enne.
E pensare che questo lavoro arriva per caso. Da ragazza il sogno di Simona è fare la giornalista, frequenta dapprima il Liceo Classico di Nuoro e inizia poi la Facoltà di Economia e Management a Olbia. Dopo un anno trascorso in Germania in Erasmus, però, le si accende una lampadina: vuole imparare una professione e lo vuole fare con studio, ricerca e impegno. Nel 2013, in Lombardia, impara i primi rudimenti di gelateria, frequentando poi scuole e corsi per affinare la tecnica. Tra il 2016 e il 2017 gestisce, con il fratello, una gelateria ad Olbia, dove si tuffa a 360 gradi in questo mestiere. E nel 2022, dopo aver curato tutte le pratiche necessarie a entrare a far parte del progetto USA, parte, direzione America. California, nello specifico, dove apre la sua gelateria. «Ci lavoro a tutto tondo, da sola, sette giorni su sette. La cultura americana è differente» dice «ho tanti amici che mi fanno sentire a casa.»
Ed è proprio lì che ottiene questo importante riconoscimento.
«Ho pensato di presentare un gusto che potesse riassumere le mie origini sarde e la mia seconda casa, la California. Una base di gelato allo zafferano, ore di infusione con questa incredibile spezia, da finire con acqua di rose, pistacchi leggermente tostati e boccioli di rose edibili. Non avrei mai pensato di essere tra i tre semifinalisti, tra gli altri professionisti c’erano persone ben più navigate di me e con molta più esperienza.»
E ora aspettiamo le finali.
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