Turismo, in Ogliastra le strutture si preparano all’estate: ma il personale si trova?

Le strutture sono in moto alla ricerca di personale. Ma com’è la situazione? Il personale si trova? La parola agli imprenditori ogliastrini
In Ogliastra il bel tempo non si sta facendo attendere e già la mente corre all’estate, che (perlomeno ci si augura) potrebbe rivelarsi sotto l’aspetto turistico molto redditizia. E così le strutture – alcune che aprono solo per la bella stagione, altre che sono aperte tutto l’anno ma che per l’estate si attrezzano meglio – sono in moto alla ricerca di personale.
«Mi sono mosso per tempo proprio perché so che è un problema che affligge questa zona da qualche anno,» dice Marco Ladu, titolare del Basaura, che riaprirà i battenti a fine maggio. «quindi per la stagione i numeri ci sono. Per ora, cerco solo un bagnino. Ma, purtroppo, quello che noto è che non si trovano dipendenti sardi o comunque italiani, perché la ristorazione sta diventando nella mentalità comune un sacrificio che mette a repentaglio il tempo libero. Quindi si trovano perlopiù figure professionali straniere. Questo mi rammarica, perché comunque le opportunità di lavoro ci sono.»
«L’anno scorso abbiamo avuto dei problemi a trovare il personale, quest’anno è stato tutto molto più semplice. La regola per non avere problemi? Pagare il giusto e instaurare un clima di fiducia e familiarità» rivela Pietrina Lecca, titolare – insieme alle sorelle Caterina e Maria Argentina – dell’Hotel Orlando, incastonato nel Bosco di Santa Barbara, a Villagrande. «Molte persone sono state riconfermate dalla stagione precedente perché valide, altre sono nuove ma siamo molto ottimisti. Abbiamo alcune persone del posto a cui siamo molto affezionati, ma molti dipendenti sono di fuori. Ci manca ancora un barman, ma l’apertura è prevista per il 22 aprile, quindi abbiamo tempo. Chi lavora per noi si sente in famiglia.»
Nessun problema anche per Salvatore Scattu, titolare del ristorante-pizzeria Da Scattu tortoliese: «Noi, essendo aperti anche in periodo invernale, abbiamo già diverse persone anche per la stagione estiva. Ma anche trovare altre figure negli ultimi anni non è stato un problema. I ragazzi si trovano bene, cerchiamo di creare un bell’ambiente anche perché se chi lavora in una struttura è felice, tende a essere motivato e si impegna e tutto questo si riflette sul cliente, che nota i sorrisi e la professionalità. Anzi, molti dei nostri dipendenti portano degli amici proprio per questo motivo: sanno che si troveranno bene. Siamo un’azienda che è in continua crescita e che è comunque sempre alla ricerca di qualche figura anche per ammortizzare il lavoro nel periodo di pienone e rendere il servizio migliore.»
Diverse, secondo Francesco Bovi – manager del gruppo Bovi’s Hotels – le cause della mancanza di personale, che sono nate principalmente come effetto post pandemia. «Sicuramente, tante persone hanno provato a cambiare settore, nell’incertezza delle riaperture e dei continui stop relativi alle aziende di ristorazione» spiega Bovi. «Un secondo punto da rilevare è sicuramente quello di un aumento importante, negli ultimi anni, della crescita delle attività di ristorazione, contro una diminuzione di persone che entravano nel settore ristorazione. Un terzo elemento è sicuramente quello della propensione dei giovani di seguire altri studi, con obiettivi pianificati su altri settori. Inoltre in Italia la natalità è in decremento rispetto a diversi anni fa, e questo sulla bilancia sta pesando in maniera rilevante in questi anni.» Insomma, prosegue, il mondo della ristorazione è legato alla stagionalità – che si riflette, di rimando, sulla stabilità lavorativa: «Non è in grado,» continua «di offrire contratti di lavoro che possano offrire sicurezza e accesso al credito. In più, il carico lavorativo è importante su tutta la giornata, ma ciò deriva dall’impegno su diversi turni.» Altro elemento? Bovi è chiaro: «La parte retributiva non sempre rispecchia l’aspettativa tra domanda e offerta, ma ricordiamoci sempre che il costo del lavoro a carico dell’azienda è sempre più alto, ed essendo il costo maggiore all’interno del bilancio delle aziende Horeca, la pianificazione delle risorse umane deve essere eseguita in maniera attenta per non rischiare di sforare i bilanci in negativo.»
Per Bovi le soluzioni sono diverse: «Incentivare assunzioni per periodi continuativi più lunghi, utilizzabili anche come periodo di formazione aziendale con un supporto sulla decontribuzione di quei mesi spalla. Questo aiuterebbe ad alzare il livello del servizio offerto dalle aziende in Sardegna (regione sinonimo di turismo di qualità), riprendendo in mano la Vera ospitalità italiana, elemento Made in Italy conosciuto in tutto il mondo, e soprattutto sarebbe occasione per creare più gettito, consentendo alle aziende di creare valore in quei periodi attualmente di chiusura. Questo aspetto è molto importante, poiché mi rendo conto che in tanti casi riscontriamo difficoltà a offrire servizi di qualità ricercati dagli ospiti, con il conseguente calo di gradimento sulla destinazione.»
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