Il tiro al bersaglio, sempre più diffuso in Sardegna. La parola all’esperto Alessandro Ibba

Uno sport particolare, che richiede serietà e attenzione: il tiro al bersaglio si diffonde a macchia d’olio tra le persone. A parlarcene, Alessandro Ibba
«La disciplina del tiro – con arma corta o lunga – per molti viene vista come arrogante o pericolosa, destinata solamente a persone che intendono trasgredire o delinquere… la realtà è tutt’altra!»
A parlarci di questo sport sempre più diffuso e considerato spesso un antistress è Alessandro Ibba, titolare della Asd Tiro Sportivo Ogliastra, con sede a Ilbono.
«Chi detiene un’arma ha di certo una licenza che ne prova la serietà. Chi frequenta un campo da tiro entra a far parte di un mondo pieno di regole sul campo della sicurezza. Non è ciò che si vede alla tivù: lì si prende un’arma e si spara all’impazzata. Nella realtà, esiste una lezione al maneggio dell’arma in sicurezza che ti accompagna in tutte le dinamiche del tiro sino alla totale e completa dimestichezza con l’arma. Di certo è una disciplina consigliata per chi vuol scaricare lo stress lavorativo e dei mille impegni quotidiani. Sono tanti, ormai, i tiratori e le tiratrici che si sono appassionati a questo sport: di questo si tratta. Sport con regole ben chiare e precise, oltretutto. Si tratta di trascorrere semplicemente un po’ del proprio tempo libero a contatto con la natura, esercitando un’attività che impegna corpo e mente.»
Alla Asd Tiro Sportivo Ogliastra – nata nel 2013 –, ben 9 linee di tiro con distanza variabile sino ai 50 ma si conta di riuscire a creare una o più linee fra i 100 e 150 metri: questo per dare modo a tutti i tiratori di provare la loro arma e le loro abilità di tiro a distanze più impegnative di quelle attuali.
«Nel corso degli anni la mentalità dei frequentatori è cambiata e continua a farlo, da un inizio con una frequentazione perlopiù legata a un’utenza del mondo venatorio, ora si è passati all’avvicinamento al tiro di comuni cittadini alla loro prima esperienza. Molte sono anche le ragazze e signore che prendono lezioni di tiro.»
Ma la domanda viene da sé: quanto è pericoloso gestire un posto dove comunque si maneggiano armi? E quanto le persone si mostrano attente alla sicurezza?
«Partiamo dal punto principale: parliamo di armi» precisa Ibba. «Tecnicamente, sono semplici oggetti di ferro o polimero che possono cagionare danni mortali se usate in un modo errato… Ma questo vale anche per tantissime altre cose! Basta vedere i danni seri che possiamo causare utilizzando male la nostra auto, per citare un solo altro caso, oppure a quanti incidenti domestici accadano con i coltelli.»
Insomma, precisa Ibba, per ogni oggetto ci vuole un comportamento e un’attenzione adatti: «Un’arma diventa pericolosa se usata senza conoscere le regole base della sicurezza. Diventa pericolosissima se usata da chi non ha le capacità mentali per comprenderne la potenziale letalità, nei bambini ad esempio – nel caso di armi lasciate incustodite in casa – ma ancor di più nei casi di stupidità. Di cosa parlo? Be’, dei casi in cui per fare una foto da postare sui social o per spavalderia si maneggiano armi cariche in modo scorretto. Ecco, quest’ultimo caso, per esempio, può portare incidenti gravi e mortali. Posso ritenermi, fino ad ora, fortunato: tutti i miei clienti si sono sempre comportati in modo corretto. Unica eccezione, un caso: l’incidente è comunque gestito in modo positivo, vista la mia presenza al fianco della persona interessata.»
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, ma ci vuole attenzione.
«Di certo l’incidente in sé non è mai facile da prevedere, quindi io vivo ogni lezione senza abbassare l’attenzione, stando attento a tutti i particolari legati all’utilizzo dell’arma ma non solo: anche agli spostamenti delle persone presenti nella linea di tiro. Sicuramente la calma aiuta a gestire l’evento nel modo più positivo possibile ma allo stesso tempo bisogna essere lucidi e veloci nel bloccare qualsiasi azione errata. Il passo successivo è discuterne con tutti i presenti affinché l’errore commesso serva per esperienza a tutti gli altri… me compreso.»
Il consiglio di Ibba per chi si avvicina a questo mondo per la prima volta? «Ci si deve affidare completamente all’istruttore qualificato presente, lasciando a lui il compito di istruirci in sicurezza. Spesso ci si trova davanti un muro di paura e convinzione di non riuscire, di non essere in grado. L’utilizzo di un’arma non dovrà mai essere un obbligo o una forzatura. Spesso,» conclude «accade che le persone richiedano anche il rilascio del porto d’arma agli uffici preposti.»
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