Laghi in Sardegna? Ecco quanti sono, come si chiamano e dove si trovano
Naturali, artificiali, sotterranei: ecco l'elenco e la descrizione di tutti i laghi presenti in Sardegna. Sono tanti: voi quali conoscevate già?
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I laghi della Sardegna sono, per la maggior parte, laghi artificiali. Solo uno è naturale: quello di Baratz, nel sassarese. Il lago è piccolo ed è alimentato solamente dalle acque provenienti dal suo bacino imbrifero. Le sue coste hanno uno sviluppo di circa 12 chilometri e il suo specchio d’acqua occupa 1125 ettari.
Il Baratz è immerso in un piccolo paradiso, essendo circondato da lussureggiante e folta vegetazione. Scopriamo tutti i segreti di questo luogo ameno. Lo specchio d’acqua è delimitato da imponenti (alte fino a trenta metri) dune di sabbia, che lo separano dalla splendida spiaggia Porto Ferro. Il bacino si è formato a seguito dello sbarramento di valli fluviali, un tempo sommerse dal mare (rias), da parte di un imponente cordone di sabbia trasportata da mareggiate e vento. Raccoglie acque oligosalmastre da piccoli corsi d’acqua: il principale immissario è il rio dei giunchi. Non ha emissari e la profondità rimane stabile a causa della permeabilità delle dune: attualmente è di sei metri e mezzo.
Il lago di Baratz ha da sempre alimentato leggende molto insolite, una delle quali sostiene che la vallata che oggi accoglie le acque sia dovuta allo sprofondamento del terreno su cui sorgeva una città, Barax, oggi sepolta sotto acqua e limo. Sempre secondo la leggenda suoi abitanti avrebbero vissuto tra agio e avidità, commettendo ogni genere di peccato. Dio li punì per la condotta. Nelle notti di luna piena pare di sentire dall’acqua i rintocchi delle campane e le grida disperate degli abitanti.

In Sardegna, poi, esistono anche dei laghetti temporanei di carattere stagionale, alimentati dall’acqua piovana, che vengono detti paùli. I maggiori si sviluppano nell’altopiano basaltico della Giara ed hanno, per la maggior parte, una durata temporanea limitata al periodo compreso tra l’autunno e la primavera.
I laghi più importanti della Sardegna sono il Lago Omodeo, formato dallo sbarramento del fiume Tirso, il Lago del Coghinas sul fiume omonimo ed i laghi dell’Alto e Basso Flumendosa.
Esiste anche un lago sotterraneo in Sardegna, tra i più grandi d’Europa. Si tratta del Lago La Marmora, un lago sotterraneo lungo 130 metri, largo anche più di 25 metri e con una profondità massima di 9 metri. Questo lago si trova nella Grotta di Nettuno, una delle più famose e ricche di concrezioni calcaree tra le numerose grotte marine presenti nell’Isola.

In Sardegna sono presenti 38 invasi artificiali, il cui volume complessivo ammonta ad 1,6 miliardi di metri cubi d’acqua, I laghi artificiali sono:
- Lago Bau Mela
- Lago Loiri
- Lago Sant’Antonio
- Lago Bau Mandara
- Lago Sinnai
- Lago Bunnari
- Lago Corongiu
- Lago Monteponi
- Lago Benzone
- Lago Flumineddu
- Lago Sa Forada
- Lago Surigheddu
- Lago Govossai
- Lago Torrei
- Lago Sos Canales
- Lago Casteldoria
- Lago Bau Pressiu
- Lago Bidighinzu
- Lago Punta Gennarta
- Lago Is Barroccus
- Lago Cucchinadorza
- Lago Casteddu
- Lago Cuga
- Lago Leni
- Lago Coxinas
- Lago Posada
- Lago Simbirizzi
- Lago Cedrino
- Lago Cixerri
- Lago Bau Muggeris (o dell’Alto Flumendosa)
- Lago di Gusana
- Lago Monte Pranu
- Lago di Pattada
- Lago Monteleone (o del Temo)
- Lago Liscia
- Lago Omodeo
- Lago Coghinas
- Lago Basso del Flumendosa
- Lago Mulargia
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Intervista all’artista osinese Virginia Brescia: «L’arte è libertà, senza vincoli né compromessi»

Nata a Osini, piccolo borgo incastonato tra le montagne ogliastrine, Virginia parla con orgoglio della sua identità, delle sue radici e del suo modo, particolarissimo, di intendere l'arte
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Virginia Brescia è sempre al centro delle sue opere — e di quelle del collega Roberto Cau. Professionalmente insieme da dieci anni, i due artisti condividono un’intesa profonda, fatta di pensiero, sensibilità e visione. La loro è una collaborazione rara nel mondo dell’arte, dove spesso prevalgono individualismo e competizione. «Con Roberto c’è un grande feeling artistico e umano — racconta Virginia — siamo complementari, due parti di un unico sguardo».
Virginia Brescia e Roberto Cau sono due artigiani e artisti che lavorano il vetro. Roberto è originario di Lanusei, Virginia di Osini. La loro collaborazione è nata per caso, ma fin da subito si è rivelata l’unione di due anime artisticamente affini e complementari. Da quasi dieci anni, questa sinergia ha dato vita a splendide opere d’arte realizzate con i materiali più disparati: sughero, tessuti, vetro. Le loro creazioni, firmate con il marchio B&C, stanno pian piano conquistando spazio e attenzione nel mondo dell’arte contemporanea, imponendosi per originalità e raffinatezza.
L’incontro con Roberto è stato per Virginia un passaggio fondamentale, una svolta che ha rafforzato la sua visione artistica e l’ha spinta verso nuove forme espressive. Le visioni tra i due sono sempre condivise, frutto di dialogo, fiducia e rispetto reciproco. Per entrambi, l’arte è contemplazione della bellezza, ma anche ricerca di equilibrio tra eleganza, onestà e valori umani. «In un mondo competitivo come quello dell’arte — spiega Virginia — è importante che tra colleghi ci siano sincerità e collaborazione: solo così si cresce davvero».
Nata a Osini, piccolo borgo incastonato tra le montagne ogliastrine, Virginia parla con orgoglio della sua identità e delle sue radici. Il legame con il paese natale è fortissimo: molte delle sue opere le ha dedicate o donate proprio a Osini, in segno di riconoscenza e amore per la sua comunità. Anche Roberto Cau condivide lo stesso sentimento verso la sua Lanusei, a cui ha dedicato più di un lavoro. Entrambi si considerano profondamente legati alle proprie origini, custodi di un’eredità che nutre la loro creatività.
La donna è il cuore pulsante della ricerca estetica di Virginia: protagonista, simbolo, specchio della realtà che ci circonda. In ogni opera, le fattezze femminili diventano veicolo di bellezza e riflessione, incarnazione di un ideale che unisce sensibilità e rigore estetico. «Abbiamo il culto del bello — racconta — e il corpo femminile, con la sua armonia naturale, si presta perfettamente a raccontarlo».
L’arte, per Virginia, è il mezzo più autentico per esprimere se stessa: un linguaggio libero, personale, capace di trasformare emozioni in materia e colore. Il suo inizio con il riciclo artistico non è stato soltanto una scelta creativa, ma anche simbolica: ridare dignità a ciò che viene scartato, preservare la bellezza e il valore nascosto nelle cose dimenticate. Un gesto poetico e insieme etico, che racconta la sua sensibilità e la sua visione del mondo.
Virginia nasce come artista del riciclo, ma negli ultimi anni il suo percorso è andato oltre, avvicinandosi sempre di più alla scultura. La materia, nelle sue mani, si fa espressione di forza e poesia, un equilibrio tra forma, luce e profondità.
L’amore per l’arte di Virginia nasce presto: «Ho iniziato alle scuole medie, tre anni straordinari con un professore eccellente, grazie al quale ho appreso le tecniche fondamentali. Ho amato da subito l’arte e la storia dell’arte, con estrema passione. Il resto è stata pura sperimentazione, un autodidattismo allo stato puro. Le scuole e i corsi ti danno la tecnica e gli strumenti, ma non la creatività e la capacità espressiva. Il saper comunicare il tuo messaggio personale, regalare emozioni e sensazioni è altra cosa».
Virginia ama definirsi «artista osinese», un appellativo che porta con orgoglio: «Per elogiare questa meravigliosa terra dovrei rispondere “sarda”, ma un’artista non può isolarsi, né ghettizzarsi e ritagliarsi un angolo di paradiso. Deve essere di mente aperta e varcare i confini, per cui dico che mi sento anche molto “cosmopolita”».
La sua più grande soddisfazione è il calore della gente: «Leggere i loro commenti, percepire la considerazione e l’affetto che mi riservano, entrare nel loro cuore. Poi l’essere invitata alle manifestazioni culturali, parlare d’arte con colleghi e appassionati, tutto in modo spontaneo, semplice, mai costruito volutamente. Il mio è un cammino lento, difficile, ma ricco di colpi di scena e adrenalinico. E la cosa più bella è che, oltre al talento, vengano riconosciute anche le doti umane».
Per Virginia Brescia, l’arte è libertà, contemplazione, materia viva e sguardo autentico sul mondo. Insieme a Roberto Cau, continua a plasmare emozioni in forma di luce e colore, dando voce a una Sardegna che crea, innova e incanta.
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