Quando la nuorese Paska Zau diede il via ai motti di Su Connottu contro le leggi inique dei Savoia

Oggi vogliamo ricordare uno degli esempi di emancipazione della donna e della lotta per la sua libertà che riguarda da vicino la Sardegna. Siamo nella Nuoro del 1868, e una donna, combattente, vedova e madre di 10 figli, guida una
Oggi vogliamo ricordare uno degli esempi di emancipazione della donna e della lotta per la sua libertà che riguarda da vicino la Sardegna.
Siamo nella Nuoro del 1868, e una donna, combattente, vedova e madre di 10 figli, guida una rivolta per ottenere i diritti dei cittadini nuoresi. Ma facciamo un passo indietro, al 26 aprile del 1865, quando viene emanata una legge con la quale si aboliva l’istituto degli ademprivi, imponendo inoltre un’onerosa tassazione sulle abitazioni. Questo comportava la chiusura dei terreni che fino a quel momento erano di proprietà collettiva, introducendo così la proprietà privata.
Tali terreni erano l’unica fonte di sostentamento per la maggior parte della popolazione nuorese, che al tempo, viveva dei frutti della propria terra e del pascolo. Così, Paska Zau, un anno dopo guida i rivoltosi chiedendo il ripristino dell’antico sistema dei terreni.
La donna ha in mano una bandiera fatta con un bastone e un lembo di stoffa arrangiato da una sottana, e al grido di “torramos a su connottu”, cerca di dare la spinta ai suoi concittadini conducendoli al palazzo comunale.
Proprio davanti al municipio, i manifestanti riescono a dare fuoco ai documenti catastali ma nonostante la coraggiosa rivolta, di cui sono state protagoniste Paskedda Zau e le sue compagne donne nuoresi, i manifestanti non riuscirono a far valere la loro voce.
Furono, infatti, arrestati 70 degli oltre 300 cittadini, per lo più donne, ottenendo dopo alcuni mesi l’amnistia grazie all’intervento di Giorgio Asproni.
La storia senza la forza delle donne non sarebbe la stessa.

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