«Noi disabili siamo invisibili»: l’appello del tortoliese Salvatore Gallozza

«Chiedo a tutti voi di non parcheggiare sulle rampe o nei parcheggi dei disabili. Siate più umani nei confronti di chi è meno fortunato di tanti di voi, il rispetto inizia nel riconoscere il disagio di chi ti sta di fianco, non nella totale indifferenza.»
«Vorrei che tutti voi dedicaste un’intera giornata a capire i problemi che hanno i disabili di fronte a tutte le barriere architettoniche con cui si devono interfacciare tutti i giorni.»
Questo è l’appello di Salvatore Gallozza, tortoliese in sedia a rotelle da febbraio scorso.
«Primo, provate a passare con un semplice passeggino nel corso Umberto. Secondo, il marciapiede in Via Monsignor Virgilio è inaccessibile. Terzo, provate a fare la gincana tra le tante strutture di bar e ristoranti sempre nello splendido marciapiede di Via Monsignor Virgilio. Quarto, parlando della rampa per disabili delle scuole centrali: è troppo corta e la carrozzina si pianta alla fine della discesa. Quinto, sempre nel marciapiede di via Monsignor Virgilio, una panchina posizionata a ridosso di una rampa crea non pochi problemi nel salire e nello scendere per poter attraversare la strada.»
L’accorato appello di Gallozza è quello di immedesimarsi nella vita dei disabili, per poterne capire i disagi quotidiani.
«Siamo invisibili, nessuno si cura dei nostri bisogni»: è questo che dice Salvatore.
«Vorrei chiedere a tutti voi di non parcheggiare sulle rampe e tanto meno nei parcheggi dei disabili. Siate più umani nei confronti di chi è meno fortunato di tanti di voi, il rispetto inizia nel riconoscere il disagio di chi ti sta di fianco, non nella totale indifferenza.»

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