Sardegna, nuovi casi di malattia del cervo: stop alla riapertura della movimentazione di bovini e ovini
Il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, ha commentato: «Una bruttissima notizia che arriva proprio nel giorno dello sblocco della movimentazione dopo un mese di blocco totale».
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La Regione Sardegna era pronta a mettere fine al blocco deciso a seguito dei primi focolai della malattia emorragica epizootica del cervo (Ehdv), registrati nel sud-ovest della Sardegna, e dare via libera alla movimentazione dei bovini e degli ovini. Ma da Teramo è arrivata la doccia fredda: le nuove analisi arrivate dal Centro di referenza nazionale per le malattie esotiche hanno riscontrato nuove positività in alcuni capi ovini a Busachi.
Infatti l’assessorato regionale della Sanità ha dovuto fare un passo indietro, dopo aver emanato di concerto con il Ministero il provvedimento che stabiliva la possibilità di movimentare fuori regione gli animali dagli allevamenti che si trovano nelle a 150 chilometri dai focolai.
Subito il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, ha commentato: «Una bruttissima notizia che arriva proprio nel giorno dello sblocco della movimentazione dopo un mese di blocco totale».
«In attesa di ulteriori aggiornamenti e di conoscere meglio i dettagli – l’appello di Cualbu – chiediamo che si consenta comunque la movimentazione dei ruminanti anche se con Pcr – reazione a catena della polimerasi – e si sia celeri per circoscrivere il virus ed arrivare nuovamente alla libera movimentazione».
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Se analizziamo il nome arrivato fino ad oggi, anche se potrebbe avere avuto modifiche nel tempo, letteralmente su “Pascifera” ha il significato di conduttore/pastore di animali selvatici: da “pasci” (pascolare/condurre), e “fera” (selvaggina/animale selvatico).
Ritornando ai giorni nostri, la protezione di “Pascifera” qualche volta è ancora citata da qualche cacciatore, magari più per giustificare un colpo di fucile “poco fortunato” che per convinzione dell’esistenza dello “Spirito” dei boschi. Racconti di antichi capi caccia, figure che in passato potevano essere ricoperte da persone stimate all’interno della comunità, dotate di valori umani e qualità venatorie fuori dal comune, rimandano al mito de su “Pascifera”, di cui nutrivano un alto rispetto.