La 44enne ogliastrina Maria Pili: la sua storia e le poesie sulla “maternità desiderata”

Un tema importante e particolare: la maternità desiderata. «Questo desiderio di maternità è nato in me all’improvviso tanto che non me lo ricordo né nel tempo né nello spazio» racconta, e si capisce bene tutto il peso che questo libro di poesie porta con sé.
La sua raccolta di poesie si chiama “Tessitrici di luce” e in ogni suo componimento c’è un pezzo di cuore: Maria Pili, 44enne originaria di Osini ma residente a Tortolì, è una scrittrice a tempo pieno, sempre impegnata sul fronte del miglioramento tramite corsi e varie attività.
«Tessitrici di Luce, oltre a essere il titolo di questa piccola raccolta di componimenti, dà il titolo a una mia poesia. In quest’ultima ho cercato di descrivere la forza ma anche l’abnegazione di moltissime donne che ho conosciuto nei miei 44 anni di vita» racconta. «Donne che tessono, che danno la VITA in modi molteplici. Vita è speranza, sempre e comunque.»
Ma “Tessitrici di luce” ha anche un filo comune, un tema molto importante e particolare: la maternità desiderata. «Questo desiderio di maternità è nato in me all’improvviso tanto che non me lo ricordo né nel tempo né nello spazio» racconta, e si capisce bene tutto il peso che questo libro di poesie porta con sé.
Non è un lavoro nato e terminato in breve, questo, ma un lunghissimo percorso di comprensione e di apertura.
«“Desiderio” l’ho scritta più di una quindicina di anni fa» spiega, infatti, parlando del primo componimento della raccolta. «Invece “Tessitrici di Luce” l’ho scritta un anno e mezzo fa.»
Ma cosa prova Maria Pili mentre scrive? Quali sono i suoi pensieri?
«Scrivo perlopiù per “buttare fuori” tutte le emozioni che turbinano dentro di me: sentimenti di rabbia, di frustrazione o, comunque sia legate alla sfera del dolore tranne, qualche volta, legate alla sfera della mia solarità. Emozioni o tratti del mio carattere che non riesco a tenere dentro me stessa: sennò si spezzerebbe qualcosa, sia fisicamente che psicologicamente. Nei momenti allegri scrivo filastrocche o piccoli racconti.»
Maria Pili, che si definisce una poetessa sicuramente intimista e qualche volta confessional, prova un grande turbinio di emozioni quando vede la sua opera stampata: «Felicità, realizzazione, soddisfazione ed un pochino di timore nell’essere letta.»
Ma molto altro bolle in pentola.
«Ho scritto 50 poesie che non vedono l’ora di essere lette e pubblicate. Filastrocche per bambini. Racconti in prosa ma anche in versi. Il mio sogno nel cassetto è quello di riuscire a scrivere qualcosa su di una mia antenata.»
E chissà se scriverà altri generi o è votata alla poesia: «Sono una persona che ha cercato in passato di scrivere in prosa: qualche volta riuscendoci e qualche volta no» ammette. «Non sono votata alla poesia ma è vero anche che solo la rima riesce meglio a descrivermi. La prosa la ritengo un ostacolo da superare, una tra le tante sfide della mia vita.»

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