Parte oggi la carrellata di eventi organizzata dalla Nuova Associazione Turistica Pro loco di Tortolì/ Arbatax , in occasione della ricorrenza della commemorazione dei defunti e della festività di Ognissanti. La manifestazione, giunta ormai alla sua quarta edizione, durerà tre giorni, dal 29 al 31 ottobre e si terrà lungo Corso Umberto e viale Monsignor Virgilio e prevede la collaborazione con i commercianti e con varie associazioni.

La manifestazione , dalla forte valenza aggregativa, avrà come tema “ Is Animas/Halloween ” e mira a coinvolgere persone appartenenti a varie fasce d’età creando un connubio tra la tradizione
sarda ed italiana del culto e della commemorazione dei defunti e la medesima tradizione anglosassone, ormai entrata a far parte prepotentemente anche della cultura del nostro Paese.

La manifestazione ambisce ad attirare nella nostra cittadina numerosi visitatori, grazie al programma vasto e variegato, ampliando ed estendendo in questo modo la stagione turistica.

Inoltre l’evento proposto si configura come occasione non solo di divertimento e svago , ma anche di conoscenza della cultura sarda e tortoliese legata al culto dei morti , con l’intento di coinvolgere le nuove generazioni e trasmettere loro gli antichi riti delle tradizioni popolari locali , garantendo anche lo scambio generazionale.

Durante le tre giornate si spazierà dalla letteratura, all’arte culinaria , all’archeologia, alla musica, alle tematiche naturalistiche ed ambientali, passando attraverso proiezioni tematiche e incursioni teatrali. Sono previste anche diverse attività dedicate ai bambini ( proiezione di un film / cartone , letture animate , laboratori creativi, esibizioni sportive ) e collaborazioni con gli istituti scolastici della cittadina.

Ecco il programma dettagliato della manifestazione:

Guarda la locandina

Stiamo parlando della mandorla “Schina de Porcu”, una varietà dolce tipicamente sarda, celebre soprattutto per dare vita ai dolci tradizionali dell’isola. Gli alberi che la producono hanno rami giovani di uno o due anni, come se custodissero in ogni germoglio l’energia della nuova stagione.

Nel guscio, le mandorle misurano in media 28 mm di lunghezza, 25 mm di larghezza e 16 mm di spessore, con un peso di circa 4 grammi ciascuna. I semi, piccoli e a forma di cuore, sono lunghi 21 mm, larghi 14 mm e spessi 6 mm, e 100 semi pesano circa 100 grammi.

Queste mandorle si gustano in mille modi: crude, tostate o direttamente, ma il loro vero talento emerge nei dolci sardi. Dal torrone agli amaretti, dai gueffus ai candelaus, la “Schina de Porcu” diventa spesso l’ingrediente principale, conferendo aroma e dolcezza uniche. Rispetto ad altre varietà, le mandorle sarde contengono meno acqua e più olio: i loro semi custodiscono tra il 38% e il 58% di preziosi olii, pronti a esaltare ogni ricetta.

Il mandorlo in Sardegna ha radici antiche, come si racconta bene nel sito di Laore: un tempo, era un pilastro dell’economia agricola, con coltivazioni specializzate già nei primi del ‘900, soprattutto nel retroterra di Cagliari e nell’agro di Sanluri. Ai primi del XX secolo, il mandorlo dominava i frutteti dell’isola: 6.000 ettari di coltura specializzata e 5.000 di coltura mista. Dopo gli anni ’50, la coltivazione ha conosciuto un lento declino, fino ai circa 2.500 ettari specializzati e 7.000 di coltura mista odierni.

Oggi la mandorla “Schina de Porcu” è anche Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT): la sua lavorazione, conservazione e stagionatura seguono regole tramandate da almeno venticinque anni, unendo sapienza artigiana e gusto autentico, simbolo di un territorio e della sua storia.