Lo sapevate? In Sardegna ci sono tre parchi dedicati ai dinosauri: ecco dove
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Se volete regalare ai vostri bambini un weekend diverso dal solito, sappiate che in Sardegna ci sono ben tre parchi tematici dedicati ai dinosauri: ecco dove
Se volete regalare ai vostri bambini un weekend diverso dal solito, sappiate che in Sardegna ci sono ben tre parchi tematici dedicati ai dinosauri. Scopriamoli insieme.
Il primo si trova nel nuorese, a Bitti. Si chiama “Bittirex” e mette in mostra, in un enorme e verde parco, le riproduzioni fedeli dei dinosauri più famosi.
BittiRex è un evento culturale realizzato in collaborazione con “Dinosauri in Carne e Ossa”, il brand 100% italiano riconosciuto in tutto il mondo che associa l’intrattenimento a contenuti scientifici garantiti da paleontologi e professionisti del settore. Un appassionante viaggio nella Preistoria che accompagna il visitatore alla scoperta dei giganteschi dinosauri dominatori dell’Era Mesozoica.
Il parco in pillole:
- Intrattenimento e cultura scientifica
- 10 ricostruzioni a grandezza naturale di dinosauri
- Pannelli didattici per soddisfare ogni curiosità
- Ricostruzioni virtuali e fondali di ambientazione
- Sezione come si costruisce un dinosauro
- La Paleontologia in Sardegna: racconto delle ultime scoperte
- Visite guidate, laboratori e giornate evento a tema, per la scuola e per la famiglia
- Il parco è stato creato da un team interamente italiano con la consulenza di paleontologi professionisti in tutte le fasi di realizzazione.
Il secondo parco si trova, invece, all’interno del più noto “Sardegna in miniatura”.
Personaggi d’Ogliastra. La storia dell’amato pittore e artista di Gairo Aldo Pittalis
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Il pittore ogliastrino Aldo Pittalis ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte e la storia di Gairo Sant’Elena.
Socievole, amico di tutti, di un’ironia disarmante e sempre con il sorriso stampato sul viso. Così lo ricordano le persone che hanno avuto il piacere di conoscerlo. Parliamo del pittore ogliastrino Aldo Pittalis, mancato nel 2020 e che ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte e nella storia di Gairo Sant’Elena.
Aldo Pittalis ha coltivato sin da piccolo la passione per l’arte. L’incontro con la pittura avvenne negli anni delle medie durante l’ora dedicata alla creatività: impara ad usare i colori, disegnare i primi schizzi a matita e scopre la pittura a olio che diventerà poi il suo mezzo espressivo.
Lavorando instancabilmente da autodidatta, studiando le tecniche dei grandi nomi impressionisti e del post impressionismo del passato, inizia a rivisitare opere importanti di Van Gogh, Picasso e Caravaggio sino ad arrivare al suo stile, quello che l’ha reso noto ai più.
La sua dedizione e il suo talento, negli anni, l’hanno portato ad essere conosciuto in tutta l’Ogliastra per i suoi quadri paesaggistici, e per le sue mostre che ogni anno organizzava nel suo paese natale, Gairo Sant’Elena.
Perd’e Liana, Su Sirboni, I nuraghi, la raffigurazione di leggende sarde, come la famosissima “Accabbadora”: sono solo alcuni dei soggetti prediletti dalle sue tele. Ma uno in particolare vive in quasi tutte le sue opere: Gairo Vecchio, paese che nel 1951 fu distrutto da un’alluvione, e adesso il borgo fantasma più famoso di tutta la Sardegna.
Infatti, nonostante avesse vissuto nel vecchio paese solo pochi anni della sua vita, nutriva un legame quasi viscerale con il vecchio borgo, come tutti i gairesi. Prima di ogni suo quadro, amava passeggiare nella natura, perdersi tra i sentieri del borgo antico, osservare per ore gli scorci delle case ormai distrutte, documentarsi tramite gli anziani del paese sulle tradizioni antiche.
La sua impronta indelebile è presente in ogni abitazione, grazie alla sua arte, e nel cuore di ogni abitante di Gairo Sant’Elena, grazie alla sua personalità. Era conosciuto nel resto della Sardegna per la sua generosità, per il suo talento calcistico e per la sua allegria. Nei mesi precedenti alla sua morte aveva donato una sua opera al paese di Bitti distrutto dall’alluvione, raffigurante Gairo Vecchio, per mostrare la vicinanza della comunità gairese e dimostrare che dalle tragedie ci si può sempre rialzare.
La famiglia ha creato un album digitale, che è ancora a metà della sua realizzazione, per far sì che neanche una sua opera venga mai dimenticata.
A lui il merito di aver provato a raccontare, tramite la sua arte, la realtà dei paesaggi sardi, di Gairo, la loro storia e cultura. Le sue opere sono un prezioso lascito per le nuove generazioni.
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