Leggende d’Ogliastra. Arquerì e i monti sardi infestati dal diavolo
Folklore, Magia e Tradizione: Arquerì e i monti sardi infestati dal diavolo
Si narra che alcuni luoghi siano le dimore preferite di esseri oscuri, addirittura dei diavoli stessi. In questi posti si nascondono segreti che sarebbe meglio non svelare, eppure si sa, la curiosità umana non sempre si ferma, nemmeno dinnanzi al pericolo.
La voragine di Monte Arquerì, vicino a Perd’e Liana, è un sito su cui ruotano diverse leggende, tra cui, una particolare, che vede questo antro come la dimora del diavolo. Secondo le storie, infatti, gli influssi negativi del maligno, si diffondevano in tutto il paese: gli abitanti potevano sentire i lamenti di coloro che avevano venduto la propria anima e che ora non trovavano pace.
Ma perché vendere l’anima al diavolo e condannarsi alla dannazione eterna? Nel caso del demonio di Arquerì, identificato dai più come “Olla“, egli prometteva alle sue vittime un enorme tesoro che custodiva con sé nel dirupo, ricchezze di un valore inestimabile, che il malcapitato poteva ottenere solo firmando un patto con il suo stesso sangue. Ci furono molti temerari che, benché armati di coraggio, non riuscirono a impossessarsi del bottino e le loro grida, si racconta, riecheggiano ancora nei monti circostanti.
Un giorno alcuni uomini del posto decisero che il modo migliore per affrontare il diavolo Olla era quello di affrontarlo in gruppo, così strinsero un patto tra loro e decisero di recarsi insieme nel monte infestato. Mancava solo qualcuno a cui far firmare l’accordo demoniaco con il sangue. Trovarono, nei giorni seguenti, un ragazzo toscano. Alto e corpulento, spiccava per essere forzuto e decisamente fumantino. Non aveva paura del diavolo e, sia per la sua grande forza che per il suo coraggio, alcuni dicevano che discendesse direttamente da Ercole, il semidio della mitologia greca e romana.
Così il gruppo, nel quale era presente anche un prete, decise di incamminarsi verso il monte, e, una volta giunti a destinazione, iniziarono ad evocare lo spirito malvagio. Furono tutti molto sorpresi quando, dopo diversi tentativi, del demonio non si vedeva la minima traccia. Il ragazzo toscano si sentì così tanto preso in giro che iniziò a colpire i compagni all’impazzata: pugni e calci volarono senza tregua! Il gruppo non sapeva come comportarsi e, pensando che il compagno fosse posseduto dal diavolo, scapparono tutti alla velocità della luce, senza voltarsi mai indietro! E così, una storia che sembrava oscura e tenebrosa, ha avuto una conclusione quasi comica.
Su Olla il diavolo che abitava il Monte Arquerì, potete leggere su: “G. Bottiglioni, op cit. Marcello Cossu, Ritedda de Barigau, Tip. Sociale, Lanusei, 1885″ e “Leggende e racconti popolari della Sardegna“ di Dolores Turchi edito da Newton Compton Editori.
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