Accadde oggi. 2 agosto 1980, strage di Bologna: la morte di Maria Fresu e della figlia di tre anni Angela
Una tragedia amplificata dal fatto che il corpo di Maria fu letteralmente «disintegrato», per usare la stessa parola adoperata dal padre Salvatore intervistato sei giorni dopo la strage
Il 2 agosto 1980, in una calda e afosa mattinata estiva, alle ore 10.25 nella stazione centrale di Bologna scoppia una bomba. Sarà l’attentato più sanguinoso registrato in Italia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi. Le vittime furono 85, ma non tutti i corpi furono ritrovati. All’appello manca quello di Maria Fresu, una ragazza sarda di 24 anni.
Nell’immane tragedia generale, quella della famiglia Fresu fu forse la più dolorosa. Nello stesso attentato morirono la figlia Maria di 24 anni e la nipotina e figlia di Maria, Angela, che con soli tre anni fu la più giovane vittima dell’attentato. Una tragedia amplificata dal fatto che il corpo di Maria fu letteralmente «disintegrato», per usare la stessa parola adoperata dal padre Salvatore intervistato sei giorni dopo dall’Unione Sarda. Fu ritrovato, solo qualche tempo dopo, un lembo facciale della donna, anche se secondo alcuni non apparteneva a lei.
Maria stava andando in vacanza insieme a due amiche, Verdiana Bivona e Silvana Ancillotti, e alla figlioletta Angela. Si salvò solo Silvana, che secondo le ricostruzioni fu la più vicina all’esplosione ad essersi salvata e che ancora oggi convive con il doloroso ricordo di quel giorno, come testimoniato in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” in cui raccontò quello che era successo.
Ancora oggi la strage alla stazione centrale di Bologna è avvolta da tanti misteri. Inizialmente il governo di allora, guidato dal sardo Francesco Cossiga, parlò di un incidente. Poco dopo le prime indagini di Carabinieri e Polizia prese corpo la pista fascista, che portò alla condanna all’ergastolo di due “terroristi neri”, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono però sempre dichiarati innocenti, e alla condanna per depistaggio di vari esponenti di destra e dei servizi segreti italiani, come Francesco Pazienza del Sismi e il capo della loggia massonica P2, Licio Gelli.
Secondo altri l’attentato sarebbe da ricollegare invece al clima di tensione in cui si trovava l’Italia durante la crisi Israelo-Palestinese. Quel che è certo è che la verità accertata di cosa o chi uccise Maria e Angela Fresu e le altre 83 vittime, ancora rimane molto lontana, se non altro per il segreto di Stato sulla strage, ancora in piedi, dopo ben 39 anni.
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