Perché iniziare a praticare yoga? La parola all’insegnante ogliastrina Gemma Loi
Oggi ne parliamo con l'insegnante tortoliese Gemma Loi, che da anni si dedica a questa disciplina.
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Lo yoga è una disciplina nata in India migliaia di anni fa allo scopo di migliorare la vita dei praticanti sia a livello fisico che spirituale. Non a caso la parola “yoga” significa “unione” e, nonostante molte persone oggi credano si tratti di una vera e propria attività fisica per rimettersi in forma che ti permette di accavallare le gambe dietro la testa, in realtà lo yoga resta una disciplina fortemente spirituale. Ma, soprattutto, una disciplina che tutti possono praticare. Sono tanti i motivi per cui è bene iniziare a fare yoga, basti solo pensare che spesso è utilizzato anche per combattere la depressione.
Oggi ne parliamo con l’insegnante tortoliese Gemma Loi, che da anni si dedica a questa disciplina.

Che tipologia di yoga proponi ai tuoi studenti?
Quali sono i benefici dello yoga e a chi è rivolto?

Cos’è lo yoga per te?
YOGA significa unione, diventare uno, mettere in contatto l’anima individuale con quella universale. Possiamo chiamarlo come preferiamo, universo, consapevolezza superiore, Dio, energia. Si tratta di un percorso che attraverso la rimozione di ostacoli ci permette di scoprire la nostra essenza. In un mondo sempre meno unito lasciare andare l’ego e aprirsi a qualcosa di più grande penso possa davvero fare la differenza. I motivi per i quali ci si avvicina allo yoga sono tanti. Per molti è un modo di rilassarsi, alcuni ricercano un allenamento intenso e un corpo scolpito, altri invece l’armonia interiore e l’equilibrio. C’è chi si avvicina consapevolmente alla ricerca di una crescita personale. Io penso che tutti i motivi siano validi. Come insegnante cerco di offrire un sostegno ispirato, creando lezioni sicure e stimolanti dove esplorare e sperimentare il corpo, la mente e lo spirito. Le intenzioni durante la pratica sono sempre personali.
Credi sia una disciplina adatta anche ai bambini? Se sì, perchè?
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Tragedia a Nuoro: sessantunenne muore dopo essere stato ustionato sul materasso in fiamme

L'uomo era stato trovato riverso su un materasso ormai avvolto dalle fiamme mentre tentava di raggiungere l’uscita della casa.
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Tragedia a Nuoro: sessantunenne muore dopo essere stato ustionato sul materasso in fiamme.
L’uomo era stato trovato riverso su un materasso ormai avvolto dalle fiamme mentre tentava di raggiungere l’uscita per abbandonare la casa saturata dal fumo, un ambiente in cui ogni via di fuga era diventata improvvisamente difficile da individuare.
Giovanni Antonio Ladu, 61 anni, è morto in ospedale dopo essere rimasto gravemente ustionato ieri in seguito a un incendio divampato nella sua abitazione, probabilmente originato da una stufetta elettrica posizionata troppo vicino al materasso, un dettaglio che ha reso ancora più drammatico l’episodio e chiarito da subito la rapidità con cui il fuoco si è propagato. L’allarme era scattato attorno alle 18 grazie ai vicini, che avevano notato il fumo uscire dall’appartamento e hanno immediatamente contattato i soccorsi, consapevoli che la situazione poteva peggiorare di minuto in minuto. Quando i vigili del fuoco sono entrati nell’abitazione del Trenino in via Martiri della Libertà si sono trovati davanti una scena di forte disagio, con locali in disordine, numerosi oggetti sparsi a terra e la stufetta ancora accesa adagiata vicino al materasso posto direttamente sul pavimento, un quadro che ha confermato l’origine accidentale dell’incendio e la totale vulnerabilità dell’ambiente domestico dell’uomo.
L’uomo, pur gravemente ferito, era ancora vigile all’arrivo dei soccorritori e presentava ustioni estese sul volto, sul torace e su gran parte del corpo, con gli abiti sciolti dalle fiamme, circostanza che aveva immediatamente fatto capire ai sanitari la gravità della situazione. Dopo le prime cure era stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso di Nuoro e successivamente trasferito al Centro grandi ustionati di Sassari, dove era stato ricoverato in condizioni definite gravissime, mentre i medici tentavano ogni possibile intervento per stabilizzarlo. Nella notte la situazione è precipitata e il cuore di Giovanni Antonio Ladu ha smesso di battere, chiudendo una vicenda segnata da una concatenazione di fatalità che ha trasformato un’abitazione comune in un luogo di tragedia e lasciato la comunità con un profondo senso di tristezza.
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