In quella che oggi è conosciuta a Tortolì come Piazza Fra Locci, nel XVIII secolo fu edificato un convento dedicato ai frati cappuccini.

Dopo neanche cinquant’anni, però, il convento venne chiuso per ordine del Governo e destinato ad altri usi. La breve vita della struttura pare sia da imputare al comportamento criminale dei frati che alloggiavano al suo interno, che furono accusati da alcune famiglie tortoliesi di varie nefandezze, tra cui stupri e rapimenti di giovani fanciulle e addirittura dell’omicidio di una di esse ( che come si racconta venne uccisa e murata nel convento).

I cappuccini, si narra, nel lasciare il paese maledissero per sette generazioni le famiglie dei tortoliesi che li avevano osteggiati.

Nei primi anni del 2000, mentre ad Olbia si portavano avanti degli imponenti lavori volti alla costruzione di un tunnel stradale, vennero trovati, durante gli scavi, ben 24 relitti di navi romane e medievali.

Le imbarcazioni di origine romana sono state datate tra il I e il V secolo. La più antica, risalente al periodo in cui Nerone era imperatore, al momento del ritrovamento, si trovava ancora in quello che fu il cantiere navale.

Come spiega molto bene A. Caocci nel suo libro edito da Mursia “La Sardegna”, la scoperta rese entusiasti gli archeologi perché la nave più grande, tra quelle ritrovate, misurava più di trenta metri e perché tra i reperti ne venne archiviato uno che è stato definito “unico al mondo”: i frammenti di un timone.

Insomma, una vera e propria flotta, che, come spiega Caocci “probabilmente era stata sorpresa nel porto dai Vandali, quando questi avevano invaso la Sardegna mettendo a ferro e fuoco le zone costiere, tra cui Olbia”.