Il collier è stato rinvenuto, insieme a numerosi altri oggetti, corredo dei defunti, all’interno della tomba di Bingia ‘e Monti a Gonnostramatza. La tomba presenta una struttura particolare perché in parte è ipogeica, cioè scavata nella roccia e in parte megalitica, realizzata in grossi blocchi di pietra con la copertura a piattabanda. La parte ipogeica è legata alla Cultura di Monte Claro, alla metà del III millennio a.C. A testimoniarlo resti di oggetti attribuibili a questa cultura. Nello strato più antico sono stati rinvenuti resti ossei di vari individui e oggetti di corredo della cultura del Vaso Campaniforme, seconda metà del III millennio a.C.
Queste sepolture più antiche erano sistemate all’interno di tre cassoni litici addossati ai lati del monumento e coperti da un lastrone. Al di sopra dei cassoni si trovavano alcuni scheletri completi accompagnati da un ricco corredo, segno di appartenenza a un alto rango della società. Tra gli oggetti ritrovati, oltre al preziosissimo collier, c’erano diversi monili: collane con vaghi in osso e bracciali da arciere, armi come pugnali in rame e punte di freccia. Dopo queste deposizioni la tomba non fu più utilizzata per un certo periodo.
Successivamente, più volte nel corso del tempo vennero sepolti dei corpi umani. Nell’ultimo periodo di uso della tomba, corrispondente al Bronzo Antico e alla Cultura di Bonannaro (fine III-inizi II millennio a.C.) il monumento fu parzialmente risistemato e tra i blocchi furono deposti circa 50 crani di individui adulti coi loro corredi, che hanno permesso di datare quest’ultima fase. Il collier insieme agli altri oggetti ritrovati fece la sua comparsa al Museo Archeologico di Cagliari nel 1993, senza che prima di allora della sua scoperta si sapesse nulla o quasi, come spesso accade quando dagli scavi archeologici emergono clamorose scoperte.
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