Terence Hill si è da poco ritirato dalle scene. Una carriera lunga e molto produttiva quella dell’attore italo-tedesco “al secolo” Mario Girotti.

Oltre ai celebri western e alle commedie in coppia con Bud Spencer (ricordiamo su tutti “Lo chiamavano Trinità” e “Altrimenti ci arrabbiamo”) e allo sceneggiato ultradecennale Don Matteo, Terence Hill è stato protagonista anche di un film del regista Carlo Lizzani ambientato in Sardegna su un personaggio piuttosto celebre e discusso dell’Isola: Graziano Mesina, nel film chiamato Graziano Cassitta.

“Barbagia – La Società del Malessere” ricostruisce la parabola dell’ex Primula rossa del banditismo sardo negli anni ’60, dai rapimenti fino al carcere. Ad affiancarlo nel ruolo dell’amico spagnolo di Mesina, Miguel Atienza, nel film chiamato Miguel Lopez, il cantante e attore Don Backy.

Il titolo del film prende il nome dal libro omonimo del giornalista e scrittore Giuseppe Fiori. Fu girato nel sassarese, tra Sassari, Alghero e Osilo. Non fu un grande successo, sia a livello di pubblico che di critica, ma l’attore ebbe sempre un ottimo ricordo di quella pellicola.

Chiunque abbia passeggiato lungo le affascinanti scogliere granitiche di Orrì, in Ogliastra, avrà notato quelle linee più chiare che attraversano le rocce come delle vere e proprie venature. Si tratta dei cosiddetti filoni aplitici, un fenomeno geologico affascinante, testimonianza di antichi processi magmatici avvenuti milioni di anni fa.

Foto di La Monica nel gruppo GEOsiti della Sardegna

Questi corpi rocciosi filoniani di natura granitica si sono formati quando il magma residuo, ancora fuso, ha trovato spazio per infiltrarsi nelle fessure delle rocce circostanti – fenditure spesso create dal raffreddamento del granito stesso o da movimenti tettonici.

Si tratta di intrusioni magmatiche secondarie, che si inseriscono in fratture della roccia preesistente. Nel caso dei filoni aplitici, queste fratture si sono verificate in rocce granitiche già consolidate, probabilmente in concomitanza con grandi eventi geologici come la roto-traslazione che ha portato la Sardegna dalla sua originaria posizione presso i Pirenei a quella attuale nel Mediterraneo.

I filoni aplitici si distinguono per la loro struttura microgranulare: i cristalli che li compongono sono molto piccoli, al punto da risultare difficili da osservare a occhio nudo. La loro composizione è tipicamente ricca di quarzo, feldspati (ortoclasio e plagioclasio) e mica, con una presenza minima di minerali femici (quelli contenenti ferro e magnesio).

In alcuni casi, questi filoni si presentano come vere e proprie intrusioni di quarzo, depositatosi all’interno delle diaclasi – le spaccature nella roccia granitica – rendendo ancora più evidente il contrasto tra il colore chiaro del quarzo e il granito circostante.