Sardegna protagonista assoluta di Ulisse in prima serata su Rai 1 con Alberto Angela
Sardegna protagonista assoluta di Ulisse in prima serata su Rai 1 con Alberto Angela
Sardegna protagonista assoluta di Ulisse in prima serata su Rai 1 con Alberto Angela
Il celebre conduttore incontrerà la sua gente, ascolterà la sua lingua così particolare e farà riempire gli occhi del pubblico a casa del colore di un mare incredibile.
Ulisse, il piacere della scoperta, dedica una puntata alla Sardegna. Lo rende noto la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari.
Alberto Angela condurrà i telespettatori in una Sardegna insolita, lontana dalle mete turistiche più conosciute. Un viaggio in una terra unica, alla ricerca dei colori, dei suoni, degli odori e dei segni che la caratterizzano.
Il colore del mare e della pietra. Il suono del vento e delle voci. L’odore del cisto e dell’elicriso. I segni delle tante civiltà che di volta in volta l’hanno invasa, senza mai dominarla.
Un’isola che è quasi un continente. Dalle spiagge della Maddalena e dell’Asinara alle miniere del Sulcis, dalle pietre dei nuraghi alle vestigia romane, dalla basilica di Saccargia alle mura di Alghero, il nostro sarà un racconto punteggiato da storie, tradizioni, leggende che fanno di questa terra un luogo magico e misterioso.
Alberto Angela in Sardegna – Foto di Barbara Ledda
Alberto Angela in Sardegna – Foto di Barbara Ledda
Il celebre conduttore incontrerà la sua gente, ascolterà la sua lingua così particolare e farà riempire gli occhi del pubblico a casa del colore di un mare incredibile.
Il grande viaggiatore inglese Herbert Lawrence così la definì: “La Sardegna è un’altra cosa… Creste di colline come brughiera…che si vanno perdendo, forse, verso un gruppetto di cime… Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. E’ come la libertà stessa”. Ecco la Sardegna è davvero un’altra cosa.
(FOTO) Lo sapevate? A Villagrande c’è il più importante centro metallurgico nuragico dell’Isola
Ma non solo, S’Arcu e is Forros era un po’ un Lourdes nuragico: le persone accorrevano dai villaggi vicini per chiedere la grazia di una guarigione o la risoluzione di un problema e lasciavano nei templi dei doni
S’Arcu e is Forros, a pochi chilometri dal passo di Correboi – ancor oggi uno dei più importanti punti della viabilità sarda –, è considerato dagli studiosi il più importante centro metallurgico nuragico in Sardegna e non solo: si trattava di una specie di Lourdes nuragico. Ma andiamo per gradi.
Qui, ben 3500 anni fa, i nuragici costruiscono un nuraghe monotorre e un primo insediamento di capanne, ma il cambiamento avviene nel 1200 a.C.: è allora che soffia il vento della rinascita. Nasce una nuova architettura sacra, che si basa sull’acqua, vista ovviamente come elemento vitale, e S’Arcu e is Forros, santuario nuragico ricco di templi, diventa crocevia di “pellegrini”: «Forse in occasione di feste o ricorrenze legate all’annata agraria, arrivavano dai villaggi vicini numerose persone a piedi o con i carri» racconta Alessandra Garau, una delle guide turistiche di Archeonova, squadra composta da eccellenti professionisti.
Guarda la gallery
S'arcu e is forros Villagrande9
Ma non solo: come abbiamo detto, S’Arcu e is Forros era per le persone di allora una specie di Lourdes nuragico. «In queste occasioni ci si incontrava, si scambiavano merci o animali, si stipulavano contratti, si banchettava e naturalmente si pregava nei pressi dei templi. I sacerdoti accoglievano i fedeli si invocavano alla Divinità lasciando nei templi pregiati doni che, oltre al loro valore materiale, portavano in sé l’immenso valore delle speranze e delle preghiere che imploravano la grazia di una guarigione o di risoluzione di un problema. I preziosi bronzi ritrovati nei templi, oggetti di uso comune ma anche i celebri bronzi figurati che conosciamo con il nome di “bronzetti”, sono dei veri e propri ex voto che avevano la stessa funzione di supplica e preghiera degli ex voto che ancora oggi vengono lasciati nelle chiese dedicate ai Santi dalle proprietà miracolose.»
Così arriviamo al primato importante che dà a S’Arcu e is Forros il riconoscimento di più importante centro metallurgico della Sardegna. Durante la loro storia millenaria, dall’Età del Bronzo medio a quella del Ferro, tra il 1600 e il 600 a.C., i nuragici hanno sviluppato abilità artigianali eccellenti. Non erano solo contadini, pastori e costruttori – spiega Garau – ma anche bravissimi fabbri. «Nelle officine fusorie nuragiche venivano realizzati attrezzi per l’edilizia e il lavoro sui campi,» continua Garau «venivano forgiati accessori per l’abbigliamento, monili e manufatti preziosi che venivano scambiati in segno di amicizia e benevolenza tra capi nuragici oppure donati ai navigati che si fermavano in Sardegna: l’economia si basava sugli scambi di beni e oggetti di valore perché ancora non esisteva la moneta.»
Ed ecco che culto e metallo si uniscono: nei bronzetti che venivano appunto “venduti” alle persone, che poi li donavano per ricevere favori dalle divinità.
Ciò che distingue però S’Arcu e is Forros dagli altri villaggi nuragici è la presenza di vere e proprie officine fusorie: qui venivano prodotti gli oggetti che venivano scambiati durante le feste e che venivano consegnati in dono ai sacerdoti.
Unico ed eccezionale: così viene definito un monumento in particolare.
Dopo un attento studio, è emerso qualcosa di stupefacente: «Il ritrovamento di scorie di metallo e resti di fusione ha fatto capire agli archeologi che poteva trattarsi di fornaci per l’estrazione dei minerali: dalle piccole aperture messe alla base, con dei grossi mantici, veniva soffiata l’aria per alimentare i fuochi e raggiungere le alte temperature necessarie a fondere i metalli. È suggestivo pensare che, a distanza di tremila anni, il sito conserva nel suo nome l’essenza della vocazione che aveva in epoca nuragica: S’Arcu ‘e is Forros si potrebbe tradurre come il Valico dei Forni. Questo nome evocativo riassume l’importanza del sito e la potenza della comunità che lo abitava: era situato nei pressi di un valico appunto, luogo di passaggio, di confine ma anche di incontro, da dove era possibile controllare la porta occidentale dell’Ogliastra. I forni richiamati nel nome poi sembrano voler riassumere la vocazione, oltre che sacra, produttiva connessa alla metallurgia e alla ricchezza dovute alla straordinaria capacità di lavorare e gestire i preziosi metalli da parte di abili artigiani e di potenti sacerdoti.»
Tra le colline dell'Anglona, nel territorio di Martis, sorge un gioiello geologico senza eguali: la Foresta Pietrificata di Carrucana. Questa preziosa reliquia paleobotanica è il cuore pulsante del Parco Paleobotanico,…
Un panorama mozzafiato che deriva il suo nome dalla straordinaria particolarità delle falesie di porfido affioranti dal mare. Il loro riflesso dona all’acqua un colore cangiante sul verde smeraldo. [caption…
Tra le colline dell'Anglona, nel territorio di Martis, sorge un gioiello geologico senza eguali: la Foresta Pietrificata di Carrucana. Questa preziosa reliquia paleobotanica è il cuore pulsante del Parco Paleobotanico,…
Un panorama mozzafiato che deriva il suo nome dalla straordinaria particolarità delle falesie di porfido affioranti dal mare. Il loro riflesso dona all’acqua un colore cangiante sul verde smeraldo. [caption…