Leggende ogliastrine. Perdasdefogu: la maledizione del 25 marzo

Antonio Lai, 87enne di Perdas, ci racconta un'antica tradizione pagana ancora in uso fino alla prima metà del Novecento
In un lontano passato, il 25 marzo era una giornata di riposo per tutti i cittadini foghesini.
Antonio Lai, 87enne di Perdas, ci racconta un’antica tradizione pagana ancora in uso fino alla prima metà del Novecento.
Antonio racconta che il 25 marzo a Perdasdefogu veniva considerato come un giorno latore di sfortuna: «La gente all’epoca credeva che se avesse lavorato o compiuto qualsiasi tipo di sforzo, in quel preciso giorno, avrebbe potuto incappare in una maledizione».
Infatti, le persone erano costrette a rifugiarsi, assieme alle loro famiglie, all’interno delle proprie case. Nessuno poteva uscire, pulire, sparecchiare e cucinare. Infatti, il pranzo e la tavola venivano preparati la sera prima. Anche i bambini dovevano evitare di andare a scuola e, gli unici che potevano stare fuori casa, erano i pastori, avendo essi il compito di custodire il gregge.
Antonio condivide con noi anche uno dei tanti detti legati all’usanza: «Il 25 Marzo neppure il pulcino si muove dentro l’uovo». Il paese, durante quella occasione, pareva fosse immerso in un silenzio surreale. Per evitare che la sfortuna entrasse a far parte della loro vita, era dunque necessario rilassarsi e meditare per una intera giornata. Peccato che certe tradizioni non esistano più!

© RIPRODUZIONE RISERVATA