Si è spenta all’età di 103 la signorina Ida Mereu, conosciuta da tutti come “Zia Lillotta”.
Lo rende noto l’Amministrazione Comunale di Jerzu: «Questa mattina si è spenta serenamente la Signora Ida Mereu, per tutti gli jerzesi “signorina Lillotta”. Nata nel 1919, avrebbe compiuto 103 anni il prossimo 22 di gennaio. È stata una maestra d’asilo, come allora veniva chiamato, ed una catechista che ha, amato e rispettato, cresciuto generazioni e generazioni di bambine e bambini di questa comunità. Gli jerzesi tutti la conoscevano e ne conserveranno per sempre il ricordo indelebile, dolce e affettuoso.
Addio, carissima signorina Lillotta».
Il ricordo più bello della centenaria jerzese lo scrisse qualche anno fa il nipote, il professor Gianfranco Loi, mancato anche lui di recente, il 31 ottobre scorso, per un arresto cardiaco.
È bello pensare che oggi Gianfranco e Zia Lillotta siano insieme in pace.
Ecco il ricordo dell’amata zia nel giorno in cui compì un secolo di vita:
«È nata il il 22 gennaio del 1919. In questi ultimi anni ha sempre avuto il vezzo ironico di invertire le cifre non tanto per nascondere l’età che tutti conoscono, quanto per far sapere che, nonostante la veneranda età, si sente giovane, per cui 97 diventavano 79, 96 diventavano 69 e così via. Oggi non può farlo…001. Un anno? Impossibile! Vero che quando si è vecchi si dice che si ritorna bambini, zia ha 100 anni, vero, ma ha la lucidità e la memoria di un’ottantenne. Un’ottantenne in buona salute naturalmente. Cento anni, ma non li dimostra! Vero eh! Non lo dico per farle un complimento , è la realtà. Ha insegnato per 45 anni nella scuola materna di jerzu, generazioni di jerzesi sono stati suoi alunni e ancora oggi, incontrandola, la salutano e l’abbracciano. Com’è normale alla sua età, non riconosce tutti e non ricorda tutti, ma non lo dà mai a capire, non vuole dispiacere o deludere, per tutti ha sempre un sorriso, una parola gentile ed una carezza.
Alloggia momentaneamente, a causa di una caduta, nella casa famiglia “La Peonia” di Osini. Il personale, meraviglioso per la sua umanità e la sua professionalità, le garantisce un’assistenza continua e sicura fino a quando potrà star bene e tornare, se lo desidera, alla sua casa. Con le altre cinque arzille vecchiette, ospiti della struttura, tutte più giovani di lei e tutte, per coincidenza, di nome Maria, ha subito fatto amicizia. Spesso si tengono per mano, recitano le preghiere e si confidano le esperienze di vita. Accidenti se hanno da raccontare! A dir la verità raccontano molto anche a me. Soprattutto una, zia Maria di Osini, confida vicende della sua vita con una serenità d’animo ed un sorriso sempre dolcissimo che le illumina il viso solcato da rughe profonde, segno della vecchiaia e di una vita di duro lavoro
Ma zia Lillotta parla volentieri con chiunque vada a visitarla. Scherza e ricorda i tempi passati col sorriso sempre dolce e accattivante, mai col languore della malinconia. Incoraggia le altre donne e dà consigli, quasi vuole fare da maestra. Le vogliono bene e la coccolano; un signore, ospite anche lui della struttura, gli occhi luminosissimi, siede al suo fianco durante i pasti, si preoccupa che non le manchi niente e, soprattutto, appena zia è seduta, quasi come un rituale, le versa da bere, finito il pasto le toglie il bavaglino e lo ripiega.
Zia ha compiuto 100 anni, ma sembra che stia ringiovanendo. Il viso ha i segni della vecchiaia, ma, come d’incanto, credetemi, sono diminuiti e molto i tremori delle mani e delle labbra che prima erano piuttosto frequenti. Forse la vita di comunità, una comunità non affollata, ma giusta nel numero, forse i rapporti di relazione confidenziale con le sue quasi coetanee, le visite delle sue amiche che non mancano, certamente la generosità meravigliosa del personale, stanno facendo più di quanto non possano fare mille cure geriatriche. La lunga degenza in ospedale può far morire le persone anziane, la vita di comunità, una vita sana di una comunità sana, può ridare loro nuova linfa giovanile.
La caduta le impedisce ancora di muoversi sulle sue gambe e deve, necessariamente, spostarsi su una sedia a rotelle. Ma zia è molto tenace e giorno dopo giorno, con l’aiuto del personale e con la sua ferrea volontà, mostra segni di evidente miglioramento. Di certo non potrà percorrere in lungo ed in largo le vie del paese a velocità sostenuta, come faceva un tempo neanche tanto lontano,quando il “rullio” delle gambe sottili ma robuste da maratoneta, faceva scrivere a mia figlia Carla “ Zia Lillotta ha le gambe elettroniche”. Quando le vie del paese erano lastricate con ciottoli, il passo rapido di zia Lillotta risuonava con un ritmo di alta frequenza, cadenzato e rapido…toc toc toc. Lei stessa racconta che un giorno, recandosi alla messa vespertina, due donne che la precedevano si girarono all’improvviso spaventate da questo passo che aveva il suono di uno scalpitio e alla sua vista si rasserenarono esclamando ” Ah, esti kissa signorina Lillò, furiausu timendu po non essiri unu quaddu”.
E’ stata presidente dell’azione cattolica con Canonico Carta e con Canonico Stocchino, forse anche dopo, non so, ed oggi ne è la veterana centenaria. L’azione cattolica, la sua casa, la sua famiglia. Domenica, durante la messa, il Sindaco le farà dono di una targa ricordo, l’associazione la festeggerà e le consegnerà, ancora una volta, dopo tanti lustri, la tessera, e zia sarà felice. Dal suo viso non trasparirà alcuna emozione, nessuna lacrima di commozione le solcherà il viso, perché è fatta così, come mia madre, come tutti i Mereu che ho conosciuto, freddi e duri all’apparenza, ma solo all’apparenza. Statene certi, il cuore generoso di zia, domenica batterà forte e coinvolgerà tutti in un abbraccio gioioso e affettuoso».
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