Lo sapevate? Nel 1989 Maradona giocò a Cagliari nell’amichevole Italia-Argentina.

Il 21 dicembre 1989, allo stadio Sant’Elia, si disputò alle 14,30 un’amichevole di lusso in preparazione ai Mondiali italiani del 1990. Davanti gli Azzurri di Vicini e i Campioni del Mondo in carica guidati dal grandissimo Diego Armando Maradona. A Cagliari e in tutta la Sardegna l’attesa e la curiosità furono impressionanti. Ecco come andò a finire.

Non si giocava una gara della Nazionale maggiore a Cagliari dalla celebre “partita delle arance”, Italia-Spagna del 1971.

Maradona aveva già giocato (e segnato) al Sant’Elia qualche anno prima (27 maggio 1987), nell’andata della semifinale di Coppa Italia che regalò il passaggio del turno al Napoli contro il Cagliari (1-0). Il ritorno, una settimana dopo, finì 4-1 per i partenopei.

La gara amichevole tra Italia e Argentina si disputò a Cagliari grazie all’intercessione di Gigi Riva, allora dirigente azzurro.

Il 21 dicembre 1989, con il Sant’Elia appena ristrutturato e riaperto in tutti i settori in vista delle partite di Italia ’90 si disputò una sfida senza grandi sussulti e Maradona fu molto acclamato. El Pibe de Oro in quel momento era nettamente il giocatore più forte del Mondo, campione nel Napoli e nell’Argentina e la curiosità di rivederlo in Sardegna e a Cagliari fu enorme, tanto che persino il suo allenamento fu molto seguito, soprattutto dai giovani, accorsi ad ammirare colui che nel tempo diventerà una vera e propria leggenda.

La partita cominciò alle 14.30, non regalò grandi emozioni e terminò a reti bianche nonostante alcuni tentativi a rete degli azzurri neutralizzati da Pumpido. Più che altro servì, anni dopo, a far dire ai presenti quel giorno: “Ho visto Maradona”, il dio del calcio.

Tabellino Italia-Argentina:
Italia: Zenga (46° Tacconi), Bergomi, Maldini (46° De Agostini), F. Baresi, Ferrara, Berti, Donadoni (46° Mancini), De Napoli, Vialli (68° Fusi), Giannini, Serena. C.T. Azeglio Vicini.
Argentina: Pumpido, Ruggeri, Olarticoechea, Simon, Monzon, Batista, Giusti, Basualdo (39° Troglio), Burruchaga, Maradona, Dezotti (69° Caniggia). C.T. Carlos Bilardo.
Arbitro: Spirin (Urss).

Link della partita completa:

Si tratta di dolci tipici ripieni originari di Alghero e ve li facciamo scoprire nella ricetta della maestra pasticcera Gavina Mulas. Il loro nome deriva dal fatto che la forma ricorda una piccola tabacchiera, una scatola di varia forma e materia, tascabile, destinata a contenere tabacco da fiuto, in uso fin dal XVII secolo.

Il dolce algherese è ripieno di crema di latte, con un involucro di semola e strutto (a volte con l’aggiunta di uova) chiamata in sardo “pasta violada”, che viene poi fritta o infornata. Ma ecco la ricetta.

Per la pasta
500 g semola rimacinata
100 g di strutto
50 gr di zucchero semolato
2 uova
acqua tiepida q.b.

Per il ripieno
1 lt di latte intero
100 gr di amido di mais
200 gr di zucchero semolato
la scorza di 1 limone.

Procedimento per la crema: preparate la crema in una casseruola, riscaldate quasi tutto il latte, lasciatene da parte una ciotola con la scorza del limone e portate a bollore. Mescolate con una frusta il restante latte con lo zucchero e l’amido di mais, quindi versatelo nel latte caldo dopo aver eliminato la scorza di limone. Portate a in cottura mescolando continuamente. Versate la crema in un contenitore a raffreddare.

Preparate la pasta: in una ciotola setacciate la farina e versatevi lo strutto e le uova. Mescolate e versate sulla spianatoia. Aggiungete man mano l’acqua che serve fino ad ottenere un composto liscio e sodo. Fatela riposare per circa mezz’ora in luogo fresco. Stendete la pasta e ricavatetene delle forme rotonde a piacimento. Riempitele de composto e richiudetele, ritagliandole con le rotelle. Bagnate la superficie con albume o acqua e spolverate con zucchero semolato. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 20 minuti fino ad avere una leggera doratura.

Ringraziamo per gli scatti e le info Storia della Cucina di Sardegna.