Trionfo di Nicola Bartolini ai Mondiali di ginnastica artistica a Kitakyushu in Giappone.

L’atleta sardo di Quartu Sant’Elena ha scritto una pagina di storia dello sport,  conquistando il titolo iridato nella specialità del corpo libero.

Dopo 55 anni l’Italia ritorna sul podio – nel 1966 bronzo di Franco Menichelli – e lo fa sul gradino più alto con Bartolini.

Dopo la delusione dell’esclusione alle ultime Olimpiadi di Tokyo, sempre sul suolo del Paese del Sol Levante la rivincita del giovane quartese.

Il campione sardo ha ottenuto la medaglia d’oro in una finale molto combattuta, con 14.800 punti, precedendo l’atleta di casa Kazuki Minami – 14.766 -, mentre al terzo posto si è classificato il finlandese Emil Soravuo – 14.700- .

È il 23 ottobre del 2011. Nel circuito di Sepang è in corso il secondo giro del MotoGp della Malesia. Marco Simoncelli, durante una curva, perde il controllo della sua Honda. La moto sterza improvvisamente a destra. In quell’istante arrivano Colin Edwards e Valentino Rossi. Le loro ruote travolgono fatalmente il corpo e il capo del giovane pilota romagnolo. Dalla “nuvola” formatasi in quell’incidente viene fuori un’immagine straziante: Simoncelli è riverso a terra, immobile e senza casco. Marco è morto lì, in quella maledetta curva numero 11 del circuito malese di Sepang.

Sono passati otto anni esatti da quel tragico pomeriggio motociclistico in cui perse la vita uno dei centauri italiani più talentuosi. Marco aveva solo 24 anni ed era appena iniziato il suo secondo Mondiale MotoGp, guadagnato sul campo dopo la vittoria nel 2008 nella classe 250. Solo una settimana prima, il 16 ottobre, aveva ottenuto un eccezionale secondo posto nel Gp d’Australia e in Malesia si apprestava a fare una gara d’attacco, alla caccia di quella vittoria iridata che purtroppo non sarebbe mai arrivata.

In suo onore, il circuito di Misano Adriatico, situato a pochi chilometri dalla casa di famiglia di Coriano, dal 9 giugno 2012 viene chiamato “Circuito Marco Simoncelli”.