Accadde Oggi: 10 ottobre 2018, la terribile alluvione di Assemini. Morì Tamara Maccario, ingoiata dal fiume in piena
#AccaddeOggi Tamara Maccario perse la vita nell'alluvione che, nell'ottobre del 2018, colpì il sud dell'Isola
La terribile alluvione che colpì il Campidano il 10 ottobre 2018 fu devastante: nell’area tra Capoterra, Uta, Assemini, Sestu e Sinnai per giorni non smise mai di piovere. A Uta vennero evacuate 49 persone dalle loro abitazioni ma i disagi e i danni maggiori si ebbero ad Assemini.
Decine di abitazioni allagate, strade interrotte, fiumi d’acqua e fango per le strade che si portarono via Tamara Maccario: la donna si trovava a bordo di un’auto col marito e i 3 figli nelle campagne di Assemini quando scoppiò l’alluvione. La famiglia riuscì a mettersi in salvo ma Tamara che dapprima risultò dispersa, venne ritrovata senza vita.
Il corpo di Tamara Maccario fu ritrovato l’11 ottobre 2018 sulla strada che costeggia il Rio Sa Mura, a 300 metri in linea d’aria da dove era stata avvistata la vettura, spinta dalla corrente a diversi km di distanza. La notte prima la donna, con il marito e le tre figlie aveva deciso di lasciare la casa, nelle campagne di Assemini, in località Sa Traia, per mettersi in salvo: il Rio Giaccu Meloni, che dista dall’abitazione 50 metri, sotto la furia del maltempo che sferzava l’Isola si stava ingrossando sempre più. Dopo cena l’intera famiglia è salita sulla sua Peugeot per allontanarsi, ma percorrendo la strada comunale Assemini-Sestu che costeggia il canale, l’auto è stata travolta e trascinata via dalla piena, finendo nel fiume. Il marito e le figlie della vittima, riuscirono a mettersi in salvo, ma per Tamara non ci fu nulla da fare.
Per la sua morte ora ci sono un assessore e 2 tecnici a processo. Secondo il Pm, il Piano di Protezione Civile del Comune di Assemini era stato impostato senza includere le zone extraurbane. Sarà la magistratura a stabilire come si svolsero i fatti, ma la vicenda fa emergere le criticità di un territorio in cui le strutture agricole diventano residenziali con sanatorie che legalizzano, ma non eliminano i rischi. La prima udienza del processo è fissata per il 26 ottobre 2020.
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