Morte operaio in Sardegna, Cgil: “Non si può lavorare da soli in quell’impianto”

Cgil e Fp, alla quale era iscritto Ignazio Sessini, sottolineano che faceva il turno di notte e in quella parte di impianto si trovava da solo, una condizione inaccettabile che non poteva né doveva verificarsi.
«Non si può lavorare da soli in un impianto di quel tipo»: così la Cgil Sardegna insieme alla categoria Fp sull’incidente mortale nell’impianto di triturazione dell’umido dell’azienda Villaservice a Villacidro.
Cgil e Fp, alla quale era iscritto Ignazio Sessini, sottolineano che faceva il turno di notte e in quella parte di impianto si trovava da solo, una condizione inaccettabile che non poteva né doveva verificarsi.
Il sindacato attende gli sviluppi delle perizie per capire i particolari, ma è evidente che «quando accade un fatto così ci sono responsabilità che devono essere accertate e qualcosa, fra le misure previste per garantire la sicurezza, è venuta meno».
«Sui turni di notte e sulla presenza di un solo operaio nell’impianto di triturazione e, più in generale, sull’inadeguatezza dell’organizzazione del lavoro – si legge ancora nella nota ufficiale di Cgil e Fp – era già intervenuto il sindacato di categoria, la Fp, riscontrando purtroppo la totale indisponibilità dell’azienda al dialogo. Sino a un anno fa gli operai in servizio lì erano due, poi l’azienda ha fatto una scelta diversa, il sindacato ha protestato ma non è stato ascoltato. La Cgil tutta si stringe intorno alla famiglia di Ignazio e auspica che venga fatta luce al più presto sulla dinamica dell’incidente e sulle responsabilità».
«È vergognoso che si muoia in questo modo», conclude il sindacato con un monito generale alle aziende che risparmiano sulla sicurezza mettendo a rischio le vite di chi lavora.

© RIPRODUZIONE RISERVATA