Vaccino anti Covid: Sardegna indietro nelle somministrazioni, il centrosinistra all’attacco

Il centrosinistra all'attacco della Giunta regionale sui ritardi nella somministrazione dei vaccini: chiede che il piano venga rivisto, e la vaccinazione dei medici specializzandi.
La Sardegna, nella classifica delle somministrazioni dei vaccini anti Covid, a livello nazionale è al penultimo posto.
Questo quanto indicato dal report del Governo in tempo reale: la Regione ha effettuato il 61% delle dosi inoculate, cioè 78.052 su 128.000 consegnate da Roma.
Da sottolineare che il piano vero e proprio entrerà a pieno regime a partire dal mese di marzo come definito dal programma dell’Isola.
Intanto il centro sinistra attacca. “Non è corretto, in primo luogo nei confronti dei sardi, raccontare che entro agosto tutta la popolazione sarà vaccinata – affermano i Progressiti in Consiglio regionale chiedendo l’audizione dell’assessore regionale della Sanità e del Commissario Ats in Commissione – non è matematicamente possibile completare la vaccinazione di 1.452.890 sardi sopra i 16 anni con le 2.042.070 dosi totali indicate nel documento per l’approvvigionamento di fine agosto. Perché siano efficaci, i vaccini richiedono infatti la somministrazione di due dosi. Se i numeri indicati sul documento sono reali, a settembre quasi un terzo dei sardi over 16 non sarà vaccinato. Lo stesso vale anche ammettendo che, per il vaccino Astrazeneca in particolare, possa essere prevista la seconda dose a distanza di mesi e non di settimane. Le incognite sono troppe”.
Anche il Partito Democratico, denuncia: “In Sardegna gli specializzandi in medicina, giovani al servizio della nostra comunità, non vengono vaccinati, nonostante siano sempre stati in prima linea nella lotta al Covid – dicono i consiglieri regionali del Partito Democratico che sul tema hanno presentato un’interrogazione, primo firmatario Roberto Deriu – Nonostante le continue richieste e sollecitazioni, ad oggi non sono note comunicazioni ufficiali relative alla vaccinazione dei medici specializzandi nelle scuole dell’Isola, eppure non si tratta di medici di serie B”

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