Roberto Marino Marceddu, classe 1964, oggi Istruttore Amministrativo all’Agenzia Regionale LAORE, padre di quattro figli e da sempre in prima linea nelle importanti battaglie territoriali a difesa dei diritti dei cittadini, si è candidato alle imminenti elezioni comunali con la Lista “RisvegliAmo Gairo”.
Conosciamolo meglio.

Il gruppo Risvegliamo Gairo capitanato da Marceddu
Partiamo dalla sua scelta di scendere in campo ( di nuovo) e candidarsi. Che cosa pensa di poter offrire alla sua comunità, nel caso in cui venisse eletto Sindaco? Cosa porta con sé, delle precedenti esperienze da amministratore?
Mi candidai a Sindaco per la prima volta nel 1996. Gairo, che all’epoca era il comune italiano più a lungo commissariato, non aveva un’amministrazione da 5 anni. La situazione dell’epoca non consentì di raggiungere il quorum. Ma, durante l’estate i comitati civici da me fatti nascere animarono il paese e consentirono la presentazione di ben 3 liste nel novembre dello stesso anno, con l’elezione di un Sindaco che, purtroppo, si dimise dopo un attentato nel novembre del 1999. In quegli anni venni eletto all’opposizione e feci il consigliere di “mediazione” in un clima di conflitti esasperanti, collaborai con l’Amministrazione e talora presi le distanze dal suo operato quando non condiviso. Mi feci le ossa e maturai un’esperienza importante proprio a causa delle difficoltà che viveva il paese.
Nel 2000 mi ripresentai come Sindaco: venni eletto e, poi, rieletto nel 2005 e nel 2010. Dal 2015, appoggiai il candidato sindaco Deiana, e oggi sono di nuovo all’opposizione come capogruppo di minoranza.
In tutti questi anni ho maturato importanti esperienze come amministratore e ho imparato a conoscere bene i problemi della mia comunità. Credo di avere dato il mio contributo nel mettere in sicurezza il paese, nell’abbellirlo esteticamente e qualificarlo urbanisticamente attraverso la realizzazione di oltre 200 interventi per 42 milioni di euro complessivi.
Ritengo di aver maturato anche importanti esperienze in battaglie territoriali a difesa dei diritti dei cittadini e anche in altre Istituzioni, spesso con ruoli di Presidente, Vice o componente di Consigli di Amministrazione, Capogruppo o dirigente.
Nella vita ho imparato a fare il padre e il marito e lavorato in diversi contesti lavorativi. Tutte queste esperienze, di vita, prima ancora che politiche e amministrative, le metterò a disposizione della mia comunità, qualora eletto. Mi impegnerò per realizzare gli obiettivi prefissati e fare il Sindaco sarà di nuovo il mio primo lavoro.
Se dovesse vincere le elezioni quale sarà la priorità nella sua agenda politica?
Le priorità sono scritte nel Programma presentato agli elettori. Attuare azioni di valorizzazione territoriale che oggi sono possibili dopo il lavoro svolto negli ultimi decenni e a partire dal 1996. Il paese è in grave destrutturazione sociale, allo spopolamento si aggiunge l’invecchiamento della popolazione, per cui, il lavoro e la realizzazione di nuove entrate da destinare al miglioramento della qualità della vita della comunità sono obiettivi essenziali.
Solo creare lavoro consentirà di mantenere i giovani in loco e di avere emigrati di ritorno o nuovi residenti.
E realizzando tali azioni sarà possibile procurare nuove entrate che consentiranno di avere una maggiore autonomia finanziaria e di realizzare azioni qualificate e di sostengo alla scuola, allo sport, alle associazioni etc. Senza queste azioni, su lavoro ed entrate, ci si dovrà limitare – come questi anni – a dare il minimo e sarà sempre peggio.
Già in passato agii in tale ottica: arrivarono dalla rivisitazione dei canoni circa 130mila euro. Per fare un esempio, il contratto con API per il distributore di carburanti prevedeva il pagamento di circa 500 euro annui al Comune. Venne rivisitato e dal 2002 si versavano cifre attorno ai 9.000-11.000 euro annue. Peccato che negli ultimi anni il distributore sia stato chiuso e che anche sugli introiti legati a uso e concessioni di beni comunali sia venuta meno l’attenzione con grave diminuzione delle entrate faticosamente procurate.
Qual è la vocazione di Gairo? In cosa consisterà la sua azione amministrativa per sviluppare questo strategico settore? Ha dei progetti?
La vocazione di Gairo è forestale ed agro pastorale. Esistono diverse imprese e attività commerciali, ma, manca lo sviluppo turistico per completare il nostro sistema economico e manca la logica di rete tra settori per renderlo competitivo.
Il nostro scopo è colmare questa duplice lacuna, realizzando quanto già le mie Amministrazioni “seminarono” in passato sin dalla approvazione nel 2002 del PUC vigente e dalla prima adozione del marzo 2015 dell’attuale PUC ormai pronto e in itinere con i completamenti e correzioni realizzati in questi anni. Qualcuno obietta perché non si è fatto in precedenza, ma, solo gli sciocchi o chi è in malafede può non considerare la paralisi avutasi in Sardegna tra il 2004 e il 2011 (a seguito dell’entrata in vigore del PPR che letteralmente bloccò tutti gli atti di pianificazione messi in piedi dai Comuni sardi, ivi compresi quelli attuativi del PUC realizzati da Comuni come il nostro) o il peso della burocrazia e il cambio continuo di norme ad ogni cambio di Maggioranza in Regione!
Ad ogni modo, i tempi sono maturi per raccogliere e il nostro compito sarà di farlo nel miglio modo possibile secondo tale intelligente prospettiva che vede da un lato agire per difendere e anzi ottimizzare le attività già esistenti, dall’altro avviarne di nuove nel turismo, ma, opportunamente e doverosamente coinvolgendo i cittadini, anche in ambiti oggi già interessati da una certa occupazione attraverso una rinegoziazione dei rapporti in scadenza con Forestas e tramite un miglior utilizzo dei terreni civici.
Tale processo dovrà necessariamente prevedere l’interrelazione tra i vari settori produttivi, acchè il sistema Gairo possa dispiegare il massimo delle sue potenzialità nell’interesse della nostra comunità.
I dati sull’emigrazione dalla Sardegna sono drammatici. Anche l’Ogliastra e Gairo non sono immuni da questo problema, quali politiche intende adottare per cercare di porre un freno a questa fuga ( specialmente di giovani)?
Solo realizzare lavoro consentirà di mantenere i giovani in loco e di avere emigrati di ritorno o nuovi residenti, come detto in precedenza.
Pianificazione territoriale: quali saranno gli interventi che apporterete per migliorare il territorio? Ci può illustrare le opere e lavori urbanistici che propone di portare avanti con la sua lista?
Nel PUC del 2002 e in quello lasciato in eredità nel marzo 2015 alla attuale Amministrazione, corretto e integrato secondo i soliti diktat di mamma Regione, sono contenute le direttrici insuperabili dello sviluppo. Ho criticato e aspramente il lassismo e l’atteggiamento di un’Amministrazione che ha rinunciato in partenza a spiegare le proprie ragioni e difendere quanto contenuto nelle scelte del marzo 2015 e che pure ri-votammo assieme, maggioranza e opposizione, nell’ottobre 2017. Tale arrendevolezza, giustificata con il sopravvenire della nuova L.R. 8 dell’aprile 2015 che ha reintrodotto i vincoli del PPR del 2006, cancellando la disciplina transitoria delle norme tecniche di attuazione, ha portato a far perdere dal nostro PUC circa 100mila mc di volumetrie che si dovevano, come fatto in casi analoghi da altri Comuni, a mio avviso, difendere con il coltello tra i denti da parte degli Amministratori. Si potevano non costruire, spostare in altre parti del territorio, ma, non perdere. Almeno sarebbe stato gratificante vedere un’adeguata difesa, non sempre le battaglie si vincono, ma, sarebbe bastato vedere l’impegno.
Ad ogni modo, oggi di certo, tutti sappiamo che con la definitiva approvazione del PUC, in grave ritardo a causa delle inefficienze dell’attuale Amministrazione, dato che sono passati 5 anni e mezzo dalla prima adozione fatta dalla precedente Amministrazione, si potrà avviare lo sviluppo turistico nel territorio: a Su Sirboni, realizzare 125 posti letto presso il Camping Coccorrocci, integrare quanto previsto in loc. Baccu ‘e Praidas e, sicuramente, completare alcune ipotesi di valorizzazione nella parte montana tra Gairo Vecchio e Taquisara, sia attivando le visite in sicurezza e in accompagnamento con ticket nel vecchio borgo ove si devono ancora spendere 2 milioni di euro procurati al Comune nel 2011 per la messa in sicurezza sopra la vecchia Chiesa, acchè si possa tentare di aprire il museo e la taverna tipica negli edifici già ristrutturati, sia ampliando l’offerta nella frazione con l’ampliamento e un miglior accesso alle grotte, l’attenzione vera al trenino verde, la crescita della ricettività alberghiera, la possibile sistemazione di una piccola area camping, ecc.
In aggiunta a ciò, ripristinando quella progettazione mancata in questi anni nei quali sono arrivati nelle casse comunali appena 1,5 milioni di euro, si cercherà di realizzare alcune opere essenziali per i centri abitati e il territorio, soprattutto in riferimento a quelle per la sicurezza e la qualificazione urbana, stante l’abbandono in cui sono state lasciate alcune importanti aree, parchi e strutture pubbliche faticosamente in passato realizzate.
Conosciamo le problematiche che sta attraversando la Sanità ogliastrina. Il suo pensiero in merito? A livello comunale cosa propone per i servizi sanitari?
La sanità non solo in Ogliastra, paga le conseguenze dell’attuazione del modello neo liberista, atlantista e globalista, cui tutti i partiti trasversalmente paiono allinearsi. Si guarda alla privatizzazione della sanità e allo smantellamento di un sistema che aveva certo deficienze da superare, ma, che garantiva comunque tutti i cittadini, compresi i meno abbienti e i non garantiti. Tale prospettiva persegue, come in altri settori della nostra vita, logiche di tipo economico e finanziario, dimenticandosi delle esigenze dei cittadini, considerati ormai solo dei numeri. Si spiegano così i tagli, i mancati investimenti e le chiusure. Purtroppo, l’Unione Europea, pervasa da questa logica e dimentica dei paradigmi iniziali cui si ispiravano i suoi fondatori, ordina con i suoi Trattati e Direttive recepite dagli Stati membri e dalle Regioni che giocoforza, anche per non incorrere in infrazioni e sanzioni, devono attuarle.
Finchè non si sarà in grado di rinegoziare quei Trattati rimettendoli in discussione e alleggerire quei vincoli, sarà un’agonia con un continuo inseguire delle collettività locali nel sempre più difficile tentativo di difendere presidi essenziali per l’esistenza.

Il suo punto di vista sull’emergenza COVID-19.
Si tratta di una vera e propria emergenza che deve vedere praticata responsabilmente la giusta prevenzione e in questo senso andrebbero rimosse le deficienze viste da un lato dai livelli governativi, dall’altro quelle leggerezze nei comportamenti che espongono una comunità a contagio, confinamento ed effetti negativi a 360°. Tuttavia, a mio parere, ferma l’esigenza dei comportamenti virtuosi e responsabili dei cittadini e delle Istituzioni preposte alla salute pubblica, il concetto di libertà, costituzionalmente garantito, non può essere limitato tout court come si è visto nei mesi passati. La libertà viene sempre prima della stessa vita. La storia, dalle Termopili alla Resistenza, testimonia ciò Cosa sarebbe accaduto se non fosse stato adottato quel principio? Non v’è pandemia che valga a limitare la libertà, democrazia e diritti conquistati dai nostri padri con fatica e dedizione.
E, oggi, non credo che saremmo in condizioni di reggere un altro confinamento, pena la caduta a picco del nostro sistema economico con una marea di imprese che andrebbero in crisi. Reputo assurdo che dopo quanto vissuto non ci si sia ancora adeguatamente attrezzati per far fronte a una seconda ondata grave di contagi: quando apprendo di pazienti che sono in lista d’attesa per visite urgenti da mesi e mesi, altri che malati gravi non possono curarsi perché si vede solo il Covid 19, ebbene, tutto ciò è assurdo e ingiustificato, perché non si può morire di fame e o di altre malattie perché si vede solo il Covid.
Infine, reputo pessima la gestione espressa nel fronteggiare tale virus, prima sottovalutata, poi esasperata.
L’importanza delle Associazioni. Quale sarà il rapporto tra Comune e queste realtà territoriali? Quali azioni amministrative porterete avanti per incentivare e rilanciare lo sport? Sulle esigenze del mondo giovanile?
Si è già scritto che qualunque Amministratore che volesse realizzare ammirevoli azioni di governo per lo sport, la cultura, le tradizioni, l’assistenza e il welfare in generale se avesse solo le scarse risorse regionali a disposizione, così come capitato questi anni, non potrebbe che effettuare una mera elencazione destinata a rimanere tale. Serve “produrre” lavoro e “produrre” nuove entrate alle casse comunali per poter fornire risposte di qualità in questi settori e all’importante mondo delle Associazioni.
La strada è proprio quella di rendersi maggiormente autonomi sotto il profilo finanziario dalle centrali di potere romana e cagliaritana, ponendo in essere una cultura di tipo più manageriale e meno ispirata a quella dell’assistenzialismo e della dipendenza o di meri esecutori del Palazzo statale e regionale.
Ad ogni modo, riteniamo essenziale migliorare il rapporto e l’attenzione con la Pro Loco, la Società Sportiva e tutte le altre Associazioni presenti e sorte anche in questi anni. Solo la loro attività ha consentito di colmare le lacune esistenti e solo da questa collaborazione possono nascere azioni di qualità capaci di preservare quel patrimonio di valori presenti nel nostro comune.

Chiudiamo con un’ultima domanda. La corsa elettorale sarà a due, cosa ne pensa del suo avversario e della sua proposta politica?
La valutazione politica è negativa sia per quanto riguarda i trascorsi da consigliere provinciale dato che non apportò alcun beneficio a Gairo sia per il suo operato da Vice Sindaco.
Non è stato capace di preservare e potenziare le relazioni politiche con altre Istituzioni, ha annullato il prestigio conquistato da Gairo e il suo ruolo negli scenari ogliastrino e regionale, non è stato capace di partecipare attivamente ai tavoli territoriali e, tutto questo sta alla base, unitamente alla carenza di idee e progettualità, dell’assenza di finanziamenti in questi anni.
Per quanto attiene la proposta politica, presenta anche degli spunti interessanti e, per certi punti, sembra pure una scopiazzatura del nostro programma. Ma risulta carente, contraddittoria e senza un filo logico, un insieme di idee – alcune anche valide e condivisibili – buttate lì sperando facciano effetto sugli elettori.
L’attuale Giunta passerà alla storia, per quanto mi riguarda, per l’abbandono e la chiusura di strutture e attività precedentemente avviate, per non aver progettato e realizzato opere utili alla comunità e, addirittura, neppure speso ingenti somme ricevute in eredità. Per non aver concluso importanti iter pianificatori, per aver abbandonato di nuovo a se stesso il vecchio borgo, per aver allontanato luminari che avrebbero dato lustro al nostro patrimonio archeologico, per non essere stata capace di curare neppure le aree giochi o gli spazi pubblici allo sport, per aver dato più attenzione ad associazioni non di Gairo che a quelle gairesi.
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