Sarà varato entro questa settimana un nuovo Dpcm da parte del Governo, contenente le nuovo norme da adottare per contenere i contagi.

Il nuovo decreto arriverà dopo che il ministro della Salute avrà riferito alle Camere i contenuti e avrà annunciato la richiesta di proroga fino al 31 gennaio 2021 dello stato di emergenza attualmente in vigore.

Alcune misure che sono tuttora al vaglio sono state anticipate dai quotidiani nazionali. Mascherine obbligatorie anche all’aperto, limite di invitati per feste e cerimonie private e chiusura anticipata, la sera, di bar e ristoranti: questi i contenuti del dpcm secondo le anticipazioni del Corriere della Sera.

Le mascherine potrebbero essere rese obbligatorie ovunque, anche all’aperto e all’uscita dai locali pubblici, come già succede in alcune regioni. A vigilare sul comportamento corretto da parte dei cittadini, oltre alle forze dell’ordine, potrebbe scendere in campo l’Esercito, previa valutazione delle amministrazioni locali. Dovrebbe essere introdotto per legge un tetto massimo per gli invitati a feste e celebrazioni private come i matrimoni (si parla di massimo 200 invitati). L’orario di chiusura di bar e ristoranti potrebbe essere anticipato alle 23, massimo alle 24, così da contenere la movida, uno dei contesti in cui avvengono più contagi.

Il cambiamento climatico non è solo una previsione futura, ma un fenomeno che trova riscontri evidenti anche nella storia geologica della Sardegna. A raccontarlo è il geologo Luigi Sanciu, che da anni studia le trasformazioni dell’isola.

“Circa 125 mila anni fa, durante un periodo interglaciale molto caldo, il livello del mare si alzò di 5-6 metri rispetto all’attuale”, spiega Sanciu. “Ma lungo alcune aree della costa orientale, come Cala Luna, il livello fossile del mare è visibile anche a +10 metri. Un’anomalia che molto probabilmente è dovuta a un successivo sollevamento tettonico del territorio”.

Le testimonianze sono scolpite nelle rocce calcaree: linee di erosione marina, terrazze e antiche cavità scavate dalle onde, tutte ben sopra il livello attuale del mare. “Si tratta di prove inconfutabili di un riscaldamento globale passato, che provocò la fusione di grandi masse glaciali”, sottolinea il geologo. “E non parliamo di milioni di anni fa, ma di un’epoca geologica recente, un battito di ciglia se rapportato all’età della Terra”.

Un monito, più che una curiosità. “Queste evidenze ci ricordano che l’innalzamento dei mari non è uno scenario ipotetico, ma un fatto già accaduto nella storia del pianeta. Se non interveniamo oggi, potremmo rivivere quegli eventi in tempi molto più rapidi e con conseguenze drammatiche per le nostre coste e comunità”, avverte Sanciu.