Covid-19: dati allarmanti a Seui. Il sindaco ordina la chiusura quasi totale del paese e tampone per tutti i cittadini

Tutto chiuso tranne i servizi fondamentali e tampone a tutta la popolazione che fino a oggi non ha effettuato questa diagnostica
Considerati i nuovi cinque casi di Covid-19 registrati oggi, che portano a un totale di 26 cittadini positivi, dopo una riunione del Centro Operativo Comunale, è stata assunta dall’amministrazione comunale di Seui una difficile decisione, quella di imporre la chiusura pressoché totale delle attività con esclusione di quelle indispensabili.
Fino al 4 ottobre compreso, quindi, saranno chiuse le scuole, le attività commerciali ad esclusione di quelle alimentari, tabacchini-edicole e il mercato settimanale per gli articoli non alimentari. L’ordinanza prevede anche la chiusura totale del Cimitero comunale.
«Vista l’eccezionalità della situazione, su nostra sollecitazione più volte reiterata, con tutta probabilità nella giornata di mercoledì o al massimo giovedì, verrà effettuata da parte dell’ATS una esecuzione del tampone a tutta la popolazione che fino a oggi non ha effettuato questa diagnostica – spiega il sindaco di Seui Marcello Cannas – Seguiranno dettagliate indicazioni sul tampone che verrà effettuato dall’ATS e USCA come detto probabilmente da mercoledì prossimo. Oggi abbiamo ripetuto il tampone a tutto il personale, pazienti, operatori 118 , alla classe scolastica dove un alunno è risultato positivo e all’altro personale scolastico».

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Seui Arcuerì, parla Daniele Pilia: «Il campionato di Prima Categoria andrebbe fermato»

Abbiamo raccolto l'opinione del dirigente della squadra di calcio che milita nel Girone A di Prima Categoria. Il sodalizio seuese ha ottenuto dalla LND Sardegna di posticipare - a data da destinarsi - le prime partite della stagione, a causa dei recenti casi di positività al COVID-19 registrate nel centro montano.
“Ci sono dei momenti nella vita in cui il calcio deve passare in secondo piano, questo è uno di quelli, ora pensiamo alla nostra salute e a quella dei nostri familiari, stringiamo i denti e aspettiamo.”
Questo è un passaggio della lettera del presidente del Seui Arcuerì, Stefano Caredda, con la quale comunicava ai propri dirigenti e calciatori la decisione di non scendere in campo alla partenza del campionato.
Volontà esternata dalla società al presidente della Lega Nazionale Dilettanti Sardegna, comunicando la scelta irremovibile a non disputare le gare di campionato.
«Il nostro è stato un comportamento responsabile – spiega Daniele Pilia – abbiamo valutato la situazione, nel nostro paese stavano aumentando i casi di positività al COVID-19. Inoltre un nostro compaesano, risultato contagiato, era appena deceduto in circostante drammatiche.»
Il direttore sportivo giallo-blù aggiunge: «All’inizio della scorsa settimana ho contattato la presidentessa del Villagrande Filomena Dessì. Avremmo dovuto incontrare la squadra ogliastrina all’esordio il 27 settembre. Ho spiegato la situazione creatasi nel nostro paese, nonostante nessun nostro tesserato fosse positivo, e le ho spiegato che non ci saremmo recati in trasferta. Filomena, ha condiviso la nostra scelta e si è dichiarata solidale e disponibile a fare altrettanto.»
Giovedì scorso, la LND ha accolto la decisione del Seui Arcuerì sospendendo tutte le gare di questo campionato a data da destinarsi. Stessa linea adottata per altri sodalizi calcistici isolani, colpiti da vari casi di COVID-19. Altra squadra coinvolta il Nurri, presente nello stesso girone del Seui, dove militano diverse squadre ogliastrine.
«Per noi prima di tutto – afferma Pilia – viene la salute dei nostri ragazzi, degli amici dirigenti e delle loro famiglie. Non si può giocare a calcio con il rischio di contrarre il virus, sia in campo o negli spogliatoi. Abbiamo condiviso la decisione di chiudere l’impianto sportivo Burridorgiu, da parte dell’Amministrazione comunale.»

Ph: Elisabetta Meloni
Consapevole del momento, con 139 casi di contagio in Sardegna nella giornata di ieri, il dirigente seuese lancia un appello alla Federazione: «Il campionato di Prima Categoria deve essere sospeso e ristrutturato. Il protocollo messo a punto nei mesi scorsi, non è attuabile in queste condizioni dalle società dilettantistiche, innanzitutto per le strutture. Oltretutto i calciatori sono studenti o lavoratori, che non giocano a calcio per professione. Mi chiedo che ripercussioni avrebbero, oltre alla salute, in ambito lavorativo o scolastico?»
Il direttore sportivo inoltre si sofferma su un’altra problematica, dice:«Il nostro Girone è composto da squadre ogliastrine, del cagliaritano e del sarcidano. Le Rose non sono formate come un tempo da giocatori autoctoni, cresciuti nel vivaio. Nel caso di un aumento di positività in una zona, non ci sarebbe il rischio che il virus si diffonda in un’altra? Ricordiamoci che il calcio è uno sport di contatto, non è come il golf o il tennis per intenderci.»
A tal proposito Pilia, lancia un’idea condivisa da molti altri dirigenti, spiega:«I quattro gironi formati da diciotto squadre, andrebbero razionalizzati in sei gruppi formati da dodici squadre. E in seguito per assegnare promozioni e retrocessioni, basterebbe far disputare i play-off e i play-out. Questo permetterebbe di riprendere i campionati in tempi più sereni con squadre geograficamente più vicine. Inoltre permetterebbe trasferte economicamente sostenibili, una cosa da tenere in considerazione vista la crisi economica di questi tempi.»
Questa proposta, tra le altre cose, è stata formalizzata nella lettera del presidente Caredda ai vertici della LND Sardegna.
Chiude il direttore sportivo:«Ringrazio i dirigenti e calciatori delle altre squadre, per la solidarietà e la vicinanza dimostrataci con messaggi e telefonate. Molti sono d’accordo per sospendere i campionati dilettantistici, anche perché quello che sta succedendo a Seui potrebbe capitare in altre realtà. Nel nostro paese è stata avviata un’indagine epidemiologica e le autorità competenti stanno prendendo le decisioni necessarie per contrastare i contagi. Pertanto credo che il calcio vada fermato. Lo dice uno che oltre la passione, ci mette l’anima.»
Parole quelle di Pilia, che dovrebbero fare riflettere i vertici della LND.

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